397 MDXXIX, AGOSTO. 398 preparano di condur a Trento alcuni bestiami da tirar, iti oxeculione di comandamenti a lor fatti. Circa quelle insegne di fantarie che son a Lievego non se intende altro, ma stanno live. Altro non mi occore. Questa mane ini transferirò a Primolan, dove si fa una festa a la qual concore molte persone de Valsugana; sforzeromi intender qualche cosa, et darò aviso a la signoria vostra, a la qual mi racoinando. In Cisman a li 24 avosto 1520. Sottoscritta : Lorenzo B. servitor di vostra magnifìcentia * Vene l'ambassator di Milan, insta il solilo, per saper di novo, perchè il suo Signor voi esser con noi. Vene 1’ orator del duca di Ferrara. Di Ferrara, fo lettere di sier Marco Anto-tonio Venier el dottor, orator, di . . . Scrive, il duca Imverli comunicato lettere di Zenoa di 21, dii signor Marco di Pii loro orator, come zontò de Il siete do zorni ad haver haudienlia, poi fo iulro- duto........a la Cesarea Maestà, qual lo vide volunticri, et............ Da Constantinopoli, di sier Piero Zen orator et vicebailo, di 22 luio. Come ha fatto grande amicitia con......, restalo al governo de li. Et manda alcuni comandamenti per i inolini di Scardona. Scrive si solicita l’armala et si arma .7 fusle. Di le nove del campo del Gran signor non si ha altro, se non che era a Sofia. Fo in questa malina incantalo il dazio del vin per li Governadori de le inlrade, et fo a ducali tì8 milia. Etiarn poi disnar dilli Governadori non an-dono in Pregadi, et lo incanlorono, el fo a ducati .... 11 fomento par sia calalo, il padoan lire 6, soldi 12 il staro, che era a lire 7 el più. Dapoi disnar fu Pregadi, et letto le soprascritte lettere. Fu poslo, per li Consieri, il possesso di l’abalìa di.... (la Veraze Croce) in Cipro a domino Jacomo Coco nrotonotario, qual ha Ire sentenze conforme. .Et sier Stefano Tiepolo, è di la Zonla, andoe in renga per contradir, el fo perchè uno fio di sier Fantin Corner da la Piscopia, suo zerman, lo impetrò dal Legato. Ilor fo rimesso a uno altro Conseio. Da poi con grandissima credenza fo intralo in la materia di scriver a domino Alvise Griti in' campo del Signor turco. Et fo tre opinion del Collegio, qual per esser secrelissime qui non scriverò altramente, et fo gran disputation. Et primo parloe sier Alvise Mocenigo el cava-lier, savio del Conseio, per la sua opinion ; poi sier Francesco Donado el cavalier, savio del Conseio, per la sua; poi sier Alvise Gradenigo, savio del Conseio, per P opinion di savii del Conseio, altri, el sier lii-ronimo Grimani savio a lerra ferma. Andò le parte, perchè il Gradenigo et sier Filippo Capello savio a lerra ferma messe indusiar a doman, per esser la materia importantissima. Andò le parie : fo . . Copia di una lettera di Genoa. Narra l’in-trata di Cesare. L’mirata di Cesare in Genoa fu giobbia di prossimo passalo, a dì 12 di questo mexe dì avoslo, a bore 22. Disceso in lerra montò a cavallo et gionse al palazzo de la stanza sua a hore 24. Il primo ingresso fu in questo modo: zoè, quando l’armata fu sopra il molo, le galere si misero in ordinanza con l’antiguardia, dove era Sua Maestà, et poi la battaglia, el drieto la retroguardia. Et gionte che fu in porlo, il Caslellazo cominciò a salutare con artigliaria, et poi seguitò il molo con molli colpi ; appresso cominciò una nave grosissima, che di novo ha fatto un messer Ansaldo Grimaldo, et allora cominciorno tulle le galere, tulle le navi et lutti li ponti di GenOa, dimodoché parea ruinasse lulta Genoa; et tal baldoria di artigliaria durò più di meza ora. Et finito che fu il trarre de artigliaria, l’imperatore s’accostò con la galera, capitano messer Andrea Doria, al ponte deputalo, dove Sua Maestà fu recevuta da la Signoria de Genova accompagnata da 200 cittadini tulli vestiti di seda, mollo honoralamenle, et allora l’artigliarla cominciò di nuovo ad tirare. Et finito che fu, Cesar montò a cavallo sopra una mula, che li havea preparala la Signoria, coperta di brocato rizo molto riccamente, et il stafiero suo che gli appresenlò la mula fu un messer Paulo Ballista de Judicibus, qual al presente è capitanio di Chiavari, giovane molto galante et bellissimo di persona, et il ragazzo fu uno figliolo di messer Joan Battista Fornari, tutto vestilo di raso bianco in un abito molto galante et vago. Et posto che fu Cesare a cavallo et sotto il baldachino addrizò il camino suo per lochi