107 MDXXIX, LUGLIO. 108 andato ai bagni, di 16, a domino Zuan Ja-corno di Leonardi orntor del duca di Urbino in Vcnetia. Scrive, come por lettere di 4, da Bar-zelona, se intende, che a li 29 del passato, io il zorno di San Pietro, de li era sta pubblicala la confederalion tra Nostro Signor, l’imperatore et suo fratello re d’Hongaria, absolutamenle, amico de amici et nemico de inimici, lassando i lochi a chi volasse intrar Et che ’I medesimo giorno etiam fo pubblicata la parentela di la fia naturai di Cesare nel nepole di Nostro Signor, con promission de ducati 16 milia de mirala de stato, 10 milia nel Regno et 6000 in ogni altro luoco de Italia, così generalmente, come se Italia fusse già ne le sue mani. La Cesarea Maestà, scriveno da Barzelona, al più longo doversi imbarcar a la fin di questo, et così stimasi qua da tutti universalmente che farà. Per l’altra vi fu scritto la presa di 6 barze spagnuole. Adesso si ha lettere di Genoa, che scriveno ditta nova fu falsa, et in quella sera medema, di , sapevano • le ditte esser salve. Le gente che dicono voler andar a danni de Firenze, quello che è passato di quà, vicino a Roma, si è il colonnello del signor Piero Loysi Farnese, et son do giorni che doveva gionger 63* a Tivoli per andar di longo a Terni ; et dicono che sono 1500 fanti, bella gente et mollo ben in ordine; li lanzinech, spagnoli et altri italiani, dicono che faranno la massa a 1’ Aquila, et zio sollicitano quanto possono, per unirse. E1 papa, mò terzo giorno, disse a P ambassador veneto è qui, che queste gente ancor non saranno mosse, nè se ne è inteso poi altro. Nostro Signor si sentì heri un poco travagliato et, dovendosi far questa mattina concistorio, non essi fatto per questa causa. Di Caodistria, di sier Piero Gritii podestà et capitanio, di.....Come quelli 500 fanti spagnoli è dove i sono et non fanno danno alcuno, aspettando il ritorno dii loro capitanio venuto in questa terra ; et altri 500 spagnoli sono .... Di Gividal di Fritti, di sier Gregorio Disamano proveditor, di 14. Come per via di Gradisca ha nova, le gente di l’arziduca a Cocevia, havia hauto danno, per esser stà rotte da le gente de turchi. Et che ’I capitanio Nicolò di la Torre era fugito con 15 cavalli in una forteza, et che turchi li erano drieto, tamen aspetta uno suo, et aviserà di tutto. Di campo da Cassan, di sier Polo Nani proveditor zeneral, di 17, hore .... Come inimici non erano più [»arsi, nè heri, nè hozi. Et nulla da conto. Veneno in Collegio P oralor del duca di Urbin, insieme con domino Oratio Florido, venuto a stafeta di campo dal ditto duca per ringratiar la Signoria di 1’ ordine dalo, per difension del suo stato, di far, bisognando, li 3000 fanti, et prega la Signoria non manchi, perchè lui è per esser perpetuo servilor di questo slado. Del capitanio zeneral preditto, da Cassan, di 17. Scrive al suo orator in questa forma : Intendendo noi che la cavallaria de nemici era mal allogiata et in disordine, di sorte che se gli poteva far danno, ordinamo, insieme con il signor conte di Caiazo, di mandarla a trovar. Et cussi quesla notte si andò con modo di poter far lo effetto, et siguro di non ricever danno pur di una ferita di uno homo, con due bande. Et l’ordine era che, P una dovesse prima assaltar ditta cavallaria, P altra dar a P arma il campo da uno altro lato per tenirlo impedito che non potesse soccorrer; ma occorse che quella dete a P arma prima che quell’ altra agallasse, et fu per haver trovato le sentinelle de nemici molto più in quà de l’ordinario. La qual inteso questo soprastete, siccome haveva ordine da noi di far in caso simile, o che il giorno li scoprisse o che fallassero la slrada, di modo che non si podè far lo effetto designato, unde si tornò, lassando li nemici in mollo strepilo et rumore. Habbiamo mandato poi il signor Cesare Fregoso con una bona banda a romper et travagliar le strade a nemici de Milano verso Monza, et pensiamo debba far qualche bono 61 effetto. Attenderemo a star vigilanti in le altre cose che potessero occorrere, et in qualsivoglia occasion faremo quanto meglio si potrà. Fu poi terminato expedirquel capitanio de spagnoli, sono in Ilislria, chiamato Alonso . . . (Sa-mudio), et terminato donarli 15 ducati, et il Serenissimo li usi bone parole che non volemo tuor altre zente per adesso et che torni in Istria dai so fanti e andar dove li par. Da poi disnar, fo Collegio per la beccaria, con li offici deputati, et li proveditori di Comun mes-seno alcune parte, videlicet questo..... Di campo, del proveditor zeneral Nani, di G4* 17. Come ho ditto, che in questa notte si manda a tuor P aqua del Navilio a li inimici, sichè non po-trano più slar ne lo allogiamento. Et per alcuni fanti et uno homo d’arme de inimici presi da li nostri si ha, come era zonto in campo loro Cesare da Napoli con il suo colonnello di 800 fanti, il qual era in Milano, et da poi si ha che ditto Cesare era