497 MDXXlX, SETTEMBRE. 498 questi dì P è zonlo 40 signori, che vien de P Ale-rnngna con cavalli 10 per uno; tulli sono vestiti di bruirà; et subito, a hore 21, tulle le corte se partirono con questi signori, et sono venuti a la volta de Trento. El quele fantarie che era sul tren-lin sono andati a la volta de la Corvara, et quelli lanzchinech che era alozà de qui de P Adexe incontra al lago de Garda, sono sta mandati in Canal per assegurar el passo. Et tulle le barche et zalre el monition et artellarie a dì 30 avosto sono passale per Rovere zò per P Adexe, et sono sta menale a uno loco, el qual se dimanda Dolzè, per buttar lì el ponle per venir in Canal sul veronese. A dì ultimo avosto li siguori et zentilomeni et cavalli sono zonli a Trento, et poi sono aviati a la volta de Rovere, et la miti de li homeni, erano slà scritti da le ville, non sono sta tolti. Le fantarie sono bandiere numero 21, le qual hanno passalo Rovere, el ge manca il signor de Arco, el signor Nicolò di Agre-sta, et il capitanio Destento. Li cavalli, veneno de lì, tra boni et cativi sono 2000, artellarie pczi numero 35, ne sono 7 de grossi, li signori et gentilhomeni da conto sono numero 92. Aviso la magnificentia vostra come a dì 2 setembrio sono passati Rovere et andati a Serravalle, el subilo ho expedilo el messo de vostra magnificentia. In questo zorno, zoè a dì 3 septembrio, le fantarie sono passate 1’ Adexe per venir sul veronese, et a di 4 lutto el resto del campo si passa. Prego Iddio che vi guardi da qualche tradimento, perchè tulli questi signori lodeschi vanno mal volentieri in el campo de spagnoli, perchè se dice loro esser traditori. Et per questo aviso vostra magnificentia che si guardi da qualche tradimento, zoè de Verona, et quella mi perdona, se io le aricordo questo. Il messo mi avisa a bocca, et mi aferma, che ogni bandiera de nemici non passa 200 fanti da combater, et il resto sono villani comandali soto quelli castellani, malissimo in ordine de arme, adeo che quello exercito più presto è a pompa che a combater, et maxime che in lutto de cavallaria de boni cavalli ne sono circa 200 con li Ire oratori de P archiduca, che vie* neno de Hongaria, et quelli del duca de Sbransvicli et qualche gentilhomo, el resto lutti sono bagaglie, nè passano in tutto tra boni et tristi da 2000 ; ben hanno monition assai. Dice ancora dito nonlio che’l judica che le.acque de heri Inverano roto el ponle, et che li cavalli fazilmen^e non Inverano passalo. Et quelli fanti, sono stati in valle de Cavrino sul veronese, non hanno molestato alcuno, ma hanno pagalo quello che hanno folto. Et judico che venirano 1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. LI. a la più curia per lo mantoano per andar a la volta de Piasenza. A dì 9. La malina. Heri, di peste, non fo alcuno, 322') et 9 di altro mal. Li Tormenti di lire G, clic erano, saltò a- lire G, soldi 10 el staro, per le nove de l’armada del Do-ria che vien in Golfo. Fo in Rialto chiamadi do zenlilhomeni, per deliberation del Conscio di X, zoè sier Zuan Balista Querini da san Tonuì, senza dir padre, ma fo di sier Antonio, et sier .... Alberto qu. sier Marni, per insulti fatti de note contra oficiali, con arme, si vengano a presentar fra termine 8 zorni, ali ter se procederà contro di loro. Vene in Collegio sier Zuan Ferro stalo capila-nio, et poi vicepodestà a Brexa per danari, vestito damaschin cremexin, in loco del qual niun è andato etc. ; et referite molto longamente di Brexa et di brexan, et come ili 25 mexi è slato de li in rezi-mento, il brexan ha speso per cose di guerra ducali...., et se non fosse le gran iulradc del Icrilorio, non hariano potuto durar. Et che in dar da viver a poverelli el vardar di la peste hanno speso ducali 81 milia. Veneno P orator di Pranza, sla qui, con el nuovo monsignor de Ixernia, conira del qual fo mandalo 5 zenlilhomeni de Pregadi, in scarlalo, et li Savi a terra ferma et ordeni, in paonazo ; sichè con puoco honor vene in Collegio. Il qual zonlo, et presentalo le lelere di credenza, il vechio parloe, perchè a lutti do è dato la commission ; le qual letere è di ... . Disse l’amor dii padre a li fioli, et per relnverli, chè erano maltralali e monsignor d’Or-liens sialo grieve, il re havia fato la paxe; et Invia fato ogni cosa per includer questa Signoria, la qual non ha voluto inlrar per le cose del Turco, tamen è sempre per esser in bona amicitia con queslo Stado etc. Et che a dì 15 oclobre doveano zurarla. Poi disse, per li capitoli si dia rendere le lerre di Puia a Pimperador; pertanto il re exorlava queslo illustrissimo dominio a voler restituir Monopoli et Traili. Vene P orator di Milan, et comunicoe alcuni avisi bauli dal duca zerca l’imperador et Antonio da Leva. Vene P oralor di Ferrara. Vene P orator de Urbin a solicitarse mandi-da* nari per pagar le zente è a Urbino. (1) La carta 321’ è bianca 32