119 11DXX1X, LUGLIO. 120 Fu posto, per sier Domenego Trivixan el cava-lier procuralor, sier Lunardo Mozenigo procuralor, sier Marco Dandolo dottor et cavalier, savi del Conseio, sier Filippo Cappello, sier Marco Antonio Venier dotlor, sier Jacomo Dollìn savi a Terraferma, una lettera a tutti li rettori da terraferma, clic debbano attender con ogni diligenza a scuoder da li debitori di Camera, atento il gran bisogno si ha dii danaro. Et a l’incontro, sier Domenego Contarmi, sier Alvise Gradenigo, sier Francesco Donado el cavalier, savi del Conseio, sier Hironimo da chà da Pe-xaro et sier Hironimo Grirnani savi di terra ferma, voleiìo In lettera, ma atento che Gabriel di Gabrini dalier di Bergamo, qunl fu preso in questo Conseio farli certo restauro, et lui non voi restauro, ma sia visto de iure, pertanto sia preso che la sua cosa sia comessa a li venti zentilhomeni fo eletti ad aldir le dififerentie di brexani, etc., dove intervengi uno savio del Conseio el uno savio di Terraferma, per tessera, et con l’avocato fiscal siali fallo iustilia, ut in parte. Andò in renga sier Lunardo Emo el consier, et parlò contra l’opinion di dar auditori a quel dazier di Bergamo, dicendo questo Gabriel di Gabrini ha gran favor de intrar in Collegio, et non sa la causa; et (non è da) aprir questa porla, che tulli doman-derave auditori : li savi I’ ha aldilo, nielli quello li par. Con altre parole. Et li rispose sier Hironimo Grimanì sopraditto, dicendo liaver aldito con li savii dillo datier, qual ha un capitolo che in tempo di guerra possi refudar il dazio, et quando calino lodeschi eie., sichè voi che sia judicà se 1’ lia raxon overo non, et è comessa a venti zentilhomeni di questo Conseio ; et laudò la sua parte et ringratiò il Conseio di haverlo posto in Collegio. L’ora era tarda, fo remessa. 1 Copia di una lettera da Barcellona, de dì 3 luio 1529, scritta per .il maestro di caxa del pontefice al reverendissimo cardinal di Mantoa. Reverendissimo mio signor, colendissimo. • Con non poca mia satisfaclione ricevei sino questi dì lettere di vostra signoria reverendissima de li 24 de maggio, con le duplicale per Roma, de quale mi sono servito a tempo. El per esser sialo mollo occupalo ne li dì passati in questa pratica de la confederatione de Noslro Signore con la Cesarea Maestà, et per non esser partilo alcuno prima per Italia, a eh! io havasse potuto eomeler mie lettere, ho differito sino hoggi a risponderli. Et questa edam sarà breve più de qual che io vorei, per liaver poco tempo, per la pressa che tengo di spaciar la nova de la puhlicalione el stabilimento della pace confederatione et amicitia falla fra Nostro Signore, la Maestà Cesarea et il re d’Ungaria, lassando loco a chi volesse intrare, et fatta con disegno che babbi a seguir la universale, come spero ili Dio che seguirà. Et fu jurata, ratificata et publicata solennemente il dì de San Piero qui, et proclamata secondo* la inclusa lista. Li particulari poi si harano da Roma dapoi la ralificalione di Sua Santità, che doverà esser presta et senza difflcultà per esser , utile et honorevole a tulle la parie et, come ho detto, de buon fondamento de migliori effelti, perchè ce sono lassati luochi a chi vote entrare, che Dio prometta che questa illustrissima Signoria piglia per bene di esser de primi, che sempre lo lauderei, che con questo principe, mediante il papa, non si poiria errare, che io lo vedo lirato al bene, et specialmente a la pace de Italia, purché da altri non manchi. La passata di Sua Maestà sarà molto presta, che di ora in ora si aspetta l’armata di Malaga, che, quando quella arrivi, non vi è altro che far che imbarcarsi. El già questa notte se aviano navi con 2000 fanli el robbe et bestie de questa corte. Et io passerò con Sua Maestà, piacendo a Dio. Resta che io mi raccomando a vostra signoria, quae bene va-leat. Data in Barzelona a 3 di luglio 1529. " • Copia di la pubblication di la ditta pace, fatta in spagnol, in Barzellona. A lodos so haze saber commo enlre nostro mui Santo Padre y la santa sede apostolica y yelesia romana, y el emperador, y el serenissimo rov de Ungaria y Boemia su hermano, per dar prin- 71* cipio a la paz universa!, fan deseada, s’è assentado paz, liga, union y amistat perpetua por la defension y conservation de sus slados y dignitades, conira qualesquierquelosquesi eren invadir o turbar commo mas ampiamente es contenido en la capilulalion sobre elio hecha, en la qual se desea lugar a to-dos los olros reyes, principes y potentados chrislia-nos que puedan entrar y ser comprehendidos en ella de conuin consenlimento de Su Sanlitat y Su Maiestat. Y asì Sua Maieslat li a iurado y iura guardar y observar por su parie corno en le dicha capilulalion se contiene.