MCCCCCI1I, FEBBRAJO. 760 andar a trovar il re. I’o dal ducha di Cleve, qual li fé bona ciera, perchè suo padre fo honorato da la Signoria quando ritornò di peregrinazodi Jerusalem ; etiam fonno nel paese dii ducha di Geler. Et essi oratori anglici dubitavano passar, perchè il conte di Sofol, dito rosa biancha, era pocho lontan ; e si dicea li diti oratori portavano danari al re, unde convene-no aver scorta di zente; et li predi anglici si dolevano cavalcar 13 /ornate e non aver auto audientia dii re. Or zonseno ozi in Anversa; doman si aspeta il re. Aduncha à passalo per il paese dii duca di Cleve, duca di Geler e Barbantia. Et parlando con l’orator yspano di la venuta di l’archiducha, qual si diceva esser zonto in Ilonsiglione, disse non era vero ; et scrive coloquij abuti zercha la guera tra Spagna e Franza. Dii dito, di primo fevrer, in Anversa. Come ozi il re fo a messa a l’abatia di San Michiel, dove è alozato ; e post missam mandono li oratori anglici avanti, in una sala, dove poi vene sua majestà, el fìol dii quondam duca Alberto menor, qual veniva di pe-regrinazo di San Iacomo di Galicia, el marchexe di Brandiburg, l’orator yspano, et lui orator nostro. Or diti oratori anglici feno la oratione publica, aprendo la secreta, lauto la liga e amititia, e si dovesse perseverar et mantenir la liga et amititia insieme, qual par za 4 mesi lì in Anversa fusse conclusa ; e quello re anglico li dè scudi, videlicet scudi 50 milia, come etiam bora la rifermerà, ma scerete. Poi pregò non desse favor etc. al conte di Sophol, dito ruosa bianca etc. Item, come era stà posto, (ter li prediti, exeomuni-chation, su le porte di le ehiesie, chi deva ajuto o favor a dito conte di Sophol, la qual cossa à iato mormorar assai, chi coram rege questo si habi fato. Item, è da saper, questi oratori voleano precieder l’orator yspano, perhò il re li mandò avanti, et non obstante sia lì in Ingaltera la fia dii re di Spagna, fo moglie dii principe. Dii dito, di 2, ivi. Come, volendo pur precieder a 1’ orator yspano, il re in chiesia, al domo, fè slar li diti oratori separadi, et dato le candele, essi andono via; et il re, con li altri oratori, fo acompa-gnato per mezo la terra fino a l’abazia, con gran po-pulo su le strade et di molte nation. E cavalchando, il re chiamò esso nostro orator, dicendo: Magni-fice orator, solicitator turcarum, dicendo: Vi ha-biamo posto di soto di I’ orator dii vescovo di Cotogna, per esser elector di l’imperio si suo’ far, ma in publico volemo siati apud nos ; e li disse certa nova di Hongaria, qual non l’a udite per il strepito di le trombete. Poi disse aver di 4 zorni, da Roma, il duca Valentino aver fato tajar la testa a Vitelozo, e Levoroto a Sinigaja e preso il Cardinal Ursino. E lui orator disse avia in particulari di missier Remiro e domino Michiel. E il re disse : Missier Remiro è un 340 homo da ben, non sapiamo di questo ; et che havia avisi di Roma recenti, di 30 zener. Poi laudò il paese di Barbante e Fiandra ; e 1’ orator disse desiderava veder l’archiducha. 11 re rispose lo vedereli ben ; et pian, per l’amor di 1’ orator yspano, li disse, il re di Franza li à mandà 4 obstasi zoveni per soa secur-tà, videlicet monsignor di Vandoma, monsignor di Monpensier, monsignor di Namors, fìol dii vice re è a Napoli, e monsignor di Candala, fradelo di la raina di Hongaria. Item, che il re voi ricuperar fiorini 100 milia, che li fo promesso da 4 cità, videlicet Anversa, Brusele, Lovam et Molines, za anni quatro, acciò facesse guerra al ducha di Geler, che li convicina. Item, il re è per andar a visitar Yrlanda et Zilan-da etc. Da liiva, di sier Zuan Francesco Miani, provedaclor, di 22. Come el eontestabele de lì li è venuto a dir, che il signor Constanti!) Amiti, sta Archo, voria andar dal re di romani, e voria logar le sue robe, e X cavali, in una caxa lì a Riva ; non à voluto conciederli, perhò la Signoria nostra comandi. Et per colegio li fo scrìto non ge la desse, atento fu fato mala relatione in colegio, che l’hò nemico nostro. Da poi disnar fo conseio di X, con zonta di colegio. In questa matina vene in colegio il secratario di l’orator di Franza, mostrando una letera, di 14, da Roma, privata. Scrive, che è nova, il gran capetanio yspano, ussito di Barleta per mar per andar a Taranto, el 800 cavali, per terra, fonno da monsignor di Obignì roti et presi, che pur uno scapolò, perhò esso orator mandoe a comunicar tal bona nova; et il principe mostrò ralegrarsi assai, tamen non fu creta, perchè havevemo, di 18, di Roma, che 0 diceva. Fono fati capi di X, per marzo, sier Marco da Molin, sier Lorenzo Zustignan et sier Zorzi Corner, el cavalier. A dì 26 fevrer. In colegio, domenega di carle-var, fo expedito alcune parte di la ternaria vechia, insieme con li provedadori di comun, et balotate per la Signoria, et prese. Et jn loco di sier Cosma Pa-squaligo, consier, amalato, fo butà sier Andrea Do-nado, cao di 40. Di Franza, venute eri nel conseio di X, date a Bles. Come l'ultime soe fo di 4. Il re si partì da Bles, per andar a Lochyes da la raina era indi-sposita, etiam a veder la Itola, poi anderà a Molines