281 MDXX1X AGOSTO. 282 molli capi per far zenle con presiedi, secondo li sarà ordinato. La massa se farà a Imola et Faenza, per saltar a li confini nostri verso Musolo. De Roma sono lettere, de ultimo, el principe de Oraitge esser arivato de lì, et lassalo ordine a Zuan de Urbina movesse le gente da l’Aquila, si che ’I papa voi proceder conira Malatesta Baion et nui Fiorentini, et verso Siena far che li nostri confini siano asaltati. Et per lettere del noslro oralor a Siena habbiamo, heri cl duca de Malfi dovea entrar in la terra de Siena con 100 cavalli et fanti 150 spagnoli ; et de novo el principe de Orangie ha richiesto, per il papa, nrlellaric et altre cosse necessarie a Senesi, quale 1’ hanno denegate, dicendo haverne poche per loro. A li do dovea partir da Roma li 3 cardinali Farnese, Santa Croce et Medici, per Genoa; li do primi vano per lerra, el Medici el Alexandro Medici vanno per mar, et a Piombino se imbarcherano. Scriveno : in questo ponto habbiamo ledere del comissario nostro Tomaso Soderini de Arezzo, come le zeute del signor Pier Loyse Farnese erano scorse al castel de la Piove de Caslrocaro. Se ha che gelphi da Forlì et missier Lodovico Moratino lor capo el in lor nome ha dimandalo al prefato comissario noslro qualche numero di fanlarie, quando bisognasse loro, per difendersi et vietar l’entrar in Forlì a ge-bellini el al signor Lionello da Carpi novo presci-dente ; el delti gelphi leniva la rocha. Missier Ba-slian Orsello, homo confidente di Paulo Luzasco, ha dillo che esso Paulo non ha altro che 200 cavalli lizieri et 12 capelani, quali li inlertien con fatica, per operarli al bisogno. Pertanto comparerete da quelli Signori, rechiedendo aiuto de le zenle promesse. 176 Siimmario de lettere da lioma, di 6 avosto 1529, scritte per Christoforo Panfilio a la duchessa di Urbino. Come volendo parlar al papa, parloe a missier Jacomo Salviati rizercandolo de aiuto. Soa signoria disse che non bisognava temer dè lo stato, et non bisognava altro che non se inlromelter a le imprese che il papa facesse; et mi promisse introdurmi dal papa quando fusse tempo. Et cussi liier malina exposi a Noslro Signore quanto vostra signoria me scrive, il qual con boti viso comendò la provision di vostra signoria fata, dicendo haver dato ordine che lo sialo non pulisse, el ancor per l’avenir non mancheria, et ve scrivesse I’ havea animo de far conoscer al signor Malatesta l’error suo, et che la non se impalasse in cosa alcuna. Li dissi, vostra signoria era paratissima sempre con tulio lo slato a ubedirlo, come anche prima l’havea fatto. Fu sempre presente missier Jacomo al parlar mio. In calende di agosto si fece capella, dove fu Nostro Signor, il principe de Orangie, el qual vene in Roma a 1’ ultimo di luio, el nuncio de Cesare, che parechi dì prima era venuto con nove di la lega tra il papa, Cesare et 1’ Hongaria fatla, l’ambasalor imperiai et dil’hongaro, el tra molti altri ancora el signor Ascanio Colonna. Fu poslo el principe apresso noslro signor, in piedi, et dopo lui se messe il signor Ascanio da sua posta, senza esservi menalo dal maesti'o di le cerimonie ; intorno erano molli soldati. Et fu bel spetacolo, da poi u;ia memoria fresca di quello costoro ha contesso, vederli tratare come figlioli benemeriti ! Fo publicata la lega et fata ora-(ione in laude di essa, et exnrtation de la paxe et di la expedilion conira el Turco. Et del medestno lenor fumo quasi 1’ oratione et cerimonie di la capella. Baciorno il piede a Noslro Signore il principe el li ambasalori de Cesare et di Hongaria solamente, et a costoro il papa atese a far bona ciera. Finita la capella p! principe tornò al palazo de’ Salviali in Borgo, dov’é allogiato, né altro ha fallo dopo se non che ha levalo doi canoni de castello et doi ne levarà da Civita Castellana per l’imprese che ha da far. Egli è ancora qua, el si slima aspetti danari, li quali quando haverà havuli anderà a Perugia o Fiorenza secondo se gli ordinarà. Et questo suo lardar, per darseli ogni dì scudi 300, arguisse mancamento de danari et ancor per non esser li spagnoli 176* a quesla impresa ; et se pò conjecturare che ’I deba movere adrilura a la volta de Fiorenza, perchè el temporegiar altrove saria di maior spesa, oltra che il tardilar dilla impresa non al proposito, perché per lettere di 26 del passato el reverendissimo Triulzio ha aviso da Cambrai el Chrislianissimo havea havuli li capitoli de la pace segnati, et solamente havea moderato il pagamento, il quale se dimanda da Fiorentini et Veneliani, et ne le altre cose era restalo contenlo. Il che si potria creder che la pace universa! si havesse a concluder, reslando solamente nel pagamento, el si pensa l’imperator si contenta, ltessendo in l’allre cose satisfatto ; si poi falir perchè la certezza de la mente di Nostro Signor non si po saper, ancor eh’ io ne habbia diligentia da li 3 legati fati. Mercore di notte, a di ... . partirno Medici et il duca Alexandro a la volta de Piombino, per imbarcarse per Genoa, dove procurano esser innanzi che Cesare arivi. 11 Cardinal Farnese el