385 mdxxix, 244 Copia di una lettera di sier Marco Antonio Barbarigo capitanio di Vicenza, di 22 de avosto 1529. Da lo parte di sopra de qui si ha, per uno partile beri a rnezo zorno da Trento, come a Perzene el a Lievego, a Caldonazo et loci circumvicini sono gionti fanli 5000 da Ire giorni in qua, -el di bora in bora ne giongeno insino al numero di fanti ^3 mi-lia. Et che in Trento sono gioliti molli cavalli de gentilliomeni borgognoni, Ira li quali vi sono dui figlioli di monsignor de Rosa, uno de li quali è episcopo ; et hozi che è domenega a dì 22 dia. gionger il veseovo di Persenon, che è barba di lo imperalor, con bon numero di gente. Et dice che si aspetano cavalli 3000, molli de li quali sonogionli in Trento, et sono piene le hostarie, li quali menano con loro a sue spese alcuni cavalli che dicono esser obligali ad andar a compagnar lo imperator quando el va a pigliar la corona, a sue spexe. Et dice, che fra Ire over qualro giorni senza fallo alcuno saranno gion-te tulle le genie sì da piedi come da cavallo, el che venere et sabato 27 et 28 si leverano da Trento per discender. Et dice che altramente non sa che slrala habbino a far, salvo che hanno fallo nelar alcune strale che vengono verso Vicenza. El dice che da tre zorni in qua sono gionle vilualie in gran quantità a Trento ; sopra le zalre è stà condullo gran quantità di biave da cavallo. Et che venere passato a dì 13 a bore 21 sono slà caricati a Trento careioni 37 di monition di ogni sorte, et che su la piaza del castello sono pezi 34 di artigliarla a 1’ ordine el barche 35 con li ponti. Elche si dice il duca di Bransvich è capitanio generai di tutte le predille genie, et il conte di Chiavena, qual si aspeia zohia a dì 26 o venere a Trento. . Item scrive, il magnifico provedilor Pasqualigo è andato a li confini per veder di tagliar li passi et far quelle altre provision li parerà al bisogno ; ma senza genie mal si poremo difender: et domino Gabriel da la Riva era slà fato venir qui con 500 fanli et poi l’hanno mandato in campo. 244* (fummario di lettere di reciori di Verona, di 22 avosto 1529. Mandano questo aviso. Coinè mercore a meggiodì parlile da Yspruch, che fu a li 18 de l’instante, ove vile il conte Felix de Brandeburg capitanio di le gente, il qual havea seco cavalli numero 600 borgognoni, el per slrala 1 Diarii di M. Sanuto, — Tom. LI. AGOSTO. 386 • ne ritrovò altri 200, di qua da Yspruch mia 15, che venivano. Et per sfrata haver lassato una grossa banda di fanlarie, pono esser 7 in 8000, tra Mez et Marano, clic sono tulli in camino. Et che beri a Trento ne gionseno 5 bandiere, tulli lanzinech, et sono allogiali di qua da Trento per quelli loti. Dice che a suo judilio tutta la fanlaria fra giorni 5 gion-gerà di qua da Roveredo et venirà sopra questo terilorio veronese. Che in Trento sono gionti cari di polvere 38, che sono più di 80 italiani, el clic havea inteso che saranno cavalli cerca 300 da carette. Copia di una lettera, di 20 avosto 1529, da 245 Nocera, scritta a la duchessa di Urbin. Aviso vostra signoria che l’esercito imperiale hier sera alogiò tulli in la montagna di Fuligno zò da Rassiglia insino a qualro miglia apresso Fuligno, et dicesi per cerio per domani vano a far colatione a Fuligno. Lo esercito voria entrar a Fuligno, ma _ fulignati non vogliono per niente. Si slima se accomoderanno di fori, ove al cerio dimorerano almeno doi giorni et forsi più, perchè rizercano le viluarie da le lere circumstante per sabato el domenega ; et dicesi che lì in quel piano hanno a far la massa. Et hier sera doveva essere in Spoleli il principe de / Oranges et doveva menarsi cerla quantità di fanta-ria spolelana. Di Asise s’ è dillo che Brazio ha sa-chegiato la parte di solo, contraria, et preso S. Francesco et trovatosi robba. Copia di una altra lettera da Costaciano a la ditta. Illustrissima et excellenlissima signora, patrona mia singolarissima. Da Bernardino di Gabrieli, eli’è a Sizillo, me scrive come era arivaio uno suo amico a zerca 3 hore di note del conta di Fuligno, et haver visto quesla malina passar le gente imperiai, che venivan per la volta di Norsa, el che lui aspetò la prima lesta et volse veder. Dice non usciva homo di ordinanza. Vedulo che hebbe, cavalcò et se ne venne al viaggio suo. Lo arivò uno cavallo ligiero ; dubitando, lo aspetò et lo conobbe che era del paese. Parlando con seco gli dimandò quante gente era. Disse cum zerca 30 milia persone el che si haveano a metter in el piano di Fuligno, et quivi aspetavano il principe di Oranges che veniva da Roma con cavalli et artellarie. El dimandandogli a che impresa 25