385 mcccccii, filarie erano in bordine por sequir lo exereilo. Item, il conte Zuan Aldrovandin e li a Ravena, stimulato da quelli di Rimano, par voriano levar San Marco. Item, a Ymola, il ducha Valentino fa meter moni-tion, vituarie e artilarie in rocha ; fa scription di zente senza darli danari, ma che ozi ne dovea dar, e ■ cussi in Fflenza, Cesena e Forlì; e zuoba zonse a Ymola 100 spagnoli restali dii conllilo. Item, il conta’ di Fano è preso da Orsini, e la magior parte dii conta’ di Pexaro. 178 A dì 25 oetùbrio. In colegio. Vene l’orator di . Franza, et presentò una suplicha di Hironimo Frescobaldi e altri fiorentini. Voi salvo conduto poter merchadantar qui, non obstante la ripresala, poi altre cosse particular. Risposto si faria. Vene il legato e l’orator di Valentino, qual tolse licentia dito orator di partir, dicendo cl suo ducha era ubligato a questa Signoria, e disiderava aver occasione di monstrar la servitù. Vene 1’ orator di Ferara e il fator, per causa dii debito dii sai ; voleno dar podio, e termeni dieno dar ducati 21 milia. Item, meter a conto ducati 1000 per li salii andò a Cremona, li quali si tien non dia pagar, cornine non paga quelli vanno a Crema e Bergamo. È dito, se vederia li capitoli parla di zio. Vene il milanese, nontio dii conte di Pitiano, nome Sabastian Preda, ringratiò dii possesso al Boi, e portò letere ili credenza. Prega sia scrito in Fran -za e ricomandà il stato suo al re et etiam al ducha Valentino. Risposto si conseierà. Da Udene, di sier Polo Trivixan, el cava-lier, luogo tenente. Avisi de fanti alemani vien per passar a Fiume e va in Reame; e di zio ordinato credenza, non si dichi. Da poi disnar fo pregadi, e, poi leto le letere, cazà i papalistl. Fu posto, per lhoro savij, scriver a 1’ orator in Franza, in risposta di coloquij abuti con 11 re. Zercha il conte di Pitiano e Bortolo d’Alviano, non vanno da Orsini; imo al capetaniodi le fantarie nostro ha-Jtlamo dinega l’andata; e poi dirli, Orssini non fa contra soa majestà, ma ben, eomme disperati, poiria far mal assai, perhò digi al re etc. Parlò contra sier Polo Barbo, procurator, savio dii conseio, non voi dir 0 de Orsini. Li rispose sier Marco Sanudo; poi parlò sier Lorenzo di Prioli, fo avogador. Rispose sier Alvise Malipiero ; poi parlò sier Zorzi Emo, e rispose cl serenissimo principe, laudando la parte di savij. Andò la parte : una di no, una non sincera, dii Barbo 37, dii resto di savij 100; e fu presa. Fu posto, per tuli i savij, che sier Beneto da I Diani di M. Sanuto. — Tom. IV. OTTOBBE. 380 dia’ da Pexaro, procurator, capetanio zeneral rii ■mar, vengi a disarmar e resti 11 provedadori al governo per septimana ; e sier Andrea Cabrici, savio dii conseio, messe de indusiar. Sier Marco da.Molin, savio ai ordeni, andò in renga, e concluse; e cussi messe di far venere capetanio zeneral, el qual armi quando parerà a questo conseio. Poi sier Hironimo da Pexaro, ilo dii zeneral, parlò zerchaTusse concesso licentia a so padre, oferendo per lui tornar al bisogno. Andò le parte: 0 non sinceri, 0 di no, dii Molili, di far zeneral, 2, di savij 49, dii Gabriel, de l’indusia, 105. Fu preso di indusiar prò nutic. Fu posto, per tutti, una opinion nostra, zercha la comision di esser data a sier Beneto Sanudo, va orator al Cimiero, con uno gripo, fin a Corfù, poi con una galia in Alexandria; et per esser molti capi e assa’ longe, per le cosse di Damasco e di Alexandria, che qui non mi estenderò. Item, porti ducati 400 de arzenti, a risego di colimo. Ave 3 di no. A dì 26 oetùbrio. In colegio. Vene il capetanio 178' di le fantarie, solicitando la licentia, la qual per il principe li fo dinegata. E lui con lacrime disse: Possa che non volè vadi, mandatime in Levante, acciò mi passi questa furia. Or poi fo terminato non lo mandar e averlo a presso ; e cussi lo rimandato a Gradiscila. Da Milan, dii secretano, di '22. Cornine il gran maistro si partiva per Parma; voria saper si lo dia seguir. Etiam si parte il reverendo gran ean-zelier. Item, dii ponte di Pizegaton à parlato a domino Renaldo Triuzi, dice taserà. Item, quel conte Antonio di la Somaia solitila la risposta. Li fo scrito per coll'io non si partise di Milan, et dichi a quel di la Somaia, non è tempo, ma al bisogno si ricorderemo di la persona sua. Di Crema, di sier Alvise da Mula, podestà et capetanio, di 22. Tute le zente francese, alozate in quelli confini, sono levate, et a Lodi et Alexan- • dria lasato senza niun; e quelli populi si contentano mal di francesi, voriano volentieri esser soto la Signoria nostra; et in rocha di Lodi è stà posto moni-tjon, e monsignor l’abate, governa il loco, va a dormir con 20 di soi. Da Pizegaton, di sier Piero Miclncl, prove-dador. In la materia di quel ponte; e francesi non voi la piancheta si lievi dii nostro. Item, uno Antonio Manara li à scrito una letera, voi dirli cosse grande a beneficio di la Signoria ; voi salvo conduto e restitution. Da Bavena, di 24, liore 12. Come quella note, per spie venute, referisse, lo exercito bolognese esser 25