629 vero ». Li disse : « Menti per la gola tu ». Fu certe parole grande, minazando de provar eie. Non fu altro. La matina, dovendo caminar el campo, el sapilanio chiamò questo Basco, et li disse : « Monta a cavallo, et fa marchiar tulle le compagnie s. Rispose : « Signor, sai la differenti« che io ho con l’Oria ». Disse el capitanio : <ì Va, sopra di me ». Il zovene montò a cavallo el comandò da parie de monsignor de San Polo che lutti marchiassero et non volse andar ne la compagnia de l’Oria, ma li fece dir da ini altro. L’Oria domandò a quel altro: « Chi le l’ha dillo? » El lui rispose: « El Basco ». Montò a cavallo con circa 20 cavalli el azonse el Basco, et disseli : « Che parole dicesti l’altro giorno, presente il capitanio? ». Lui rispose : « Quelle che io dissi ». Disse l’Oria : « Perchè non me le dici qua ? ». Rispose : « Quando saranno presenti monsignor de San Polo ti dirò precise el li manlegnirò quello clic li ho dillo ». L’Oria si acoslò et disseli : « Bardassa, li ne menti per la gola ». Et detili un schiafo. Il zovene col disavantazo tollerò, et andò dal capitanio, il qual subito cassò dillo Filippo, el qual si parti et andò dal Christianissimo re et ricercò il combater. Et cussi de mandato de Sua Maestà si have questo campo. Si veneno tulli doi mollo honorati in Ferrara, et con grandissima pompa. Et vennero ne gli pavioni a bore 10 >/, in 11 l’excellenlia del duca don Hercules, il archiepiscopo Ypolito, la 405 duchessa. Vennero edam palre el fiolo ne li sle-cati, Ypolilo et la duchessa a le faneslre. 11 nostro magnifico ambassator non gli volse esser. Soa excellenlia sento nel slecato. A bori circa 13, l’O-ri che li dete li capitoli, si lessero, el forno 4 ad ama-zar li cavalli, arme da disfida, cambiar l’arme se li fossero role, a guera finita, et suo danno chi cazesse. A hore 15 l’Oria li mandò una scheniera et una arnise, el sopra questa non si trovava niuno in Ferrara che non armasse o più o manco, di modo che steteno quelli armaroli a conzar fino 17 bore. In queslo mezo l'excellenlia del duca andò a di-snare, el li altri, chi bozolai chi rosli, su soleri, et chi altre cose. Tornò sua excellenlia a bore 18. Li mandò uno brazalelo drelo con il guanto. Queslo si trovò assai expedita resolutione. Li mandò poi una lunela dreta, poi de là un pezo li mandò una falda, de questi due peci se Irovò presto li pari, poi li mandò una celada, el a questa gli fu difficullà, che una armava più che l’altra, pur era quasi bore 19. A le 19 li mandò due rodelle grandi che ’I se cernisse quella li piacesse. El in 630 quell’ bora, da le parte del Basco, se messeno a sonar 5 tamburli de balaglia. De li a un poco el duca fece misurar il sole, et partilo, a bore 19 */2 vene li 5 tamburli cambiando, el condusse il Basco al suo loco, che era per sgindo del slecato, el «impagliatolo, se ne vene da l’Oria, et sonando menò Filippo in campo, et anco lui al suo sgin-do. Fu mandalo nel pavion de l’Oria a luor duo spade non mollo longe ma affiliale el limale come potete cognoseere, et li furilo date in mano de • tulli dui li padrini, li quali erano bolognesi ; et per dir quelli che li condusseno, l’Oria fu el conte Alexandro de Pepoli, il Basco fu el signor Emilio Marascoto, valentissimi homeni d’assai et nemici insieme nel invicem. Il padrin del Basco tolse una de le spade et immediate el potestà de la terra andò da l’Oria et solemnemenle li dele sacramento che l’arme non fosseno atossicate over incantale, et cussi tutti se parlino del steccalo, excepto la excellenlia del duca che restò con un zanelon in mano, et don Hercules con una partesana, et li Irotnbela che fecero la crida che alcuno, sollo pena de la vila, non parlasse, spudasse o fesse segno, el immediate tulli spudorno. Poi un solò Irom-befa sonò una volta et disse : «Su zenlilomeui ! » La seconda sonala : « Su cavalieri I » La terza sonala : « Su, chi sa far si faza! » L’Oria se parli veloce come un cervo et tanto ben disposto ne le arme et maxime de quella sorte, come se potesse, per iudicio de ogniuno trovar in Italia. Et il Basco 405* vene animosamente, el apena giolito, in 5 colpi PO-ria la prima stocala li passò il volto al Basco al ladi sinistro poco largo dal naso ; l’allra stocala simili-ter li dele nel viso a banda destra, di modo che il poverino versava infinitissimo sangue ; l’altra slocata li (irò el inveslillo ne la lunela che se un dedo scalizava, il Basco era inorlo, perchè l’Oria li cazava .la spada fino li oclii, et storse la spada. Il Basco non sapeva niente in quella pratica, andava avanti col piè disarmato, slcva con la rudella tulio discoperto, non tirò mai slocala alcuna, et questo perché l’Oria andava tanto seralo del mondo, tandem con uno stramazon che tirò el Basco su la rudella de l’Oria scavezò la spada, el immediate el duca se mise in in mezo, el feli portar l’altra spada. El visto I’ uno el l’allro, sua excellenlia disse al Basco : « Avanzatevi, zenlilbomo! » Et lui mai volse tornare al fallo, ma over che l’Oria si vedesse la spada torta, che se l’havesse parlato I’ hariano cambiala, over che ’I si pensò che versando lanlo sangue il se affluisse, si andava tirando a drielo. Et veramente si combalte- MDXXIX, settembre.