151 UDXXIX, LUGLIO. 152 nprcsso Caodistria. Et haver promosso a diti fanti tornar fra dui zorni a loro con la paga di 4 scudi per uno, computando uno archihuso per pretio di doi scudi et scudi do de contadi. Quali arcliibusi, come scrissi, li fanno far a la Trevisa sopra la Pon-leba. Et che non trovando il re a Linz, convenia seguirlo fin dove el saria. Et che la opinion di questi spagnoli non era di andar per niente in Honga- Dl* garia, ma vegnir a le guerre di Italia, sperando di venir in loco di manco pericolo et di maggior guadagno. Itemi, che ’1 vicedomino de Pomperga, nel contado de Villaco et lochi circumvicini, a li 16 del presente mese permutava li eleti di quelle discre-tioni, de ogni 10 uno, in tre rayne per testa, et volua li danari, dicendo che fariano mior zente ancor che in altri lochi, dove forsi si trovano miglior fanti fanno la mostra, et voleno le zente et non danari. Hanno etiam messo de novo uno altro taglion, qual é lo quarto, ma tutti si dolerlo, el non lo voleno pagar, pur convenirano pagarlo. 92 Copia di una lettera scritta per monsignor di San Polo, è preson nel castelo di Milan, a Anibaud suo loootenente nel nostro campo. Anibaud ! È venuto l’armarolo del signor duca d’ Urbino per farne una armatura; vi pregamo sollecitare el prefato signor duca in nostro nome che la fazia expedir quanto più presto. Il nostro Irombeta è venuto di Aste con lettere di Pavioto, per haver salvocondulo dal signor Antonio di vegnir a. parlar con noi di commission de li illustrissimi nostri fratelli. Marniamo dal prefalo signor Antonio per haver esso salvocondulo; et venendo Pavido, di quanto intenderemo da lui, che sarà circa la liberation nostra, ve ne avisaremo. Aspeliamo La Facandera, el similmente sarete avisato del luto. 11 trombeta dice che li danari sono in Aste, el che il contrarol loro de campo li è arivaio, el retirato li danari in sua mano. Et dice che monsignor di Guisa vene cum tulli li lanzinech, sono in Pranza, che sono 14 rnilia. Pur, non ha verno altro chela parola del trombeta; intendendo altro a la verità ve ne avisaremo. Mi recòmandarele al signor duca, al signor Janus, al signor provedilor, al signor Cesare Fregoso, et altri amici nostri. A la venuta di Pavioto credemo si risolverà la liberation nostra perche haremo il voler del re et de li prefali signori nostri fratelli, per il che Ambra era andato, né si curaremo di spesa per sortir di quà per far servitio al signor nostro, ancora ne sia mollo incomodo. A voi si offerimo. In el castello, a dì 17 luio 1529. Sottoscritta : Vostro bon amico Francois. Summario di una lettera di sicr Justo Guoro, 92* capitanio di Bergamo, data a dì 21 luio 1529. Di novo di qui habbiamo, come il castelan di Mus havea ordinalo che ad ogni sono di campana, luto il suo paese fusse in arme : et che Grisoni ha-veano fato una dieta, et in quella terminato si faza tregua cum el diio castellano per mexi tre, con palo che ’1 diio castellano non fabrichi la torre per lui comenzà al confili di dilli Grisoni, et che dilli Grisoni debbano cassar fatili 300, quali havevano fatti a difension sua. Et che li ditti Grisoni debbano lassar passar el marchese di Neps, cugnato del dillo castellano, per il paese suo, con cavalli 25. Et che dito castellano diceva dover calar lanzinech, quali voleva far passar per il paese de dili Grisoni se po-deva, et non potendo, li faria passar per Valcamo-nega. Allro di quello loco non si sa. Di quà inimici sono passati su questo territorio el hanno svalisato una villa et brusato certe case, ma hanno fato poco danno, perchè li paesani si sono difesi al meglio hanno possuto. Nui de qui non dubilamo in modo alcuno di loro, rispetto le bone guardie fa'ciamo et la vigilanti nostra. Hozi sono gionli in questa cillà fanti 200 di Valcamonega. Da poi disnar, fo Pregadi, et leto queste letere, 93 venule hozi. J)i sier Hironimo da clià da Pexaro capitanio sonerai da mar, date in galìa a San Piero di la Brasa, a dì... . Come è sialo a Sibinieo, el voleva metter uno altro lenisse conto di sali, ma zonto a Traù parlò con sier Zuan Ballista da Molin provedilor zeneral in Dalmatia, qual li disse, uno solo bastava, sichè non farà altro. Scrive, ha atteso a calar zurme, aziò, venendo galle, so possi inlerzar. Scrive, domino.......Ci- pico haverli parlato, et ha per parie presa di poter, armando de li, andar soracomito. Si offerisse, volendo, armeria de lì una galìa senza ruodolo; sichè, parendo, si potrà operarlo. Del ditto, da Liesna, di 13. Come ha hauto