3(39 MDXX1X, AGOSTO. 370 da 40, et zirca 25 mode de rispetto. Sulla piazza del castello altre munilion non zè. Item, haver visto da 35 barche in aqua, ma tutte senza ponti, solimi cuín le anchore. Item, se dice che Casle-lalto va in Ungaria et fa 3000 fanti per condur in Ungaria. La venuta di le qual gente si crede che sera a la fin del mexe presente, et se dice che ve-nirano per Val de Lagri, et clic andarano a la volta 231* de lo imperator. Poi per una lettera del degan di Trento se intende esser el Turco grosissimo sul Danubio, ma non haver poluto passar per le ere-sentie del Danubio che li ha rotto il ponte, nè lo lassa refar de novo. A dì ditto. Depositìone de Leonardo Rosso, mandato a Trento per li datissimi rettori di Verona. A li 21 di l’instante a hora di nona parli da Trento ditto Lunardo. Narra esser sta in Trento et Matarello, loco de qua da Trento miglia 3, cavalli borgognoni zerca 500, et che sé ne aspelava fino al numero de 1500. In Trento se fanno gran preparamenti di stalle, strami et farine. Et esser gionti no li prai del ditto loco di Matarello buoi beriini zerca 700, et gran numero de castrali. In el fiume del Alice esser barche 17, et 13 sono in terra, et sono 4 zalre de mode et zocln de artel -larie et tre anchore et molte corde dentro. Nella piaza del castello esser preparate molle artellarie, et sopra la piaza de la terra 4 da campo solimi. Hanno fatto le spianale et aconzale le strale verso la Crovara, et verso la Chiusa. Che in Trento si expectava 4 principi con zerca 8000 lanzinecb, quali per quanto se dice vanno ad ritrovar 1’ imperador, et che’l duca de Bransvich è quello che guida li cavalli borgognoni. Che’l Castelallo è andato verso T Ongaria con gran numero di gente, et che’l Signor turco fa gran facende in Hungaria. Che per lutti gli passi li lodeschi hanno messo le guardie, et cercano tulli che passano, et molti non lassano andare over ritornare. 232 Copia di una lettera da Genova, scritta al reverendissimo cardinal dì Mantoa, alli 17 avoslo 1529. Da Parma in qua non ho più scritto a vostra signoria, per non essermi accascalo. Hora che siamo gionli qui, et che’l signor illustrissimo monda a I Diaríi di M. Sanuto, -r Tom• LI. posta a Manloa Luca, ho voluto con questa mia significarli tulio il progresso ; ancoraché il prefato Luca a bocca dirà il tulio, non mancarò per questa de dirlo ancora io a vostra signoria con questa mia lettera, per esser sempre sialo presente a ogni cosa. Da Parma fu expedilo Moretto a Genova a pregar il signor Andrea D >ria che volesse mandar a lenir il signor nostro illustrissimo, videlicet marchese di Mantua con la sua compagnia, a Seslro, dove gion-gessimo domenica di sera. Et quando lo impera-.(ore intese la venula di sua excellenlia, ordinò al prefato signor Andrea che mandasse quelle navi che erano de bisogno. Et così fu mandalo il conte Filippino Doria con due galere, la Fortuna et la Vittoria, che gionseno a tre bore di notte. Et il prefalo conte Filippino vene a visitar il signor, et dette ordine che la malina nel far del giorno si fosse in mare. Et così fummo. Circa a le 18 bore de heri giongesemo qui, alogiali in casa de missier Selvagio de Negroni, el fina a le 23 stete sua ex-cellentia visitata in casa da tulli questi signori, che fu una infinità fina a la prefala bora che se andete a lo imperatore ; che, come Sua Maestà intese la venula del signore, si dolse mollo col Malalesla che non l’havesse advisata, perchè havea ordinalo di mandarlo a incontrare in mare el condurlo a la terra con gran copia de genlilhomeni. Quando fu I’ ora deputata di le 23 per andar a Sua Maestà, la mandete qui cerca a 20 signori et genlilhomeni, Ira li quali il marchese Storga et marchese de Villafranca, a levar sua excellenlia. Et così andassimo a la corle, dove per quelle sale el camare et guarde camere furono falle mille cerimonie et honori. A la fine gionse sua signoria in la camera de Sua Maestà, la qual havea seco il signor don Lope de Soria, al qual disse che quando giongesse li lo facesse conoscere. Et intralo il signor ne la camera con la fiorila compagnia de sui genlilhomeni molto in ordine et infiniti altri signori che lo accompagnavano de quelli de Sua Maestà, sua excellenlia se gli ap- 532* presentò, et Cesare come lo vide, mostratoli dal signor don Lopes, gli andele incontro ben Ire passi dal loco dove era. Gli volse basar la mano; Sua Maestà fu mollo presta, cum sua barela in mano lo abbraziò con una ciera molto affabile et aiegra. Si remise la sua berela in testa, invitando sua excel* lentia da forsi cinque 0 sei volle a coprirse. Sua signoria mai volse, ma sempre con grandissima reverenda stelle dinanzi a Soa Maestà. Tutti li sui gentilhomeni ad uno per uno li basorno la mano et fumo ben visti et accarezzali. Il signor illuslris• 84