579 Pranza per cosse parlicular; dimandò certe letere e li lu concesse. Da Padoa, di sier Francesco da Lese, pro-vcdador sopra il •compadego. Come el mandava certi danari e voleva licentia di ripalriar, e ita concesso. Di Ancona, di la comunità, e di Francesco di Antiqui, consolo nostro. Si duol dii soracomito di Arbe, che ha tolto uno gripo con valonia, andava a Trani, per contrabando che non hè eie. Da poi disnar, perchè li savij compiva, fo pregadi. Da La vena, di 29, Itorc 15. Come, per messi tornati da Rimano, eri a bore 20 el ducha si levò, e cussi il resto di le zente; alozerà la note a la Chato-licha, mia 7 di Pesaro. Da Mìlan, di 27, dii secretano. Si scusa quanto fece e parlò a quelli signori in materia Adda, per la novità fanno lodesani, come per nostre è sta ripreso; tutto fece a fin di ben. Or parlò al gran * maistro, qualli ordinò a missier Claudio de Ais, è de li, che vedi, e si è cossa nociva a la Signoria ri-Irati il tutto. Item, dii ducha Valentino quel gran maistro li voi mal; et de li 800 sguizari bave, di questi :?00 n’ è fuziti. Item, dito ducha à manda al roy a pregar li lassi almeno 200 lanze; et il gran maistro à manda contra, a dir non li lassi. Item, di li oratori, fo mandati a’sguizari per ii re, nulla si ha di loro. Fo posto, per li consieri, dar il possesso di certo beneficio di Cypri, di Rodi, a......Malipiero, qual à ’uto le bolle, videlicet di darli il possesso, et si scrivi al rezimento de Cypri ; et fu presa. Fu posto, per Ihoro savij, che il capetanio di le fantarie, venuto qui, e dovea andar a Ravena, sia li-cenliato e ritorni con la compagnia a Gradiscila; e li ducali 100 ave, li sia« donati. E perchè Marco di Rimano, contestabile, è casso, a quella compagnia è a Ravena sia preso, che, per il coleio, sia manda uno contestabile, con 100 fanti da guazo, a Ravena. Ave tutto il conscio. Fu posto per li dili, dar a domino Costantin Casellari, qual l'o al charaman, certi ofìcij in Cypro, e al fìol certa provision de li di li ducati 4000 si dà etc., ut in ea. Et nuj savij ai ordeni metessemo voler la parte con questo, non sia conira li indulti e privilegij concessi a’ cyprioti. Andò le parte : 8 non sinceri, una di no, 57 di savij ai ordeni, 104 dii resto ; e fu presa. Et poi sier Francesco Foscari, al qual fo commesso la expedition di li eriedi di Zuan Chalafati per la soa nave etc., andò in renga e disse quelli conti. 580 El poi sier Polo Barbo, sier Domenego Murili, sier Andrea Cabrici, procurator, savij dii conseio, et llioro Foscari messeno darli per resto certi tereni in Candia etc., ut in ea. Nui ai ordeni metessemo a P incontro darli certi danari e liberarlo dii livello, paga de li a la Cania etc., ut in ea. Andò lo parte: 15 non sinceri, 7 di no, la nostra 21, di savij grandi 125; e questa fu presa. E nota, intrai in opinion con li mei compagni, ma nulla so. Et poi fo chiama conseio di X in cheba, con la zonta di danari, per trovar ducati Xll milia, da mandar in Candia per l’armar le galie, e li trovono e li inandono per 1’ ultima galia di Alexandria. Item, fonno fati capi dii conseio di X, per il mexe di ze-ner, sier Lorenzo Zustignan, sier Lunardo Mocenigo, sier Zorzi Corner, cavalier. Noto, in questo mexe el monte nuovo, che vai-leva ducati G2 el cento, è cressudo a ducali 75 ; è bon sigila!. Item, è da saper, che dal 1500 in qua, come vidi su una poliza, di nostre galie sono sta prese per turchi galie numero XX con tutti li homeni, videlicet le inl’rascripte :............ Dii mexe di zencr 1502. A dì primo zener. El principe fo a messa in chiesia, justa el consueto, et poi coleio non si redusse, et fo gran neve. Et in questa matina andai a Santo Andrea de Lio, dove fra’ Jacomo Sanudo, quondam sier Andrea, fè profession, che, a memoria hominum, più niun da dia’ Sanudo è andato frate. Et è da saper, in questi anni 4 zentilomeni ivi è andà frati: sier Stefano Venier, quondam sier Piero, sier Zuan Antonio Mariti, di sier Francesco, e sier Zuan Francesco Contarmi, quondam sier Alvise, qual mandò la moier e una tia monacha a Santa Justina. Da poi disnar colegio non si redusse, nè altro fu fucto. A dì do zener. In colegio. Introno sier Piero Duodo e sier Alvixe da Molili, savij dii conseio, sier Polo Capello, cavalier, savio terra ferma. Vene el capetanio di le fantarie, al qual fo ditto la diliberation, che ’1 tornasse a Gradiscila, et de li ducati 100 se li donava. Disse era servilor; e il tutto fa volentieri ; et poi disse di Marco di Rimano, recomandandolo. Al qual foli ditto la cossa, e lui disse lo aria apichato. Nota, el capetanio preditto sempre à un can con lui. N cne 1 orator di Pranza et fè lezer alcuni capi- MCCCCCIJI, GENNAJO.