219 MDXX1X, AGOSTO. 220 tra li scrivani di le Cazude, et voi retenir Hironimo Amadi scrivati et Zuan Domeuego...... In questa sera lo mandalo in campo ducali 10 milia per pagar li fanli. 134 Del mese di Avosto 1529. A dì primo avosto, domenega. Introno di sora do consieri di là da canal, sier Alvise Mali-piero non più stalo, et sier Vicenzo Capello. Cai di XL, sier Bernardin Badoer, sier Vicenzo Zorzi qu. sier Antonio, sier Zuan Malipiero qu. sier Pasqual. Et noia. Dillo sier Bernardin Badoer è anni.... che hessendo Cao di XL a la banca mi tolse Savio ai ordeni. Eliam introno Cai del Conscio di X sier Polo Nani qu. sier Jacomo, sier Lorenzo Bra-gadin et sier Jacomo Corner, stati altre fìade. Et in questa malina non fo lettera alcuna da conio. La terra, di pesle, niuno. Veneno in Collegio li do oratori del re di Franza, zoè lo episcopo di Tarbe et domino Zuan Joacliin, dicendo dillo Terbe volersi partir per Ferrara, et che la Signoria scrivi in Franza al nostro orator la deliberation del Senato con mandarli mandato di poter stipular in conformità, et con-tenlandosi il re Chrislianissimo di 20 milia scudi, ctiam lui sarà contentissimo. 11 Serenissimo li disse che parlavano ben, et cussi si faria. Vene 1’ oralor del duca di Milan justa il solito per saper di novo. Gionseno 5 nave vien di Cipro carge de merca-dantie et tormento con lettere del rezimento di Cipro, de............. Fo terminalo hozi da poi Gran Conseio far Pre-gadi per scriver in Franza. Adunca, dapoi (Jisnar, fo Gran Conseio. Falò Ire del Conseio di X, sier Hironimo Loredan fo capitanio a Padoa qu. el Serenissimo, sier Hironimo Barbarigo fo consier qu. sier Andrea fo del Serenissimo, el sier Francesco Donado el cavalier fo savio del Conseio Item, ca-slelan a Zara, et 6 di Pregadi tutti vechii ; sier Polo Nani proveditor ?eneral in campo tolto del Conseio di X, 319, 9. Di campo vene lettere di proveditori sene-rali, da Cassan, di 30 del passato. 134* Dapoi Conseio rimase il Conseio di Pregadi et lelo lè lettere. Fu posto, per li Savi del Conseio el Terra ferma, una lettera a sier Sebastian Justinian el cavalier orator nostro in Franza. « Come hessendo venuto qui monsignor di Tarbe orator di la Christianissima Maestà, volendo la promessa di 30 milia scudi al mese, venendo il re Chrislianissimo in Italia el lo zenle, nui ve scrivessemo con Senato volerli dar scudi 20 milia, et haveremo 8000 fanti, homini d’arme .... et 1500 cavalli lizieri con l'artel-laria ; qual tulio sarà a obedientia di Soa Maestà. Et cussi per vostre lettere ne seri veti la Christianissima Maestà esser rimasta contenta. Pertanto di novo vi disemo che debiati far inslrumento di questo, et vi mandatilo il syndichà, promelendo, quam primum Soa Maestà sarà zonla in Aste overo a Susa, si comenzarà la ubligation eie. » Et sier Alvise Moeenigo el cavalier andò in renga, et voleva si dicesse quando el saria in Italia. El li rispose sier Marco Dandolo dotor et cavalier savio del Conseio, Susa et Aste è in Italia. Iterum tornò dillo sier Alvise Moeenigo el parloe et fe conzar certe parole a la lettera. Li rispose sier Francesco Donado el cavalier savio del Conseio. Andò la lettera .... non sincere, 40 di no, 140 di la lettera. Et fu presa. Fo lello lettere di sier Gabriel Venier orator, da Milan (Lodi) di .. . Come il duca li ha parlato, el non sa il voler di la Signoria. Vede l’imperador venir in Italia certissimo, disopra si fa zente, et la Signoria non fa provision. Nel nostro campo senio inganati, quando havemo 8000 fanli, non è la mità; lutti ingana quel povero dominio. Io mai son per partirmi del voler di quella Signoria a la qual li havemo infinite ubligation. Poi disse voria la Signoria ne avisasse qualcosa del suo pensier quello la voi far. Item, che havia mandà uno suo in Aste, dove era solum Francesco monsignor marchese di Saluzo con 2500 fanli italiani et tutti li fanti poteva haver li loleva. Item è andato fino a Susa ma non ha visto alcun fante del re Christianissimo ; ben si diceva il re era per venir in Italia. Del duca di Ferrara fo letto lettere drisate a domino Jacomo Thebaldo suo orator. Come ha ricevuto sue lettere et inteso quello li scrive la Signoria, voria desse favor a Fiorenza. Scrive non sa a che modo. Venendo queste zenle del papa adosso de lui, bisogna lui haver aiuto et non darlo ad altri. Pertanto voy di novo comparer a la Signoria et veder che aiuto lei li voi dar in caso inimici li venisseno adosso, con altre di questa sub-stanlia. El fo lettera longa et savia. Di Bassan, di sier Zuan Alvise Salamon