205 MDXXIX, LUGLIO. 206 slimava fusse 1’ armala de lo iraperalor, pur l’aviso non è di loco di pn starli interamente fede. Che si havea grande speranza ne li pressidi di collegati, et specialmente de li illustrissimi Veneliani. 123') Da Roma, a li 20 de luio 1859. Noslro Signore me ha diio, che certamente questa lega et copfederalion fala Ira Sua Santità, la cesarea Maestà, el re d’Hongaria, non è fala se non ad ottimo fine, et praecipue con lo obieto de la pace universale, a la quale ella ha ateso sempre, come bora anche atende più che mai. Et mollo le piace, che le par de comprendere per evidentissimi segni che la Maestà cesarea sia de la medesima disposilioir, che, se li allri potentati vorano dal canto loro far quello che debitamente se li convien, non sarà dificile che se ne veda buona conclusione. Hozi se aspeta qui monsignor di la Praia gen-lilhomo et consigliere de l’imperatore, mandato da Sua Maestà in Italia, qual, secondo intendo, porla la risolution del tempo determinalo de la venuta in Italia di prefata Maestà. Esso monsignor scrive da Genoa solo T arrivo, et non si estende in significar più olirà, remetendosi a la venuta sua. 11 signor principe di Grange è a 1’ Aquila, et là se univano le gente che hanno a venir di quà, il che già deve esser eseguito, et sua excellentia è posta in camino per passarsene olirà, per d che si crede che in breve debba esser in queste bande. 124’) Veneno in Collegio tuli tre oratori di Pranza, vi-delicet il signor Teodoro Triulzi, lo episcopo di Tarbe et domino Zuan Joachin, et haveno audientia con li Cai di X. El qual signor Teodoro si parte domenica per andar in campo et recoglier le reliquie del campo del re, et con quelle vien di Pranza renovar il suo exercito. El il serenissimo li disse : « Domini Oratores, beri vui missier Joachin ne mandasti una poliza in Pregadi, exortandone vi si desse risposta, et perchè non si poi andar in Senato se non con cosa certa, vui monsignor di Tarbe dite el re voi scudi 30 milia, et la inslrution vostra è tre di più vechia di le nostre lettere de l’orator Justiniau, che il re si contentò in scudi 20 milia ». Al che lo episcopo di Terbe parloe et monslroe la sua instruzion. Et il serenissimo disse: