467 MDXXIX, SETTEMBRE. 468 sani vicario di Valpelosella, a dì 2 Scptem-brio 1529, manda questo aviso: Inimici sono dove erano, nè sono mossi. Hanno brusate alcune caso ivi circurnvicine ; hanno corso Iiozi li cavalli lizieri in gardesana et valle di Caprino. Hanno alcuni capilanei passegialo a l'opposto verso la Chiusa. Quello vogliono far noi scio ; questo suo tardar qui ne dà suspilione, benché si dica che aspettino la sorella ;!e lo imperatore cum grossa compagnia, et questo dicono esser la causa del tardar ; ma mi Temettero a la verità. Altro di novo non habbiamo, se non quanto è qui sotto. Die primo Septembris 1529. Deposition di Jacomo Antonio, fiolo di sier Nicolò di Castinerio, venuto dal campo de li inimici, il qual è stato presente cum il capitanio di Avi a le mostre et ordeni dati circa il caminar del campo. Dice che in Avi fu fallo lulle Ire battaglie, le qual battaglio poteva esser infatilaria per cadauna battaglia, da circa 3 in 4000 fanti et cavalli da circa 400 per battaglia. Et cadauna battaglia havea da circa 6 pezi de artellaria, tra falconeti et meze colubrine; et che questo è l’ordino circa lor caulinare, cum le lor bagaglie et impedimenti bellici in mezo, de battaglia in battaglia. Et che il capitanio di Avi fu quello che prose la Corvara, et che sono fanti 500, et tutti archibusieri del paese, lutti trentini, Capo de la cavallaria Borgognola è monsignor di Rosa, mandato per madama Malgarila ; capitanio de la infantaria il duca di Bransvich. Hanno (tabulo nova de la monslra falla in questa valle de 4000 et più persone, et che in campagna li era gran numero di cavalli lizieri. Dico che il capitanio di Avi haveva ordine di svalisar li bestiami de li Lesini ; ma che lui Ita fatto intender'a li amici soi, lutti sgombreno. Dice che per la nova di la mostra in Valpolesella et cavalli quali sono in campagna, vanno cum gran guardia et sono restretti et hanno fallo provision di vittuaria per giorni tre, dubitando de patir. Et che sono per marchiar a la volta de Mantoana ; et che furano el camino verso de Piasenza per ritrovar la persona de lo imperato!1. Et che li è in questo esercito assaisSimi gentilhomeni, et che hanno colane d’ oro dopiate al collo, et anelli assai in dito, et vestiti superbamente, el cavalli molto superbi et belli gQQ* mozi, et che vanno solimi per andar a la persona de lo imperatore, nè sono per far altra impresa alcuna. In Avi è restalo Agustin Campagnola in castello, Et che il conte Alexandro de Arco è in campo cum una banda de fanti, et il conte Zuan Ballista da Lodron capo de fanti. Et che tulle le gente da guerra sì de Ruverè come de Trento Brenlonieo, Mori, Arco, Riva, Ala, et Avi, sono lutte in queste compagnie italiane. Il capitanio Castello ha fallo una compagnia italiana, el è andato verso Viena por difesa di le cose di Ungheria. Et che temono forte de turchi. Item, dice esserli uno capitanio dillo Bernardin Lover, qual hanno compagnia de cavalli 200 laliani, tulli archibusieri, et sono vicentini, veronesi et bressani, la maior parte bandidi, cum casache zale, et manica de campo d’oro et panno d’oro intagliate, et che sono bellissima genie da guerra, el vanno cum grande ordine. Dice che al voler svalisar li Lesini li teneva man uno Antonio Mezo el alcuni altri......quali tulli praticano di sopra. Et dice etiam che quelli de Bellun, Brentin et Rivalla et loci circumvicini sono accordati cum il capitanio di Avi. et paluiclo in denari, et li danno vittuarie, nè li fanno molestia alcuna, et così ha fallo Orsenico, Peri, et Dolco, et così se vede effeclualmenle che non fanno molestia alcuna a li predetti comuni. Solum in Peri hanno brusato due case de paglia, fino a bora. Item, dice haversi ritrovalo a tavola de molti capetanei de queslo esercito in casa di Zuan Francesco Mallatto da Ala, el dice che sentile dir queste parole : che adesso volevano in el passar far apiacer a tutti i popoli, nè-volevano offender alcuno, et che la menle de lo imperator è de lenir i popoli per amici et farseli benevoli. Copia di una lettera scritta per sier Zuan Vitturi proveditor generai, da frani, a dì 21 Avosto 1529, al capitanio venerai da mar. Clarissìme, tamquam frater honorandis- sime. fieri di notte a circa bore quattro, el vene da me domino Francisco di Priuli, che in quel ponto era ionio da Barletta, et nie disse da parte de lo illustrissimo signor Renzo che l’havea habuto molle lettere inlercepte, per le qual par che F imperatore ltabbia fatto l’accordo cum il re Cristianissimo, cum alcune parole che parea la nostra illustrissima Signoria fusse slata lassala di fora, cum dirme etiam che il capitanio Andrea Doria era ionto in Sicilia cum l’armada, et dovea venir a trovar vostra magniflcenlia all’ improviso, per darli una bastonata a la sua armata. Et questa nova per esser