341 MDXXIX, AGOSTO. 342 212* A dì 18. Heri, la tera, di pesle 4, lochi novi, el 0 di altro mal. Da Ir ani, di sier Zuan Vituri proveditor renerai, di 9. Come, per esser sì debole di gente per la guarda di questa terra, perchè il morbo ha consumato molti fanti el cavalli et molli fatili sono partiti, et vedendo le cose nostre mollo longe, ha deliberalo mandar de qui il capilanio Cagnol con leltere, aziò el fazi una bella compagnia el bona, perchè il forzo di la sua è morta da pesle. La causa è siala il governalor Soranzo che non volse mandar dilta compagnia a Monopoli avanti la smontasse de qui. Heri al lardi, dal proveditor di l’armala Contarmi ave ducati 6000, quali il zeneral li havea tolti a Liesua da le barche armade, per securli ; qual danari se non venivano, seguiva qualche gran disordine, maxime di le genie che sono in Monopoli. Et ditto zeneral ha tolto la impresa di Brandizo con le gente del signor Renzo, che erano destinale per la impresa de Termeni, con consentimento del signor Renzo. Che Dio li dia viloria, perchè chi sera patroni di quel porlo, venendo lo imperalor in Italia, baveri bon di queste imprese ; al che sempre ho invigilato !a se fazi. Di Vicenza, di sier Francesco Pasqualigo proveditor renerai, di 15, vidi lettere. Come havendoli scritto la Signoria stii de lì, et con quelli rectori vedi di fortificar quella tetra, et si manda Gabriel da la Riva, qual con 500 fanti che’l fa slari a quella custodia, pertanto è stalo alorno la terra con ditto domino Gabriel et visto i lochi dove bisogna fortificar, ut in litteris. Ma il tempo non serve, atenderano ai lochi più deboli, et principieri mercore, zonli sarano li vaslatori, a lavorar, ut in litteris. Cavalcherà poi a veder li passi. Ha mandato exploratorì fuora eie. I'o in questa malina avanti terza, iusla la deli-beralion del Conseio di X, apicalo in mezo le do colonne quel Ilironimo Trun nslural fo fiol di sier Velor Trun, per haver straparlalo in favor de lo imperator ; il che fari laser a molli che ha malanimo. Et siete cussi in su la forca fin bore 53 ; poi fo calato et fallo sepelir. Et nota. Costui era sbaiaffo et di mal voler, el qual, inteso il zonzer di Cesare a Monaco, si fè taiar una vesta paortaza increspado con le manege et davanti fodri di raso cretnesiu el si fè rader la barba. Hor la forca restò suso. Di campo, da Cassan, di 15. Come il conte di Caiazo havia hauto una lettera, dii campo inimico, del conte Chrisloforo Torniello, qual è suo parente, et li scrive che l’è amalato el lo prega voij haver dal capilanio zeneral uno salvocondulto di poter andar a Milan securo con 30 armati. Et cussi il capilanio gè l’ha fallo, et ha dillo al trombetta: « Di’ neH campo, che hanno ditto semo qui seradi, et che quelli è in eampo di fuora dimanda salvicondutti a chi è asediati » eie. Scrive, hanno da Piasenza, il marchese di Mantoa a dì ... . esser passato de lì con 50 cavalli, vestili di negro ludi ; va a Zenoa da lo imperador. El il capilanio zeneral dice: « Per 3 cose va di negro : I’ una, per non 1’ haver fallo capilanio zeneral in Italia ; l’altra, per non haverli di so lia naturai per moier ; la terza, per haverli tolto la pratica di la pace, che’l tratava con la Signoria nostra, di le man et posta in altri. » Da Lodi, di sier Gabriel Venier orator, di 213 15. Conte il duca di Milan li ha mandato a dir che el protonotario Carazolo, parlilo di Manica, era zon-to lì, et andato, over va, a Zenoa da l’imperador ; et li ha mandato a dir mandi uno suo a parlarli. Et cussi sua excellentia ha mandato .... (Zuan Batista Spiciano) a parlarli, dice, per intender come el sii con la Cesarea Maesti, il qual fin do zorni tome: ri ; ma lui orator erede sia andato perchè per via di esso Carazolo Irati qualche acordo con l’impera-dor, el qual, si ha, a di 12 introe in Zenoa. Da Sibinico, di sier Nicolò Marrello conte et capitanio, di 12 avosto. Come, havendo mandato in Bossina uno suo explorator per intendere qualcossa, riporta che a dì 7 il Signor era di qui da Buda et andava verso Hongaria ; et che Araarath, bassi di la Bossina, havia di cerla rolla contra hon-gari che leniva con l’archiduea, dice 18 milia persone. Et altre parliculariti, come in la lettera so contien. La copia, potendola haver, scriverò qui avanti. Ma non fu creta. In questa matina, li Savi tulli si reduseno a consultar insieme per scriver hozi a la Porla, in risposta di le ledere haute. Da poi disnar aduncha fo Pregadi, el letto le 214') soprascritte ledere venule. A dì 19. La tera, di peste, 3, in uno loco vechio a Castello ; et 9 di altro mal. Di campo, da Cassan, di provedi tori sene-rati Nani et Dolfn, di 16. Nulla da conto. Inimici a! solito a Vaure, nè sono per moversi fin non vengi il soccorso. Di Bergamo, di sier Zuan Antonio da chà Taiapiera vice podestà et proveditor et sier (1) La carta 213* è bianca.