137 HDXXIX, LUGLIO. 138 sbarcarsi a Genova. 11 signor Andrea Doria è favorito et acarezato da Cesare, et acarezato sopra lutti li altri, al quale Sua Maestà è liberalissima di molte cose, che a li altri principi et signori de quella corte è avara. È venuto in consideralione se l’armata debbe sbarcare le genti a Porlo Hercole, o Porto di San Stefano, o pure a Genoa, et la resolulione non si era fatta. La persona di Cesare resolutamente in-trarà a Genova, dove si crede che il papa l’habbi a incontrar. Di la pace che si traila a Cambrai non mostrano bavcr molla speranza, nondimeno in secreto credevano che dovesse haver effetto, pensando che madama la regenle ne havesse a far ogni opera, aziò che ii Christianissimo non babbi causa del venire in Italia. Il giorno di San Piero si pubblicò P acordo del papa fatto con Cesare, di che per altre si ha hauto aviso. Li capitoli di ditto accordo, quelli che si son potuti retrahere, sono li infrascritti, et : Il primo, ch<> la Cesarea Maestà debbi passare questo anno in Italia in ogni modo, zioè inanzi Ognissanti. 82* Che doni per mogliera a Atexan'ro de Medici la sua figliola bastarda, con dota di 20 miglia ducati de intrata, 12 milia nel Regno et 8 mila altrove. Che debba restituir Sua Santità in Fiorenza con quella medema autorità et forza che aveva avanti al sacco di Roma. Che li sia restituita da Venitiani Cervia, et le altre terre di Romagna. Che li sia restituita dal duca di Ferrara, Modena, Reggio, Rubiera et Ferrara. 11 papa li concede il quarto di le entrate ecclesiastiche per tutto il suo dominio, et per tre anni lo imperator li concede la cruciata. Il papa li promette vitualie quando sarà in Toscana. Che si debba perdonare al duca di Milano, non havendo errato. Il papa li quieta 100 milia ducali che lo imperator li debbe. Intendesi che il marchese di Manina è mal contento del nuovo parentado con Alexandro de Medici, perchè la desiderava haver egli, sicome Cesare li havea offerto : et havendoli promesso il bastone generale sopra tutto P exercito suo, ha risposto poi a li agenti di dillo marchese che, venendo Sua Maestà in Italia, non ha bisogno di altro capitano. Que- sto è tulio quello che si ritrahe di ditte lettere da Barzelona. Copia di una lettera da Fiorenza, scritta per 83 quelli Signori a domino Bortolomio Guai-teroto suo orator, in Venetia. Magnifice orator. Vi scrivemo quello che ci occorse, et non hes-sendo ancora partito il procazio non vogliamo mancare de dirvi, come questa notle habbiamo hauto lettere di Francia, di 10, date in Cambra), per le quale non se intende altri parliculari, senonchè la pratica di lo accordo si era alquanto prolungala per certa indisposition di madama Margarita. Non si ragionava ancora di altri particulari, salvo di le tre domande fatte da ditta madama in nome de Cesare, et per quanto si può comprendere quelli Signori erano in speranza che tal pace se havesse a concluder. Per le dilte si intende esser arrivato P arzivescovo di Capova et due personagi de An-gliterra, uno di quali è P arzivescovo di Londra. Ogni giorno cresce il romore che questi imperiali fanno la impresa di Perugia, et del continuo con ogni presteza si vanno preparando. Per avisi da Siena, de 1G, se intende, che il papa metle in ordino le stanze a la Vigna per allogiar il principe di Oran-ges, il quale per più avisi si riscontra che debbe venir a Roma. Intendesi ancora per li dilli avisi che li imperiali hanno brusiato Palestina. Da Perugia, per lettere di 16, se intende che absolutamenle il papa ha determinato far la impresa di Fiorenza, a la qual per ordine de lo.orator cesareo verano del Reame fanti 5000, et la persona del marchese del Guasto, et di Gioan d’Urbino cum buon numero di cavalli, et che Sua Santità fa instantia di havere 5000 svizari per condurli per la via di Bologna sotto il signor Giovanni di Saxatello et Ramazotlo, ma tutta questa gente debbe venir prima a la impresa di Perugia, et l’arlellaria si debbe trarre di la Città di Castello et di Civitavechia. Per lettere di Roma, di 13, se intende che il signor FabricioMa-reman et il signor Pier Luigi Farnese se partivano da Paleslrina con 300 fanti per la impresa de Perula, et poi di Firenza, et che doveano far la massa a Terano. Insomma, per tuli li avisi, si ritrahe che li nemici si vanno aprestando per venir a danni nostri. Comunicareti tulio con cotesti signori, aziò, vedendo li pericoli nei quali ci troviamo, si dispongino a darci quelli aiuli che sono necessari, non tanto per