519 MDXX1X, SETTEMBRE. 520 speranza. Heri vene qui da me lo illustrissimo signor Renzo, con 8 0 10 de li sui gentilomeni, per venir a veder alcuni cavalli del provedilor de In Cefalonia, che era venuti de qui cimi vini et sali mandati per la Signoria. Et da poi che havessimo disnato se retirassemo da parte con lo illustrissimo signor Renzo, et mirati in ragionamento de lo apontamento che li inimici hanno dato fama esser seguilo Ira la Cesarea Maestà et il re Christianis-simo, sua signoria me rispose: « Me par dura cosa a creder che’I sia seguito che la illustrissima Si gnoria non sia compresa, ma sapiando il desiderio della madre del re de haver gli figlioli, ha a veder mal volenliera venir il re in Italia, facilmente po-tria esser che lo accordo l'usse seguito ; però non mi pareria salvo bono che facesti intender al cla-rissimo generai che stesse sopra di sé a lenir bone guardie al Cao Santa Maria, aziò che il capitanio Andrea Doria non Io atrovasse a la imprevista, et che li desse una bastonala. » Et ancor che per avanti dito signor Renzo, quando fui a Barleta, me disse queste parole ¡ristesse, le qual scrissi al eia-rissimo generai, volesse star sopra di sè et ben 335* avertilo, — et per quello vedo, el signor Renzo è • mollo afficionatissimo a le cose de la Signoria nostra, el mostra, se lo accordo sarà seguito, haver dispiacer, et dal canto suo 11011 è da dubitare de cosa alcuna, — bora che la Signoria mi ha scrito de lo apontamento seguito, et quanto l’ha per avisi de Fiorenza mandatomi, el che operi col signor Renzo fazi bon officio, et vedendolo pronto a que-slo, per bora non li ho dito altro. Solicita si mandi danari per lenir queste gente ben contente, et le ho dalo ¡11 questi giorni una paga generai. Richiede etiam ora per il vito de cavalli, de qui non è strame, el mancandoli la biava, ne ha bisognato darli fava. Il principe di Oranges et il forzo de le gente che erano in questo Regno sono andate a la volta de Roma, et vanno ad incontrar lo impe-ralor. Il marchese del Guasto si ha per certo esser andato a Napoli, chiamato dal Conseglio. El forzo di queste gente, che erano in questi lochi circumvicini, chi sono andati col principe predilo, chi col marchese, el il forzo de li cavalli cum il signor Ferante da Gonzaga ; sichè a queste bande al presente non è da dubitare. Lettera del ditto, di 30 avosto. Ileri sera al tardo riceveli letere de la Signoria, di 16 de l’instante, con copia di letere scrile al clarissimo generai per uno bregantin a posta, el qual subito expedii con le letere al clarissimo generai. Questa notte zonse de qui domino Al-inorò Barbaro sopracomito, con lettere de la Signoria, di 20, con copia di quanto la scrive al zeneral. Et questa matina per tempo expedii dilla galia indrio, et starò ben oculatissimo. Et per lettere di 20 la Signoria scrive al zeneral, levandosi con P arrnada de Brandizo, vadi a far la massa a Corfù; il meglio saria l’andasse in Bocca di Cattare, per molle cause, et prima perchè stagando in Boca di Cataro con l’armada è in moto sempre, et porà andar in una liora dove li bisogna; stando a Corfù in terra non se puoi haver le ga-lie pronte. Et questn armala è molto mal condi-tionala, maxime de zurme, et al presente si voria haver manco numero di galie et ben armade, el 336 lì a Bocca de Calare la si potrà interzar et haver qualche homo per via de Paslrovichii et Budoa et Antivari, che sono boni homeni; et a Catare sono forni da far pan assai, et ogni altra comodità per l’armada. El questo scriverò al clarissimo generai ; fazi poi quello li parerà. 11 signor Renzo fin heri al tardo non ha haulo alcuno aviso, perchè el mi mi mandò qui domino Virgilio cum sue lettere, dicendo haver visto el bregantino venir de qui, et se havia alcuna nova lo advisasse de lo aponla-menlo. Li mandai la copia del summario di Fiorenza, et in ultima del summario diceva che li confederati erano compresi. Quanto a star oculato, scrive si stagi sopra de lui, se la Signoria li man-darà danari et presti el in bona sumnia, perchè, restituendosi Barleta, bavero de lì da (¡00 in 700 fanti boni con lor capi, subditi de la Signoria nostra, che molte fiate mi hanno parlato, et de le mior compagnie sono in Barleta, zoè Rafael da Ravena, Rustichella da Vicenza, Bernardin da Crema, Anzolo Bastardo da Coron; questi sono li ca-petani. Et havendo danari, non temo se venisse 1’ exercìto de l’impcrador. Etiam voria due 0 tre galìe et le fuste fra qui et Monopoli ; etiam polvere una bona quantità, per haverne dato al clarissimo zeneral per la impresa di Brandizo, per la galìa Mula barili 80, et dui ho dato al capitanio del Golfo, et 50 ho dato al gubernalor de Monopoli per dita impresa. Sichè il zeneral ha haulo 172 barili. De qui non si poi far salnitri per mancamento de legne. In questo castello non è una lira. Li capi di slratioti voleno danari; molli de loro capi sono morti in questi loci, et de 500 cavalli che erano, non sono in tutto 300, el voriano etiam esser