659 mccccciii, Vitelozo e Levoroto. Mostrò in riera piacerli, et 0 disse, se non : Son gran cosse. L’orator noslro parlò a soa majestà, sequendo pace o trieva con Spagna la Signoria nostra sia nominafa. lìispose haria ben a niente la Signoria nostra ; e il re ritornerà Bles per fino si fazi li stadi con questi meraschalchi dii regno, al qual eflecto sono intenti, e si atende expedir l’ora-. tor cesareo. Item, ave nostre letere zercha Traiti non à da viver, ni dà ajuto a’ spagnoli ; mostrò al re e li piaque etc. Da Milan, dìi secretano, di 21. Come domino Claudio de Ais, e altri inzegneri, è andati a Lodi, super loco differenti ce ; et lui à ’uto, viUelicet inteso, quelli signori francesi aver auto risposta di Pranza zercha Valentino dii tuor di Sinigaja, non perhò altro, se non che il re, aute dite letere, disnò pocho senza parlar, si levò poi e intrò in camera e vi intrò el cani fluii Roan. Item, à inteso, li guizari, tieneno Belinzona, voleno far trieve per 3 anni. Item, il re à ordinà a Milan, a requisition de’ fiorentini, che dubitano di Valentino, li mandi monsignor di Lach con 50 lanze, et altre 150 vadi a Parma, per esser più propinque. Item, che ’1 Cardinal Roan si ha dolio, il gran maistro habi lato ritornar le zenle di Valentino. Da Crema, di sier Alvise Barbarigo, podestà et capetanìo, di 20. Di tre, lui à mandato super loco differentice ; e Alexio inzegner è lì etc. Da’Brexa, di sier Francesco Fosca/ri, el cavalier, capetanìo, di 21. Come ¡1 conte volse li . andasse a parlar in campagna, e li disse dii venir dii milanese da Siena e altre nove, qual le ha mandate a dir per Piero di Bibiena. Di Spagna, 4 letere, et il sorno poi ne vede do altre. El a ciò tutte vadino al loco suo, le scriverò da poi. Da poi disnjtr fo gran conseio, el colegio non si reduse. A dì XXVI sener. In colegio. Vene l’orator di Spagna, non perhò per nulla da conto, ma trovò di parlar di certo gripo di sai, e dimandò si nulla era \ di novo. Veneno li do legati dii papa, vìdelicet el libur-tino e il Pexaro, dicendo il Pexaro voleva ritornar; et partono cercha le galie armate; volea li galioti fosse satisfai i. Vene l’ora tor di Franza, et si scontrò con Spagna, tamen non si partono; coi quale fo conferito alcune cosse, con li capi di X, et, cazali tutti fuora, credo dicesseno di sguìzari. 295 *' Vene sier Polo Calbo, venuto patron di la barza granda, e narrò il suo star fuori, Biasemò l’impresa GENNAIO. 660 de Metelin, poi disse di la nave di monsignor di Ra-vaslen, che sì ruppe, el recuperar di alcune artilarie, qual è a la Cania, e de’ arzenti etc. Narrò molte cosse, et come fo a Napoli di Romania ; havia sempre tenuto li soi homeni in nave, comprà a Corfù uno usto, per ducali 101 dii suo; lauda un contoZafa di Napoli di Romania, di fedeltà etc. Or il principe de more lo laudoe. Vene sier Zacharia Contarinì, el cavalier, venuto za 4 zorni orator dii re di romani, et intrò savio da terra ferma, et, volendo referir, si riportò a far tal oficio in pregadi. Et il principe disse: E lì nui ve laudaremo. Da Bavena, di 23, hore do di note. Come era zonto uno so messo, partì a dì 18 dii campo dii ducha, qual si levò quel dì da la Masone, e quelli lochi circostanti dì Perosa. El ducha era alozato a la Piove, propinquo al ponte de le Chiane, e havia fato refar i ponti, e passavano tutta via lo exercito; è venuti a logiar a Citona, Sartian e Figin, castelli oltra el lago, verso Siena, qualli si haveano dati voluntarie. E dito campo si dovea levar e andar verso Siena; e si dicea, Zuan Paulo Bajone era recluto a Monte Pulza-no con poche gente e mancho reputatione. Item, Ilironimo da la Penna à scrito, in risposta, a domino Zuan Paulo Manfron, è lì a Bavetta, che il signor Paulo Orsini, il ducha di Gravina e il cavalier Orsini erano vivi in campo ; e a dì 17 il ducha havia auto nova, Pandolfo esser acordato di partirsi di Siena, tamen ditto messo dice aver visto li diti tre signori posti nel castello di la Piove, zoé in la rocha ; e che Civita di Castelo dava 500 fanti al ducha, e fato con-dur l’artilarie in campo, che fo di Vitelozo. Da Sibinico, di sier Antonio Corner, podestà et eapetanio. Come quella terra è in gran inopia di biava, perhò mandano qui per aver la trata di stera 1000 tormento, e averne gran bisogno. Bi Traù, di sier Boi fin Venier, conte, di 4 dezembrio: Come era ritornà il nontio mandoe a li vicebani di Corbavia, con la risposta per la preda etc. ; etìam.di Coxule, in schiavo, sotoscrita: vayvoda Coxule Starbaz. E dicono voler render, tamen cussi hanno lato a li altri successori per danni à ’buti quel conta’, tamen 0 hanno poi fato ni reso; e manda le dite letere. È soto scripte dite letere a questo modo : Martinus, Simonis, Lacims, Urdugi re-gnorum Balniatice et Croatìce vicebani. Scripla in latino etc. Da poi disnar fo consejo di X, con zonta di danari. Feno uno scrivati a la camera di Padoa, e rimase........di Franceschi da Modon. Et, raluto