607 MDXXIX, SETTEMBRE. 608 Summario di lettere di sier Zuan Francesco Corer proveditor di Salò, date a Salò, a dì 26 Setlembrio 1529. Questi soldati son diavoli et non liomeni ; non torneilo ninno. Inimici, è in Lonà, ha sachizalo et brusato hormai tutta la Riviera di sotto, de la qual non se tien altro che la rocca de Polpenazi, ne la qual ho messo fanti 25 appresso quelli del luogo, al qual loco inimici li ha (dà) più battaglie, et loro se hanno difese, ita che i à abandonà l’impresa de San Felixe, ch’è qui per mezo, el l’hano abbandona perchè inimici dicono voler venir a brasarli. Qui in Salò lutti è fu/iti, et non se troveria 300 liomeni da fati, et questi vanno et vieneno: soldati, dovea esser 391* TOO, indico non siano 500. Uno di questi zorni occorse cliel vene digando: « Arme arme, inimici èqui a le porle. » Tutti fossemo in arme, et tamen non fo niente, ma fo visto dei nostri et indicono fosseno de inimici, sichè stemo in questi travagli. Audemo fortificando la terra dì et notte, et venendo inimici non reslerano vittoriosi. Questa mattina è sta dillo che li inimici si voglino levar. 392 A dì 28, la mallina. Ileri niun fo di peste in la terra, che sia laudato Dio. Vene in Collegio l’orator di Fiorenza per saper di novo, perchè lui non ha lettere di Fiorenza, el poi per cose particular. Vene l’oralor del duca di Mijan, et comunicoe, Antonio da Leva voleva da tre bande batter Pavia. Vene l’oralor del duca di Urbin. Qui slassi su grandissime pratiche per la Zonla, cose vergognose a veder le procure si fa in Rialto con parenti insieme, et li Censori nulla dicono. Da poi disnar fo ordina Pregadi et poi revoca, perchè li Cai di X volseno il Conseio suo simplice, et et inni comandono la Zonla. Di Ferrara, di V Oralor nostro, di 26. Scrive come il duca ha haulo lettere da Piasenza, con aviso che, hessendo l’imperador a la faneslra, li fanti soi cridono: «Danari!» Dicendo dieno haver 18 page, el si mulinorono, per il che l’imperador ne feze apicar . . . ., el fo sedato il rumor. Fo fallo vicecao di X in loco di sier Agustin da Mula, si resenliva, sier Domenego Capello qu. sier Carlo, stato altre fiate. In questo Conseio di X fo prima col Collegio posto una parte, per il Serenissimo, Consieri et Cai di X, che de coetero, alento le gran pregierie si fa per esser di la Zonla del Conseio di X, che si ob-servi in questo modo, che ogni anno, comenzando il presente anno, a dì primo octubrio poi disnar sia chiama Gran Conseio el scurlinio, nel qual scurlinio si elezi tulli quelli vorano esser di la Zonta del Conscio di X, notando li piezi et servandosi di non poter esser electi alcun si cazasseno con quelli ballota quell’ anno nel Conseio di X, li qual poi in Gran Conseio siano ballotadi con la forma di bollelini, et si cazi li eleti et li parenti a un a un, et quelli 15 barano più ballote, passando la mila, se intendi romasi di la Zonta del Conseio di X con tutte le autorità etc. di quelli di la Zonla, et al bal-lotar non stagi sul tribunal altri che li secretari del Conseio di X, et le ballote siano tenute secrete solto debito di sagramento el le polize poi brusade, come è il solilo farli. Quelli veramente di la Zonta stravacati siano ballotadi nel Conseio di X con la Zonla, el quelli rimanerano, haver debbi li do terzi di le ballote, et cusi si observi di anno in anno, nè si possi revocar se non per parie posta per 4 Con-sieri 2 Cai del Conseio di X, et con li Ire quarti di le ballote del Conseio di X congregado al numero di 17. Item, possi venir a Conseio li procuratori, el si fazi elelion. Item, fu posto et preso chela elelion di 9 procuratori si fazi con questo ordine quest’ anno et sempre, che’l secondo Conseio di oclubrio nel Ma-zor Conseio si balloli prima tulli li procuratori di la Chiexia di San Marco, etiam quelli rimasti di Zonla, perchè potriano poi esser cazali, di quali ne romagni 3*, passando la mità del Conseio, poi li procuratori de citra, el demum li procuratori de ultra, a questo instesso modo, et non si possi revocar se non con le condilion ut supra. Item, fu conzo la gralia del salvocondulo di sier Marco Michiel qu. sier Alvise per anni 5, se intendi etiam navili armadi et disarmadi. Fu presa. Ave 3 di no. Item, fu nel ditto Conseio di X processo conira 394)* sier Zuan Antonio Lambardo qu.sier Piero, absenle ma legítimamente cilado su le scale de Rialto, che’l dillo per haver usade alcune parole maligne et scandole al pacifico Slado nostro, che’l ditto fra termine di 8 zorni se debbi appresentara le prexon el sia confinà et relegà per anni 10 a Famagosta, et si apresenli ogni zornoaquel retor, et, rampando il confin, chi quello prenderà babbi lire 1000 di soi beni, se non di danari de la Signoria nostra, el slii uno anno in prexon Forte serado, et sia reniandà al bando, sichè slagi 10 anni fermi a Famagosta. Et