b35 MOXXIXj SETTEMBRE. 536 È sia ditto qui che la Cesarea Maestà voi mandar il protonolario Carazolo a la Signoria nostra per suo orator, el che l’ha mandà un suo, qual è conte, al re Christianissimo per intender la inlcn-tion sua di fare. Il Sacco non ha possuto esser anco con Sua Maestà. Da Genoa, se dice, il colile Filipin Doria dovea partirse fra dui o Ire zorni cum le 344* galere, acompagnandose cum quelle di Franza, per andar a la volta di la Puglia, per haver la consi-gnation di quelle città, over per usar de le forze sue in recuperarle. Si ha come francesi hanno consiglialo Asti a la Cesarea Maestà. Summario di lettere di Cremona di 9, dal vescovo di Lodi. La intrala de lo imperatore in Piasenza. Prima introrono le valise de li cardinali, poi fiamengi, poi alcuni principi con li marchesi, tutti vestili di ve-lulo con una manicha a la divisa pavonazo giallo cl beretino, poi 20 pagi benissimo a cavallo con sagli di voluto lionato, le maniche utsupra; poi Cesare sollo il baldacchino a man dreta con un saio bianco, tenendo da man sinistra il legalo Cardinal Farnese, circumdalo da 8 genlilhomeni di quattro casale, due gelfe et due gibeline. Driedo li altri due cardinali con la zurma de vescovi et altri genlilhomeni piacentini et de lo imperatore. Non volse gli fusse lollo il cavallo, llaveva circa 400 fanti malissimo in ordine, senza arme, le scarpe di corda. Antonio da Leva gionse la sera a hore due di nelle ; fece dimandar dal foriero allogiamenlo per 100 genlilhomeni. Gli fu risposto che la Maestà Cesarea haveva ordinato non li fusse dalo allogiamenlo se non per 5 cavalli, nè per più ge lo volse dare, ancora incolpandolo di temerità, che’l voleva essere più superbo che lo imperatore. Prima che l’imperatore giongesse in Piasenza, come fu a Castel San Joanni, fece juramenlo di non andare conira il papa et di conservarli le terre di la Chiesia. 345 Copia di una lettera di sier Hironimo da dia' da Pexaro capitanio generai da mar, data in galla a la vela sopra te Merlere, a dì 4 settembrio 1529, ore 4 di giorno, ricevuta a dì 12. Serenissime princeps, eie. Scrissi terzo giorno a la serenità vostra, a la qual fu etiam scritto per il magnifico proveditor et secretano mio, dinotandole si il levar nostro di Brandizo come la qualità dell’ egritudine mia. Bora, per gralia del signor Dio nostro, me alrovo molto alleviato del male, cum speranza che, gion-gendo questa sera a Corfù non havendo possuto gionger prima per la molta bonacia, potrò accomodarmi el recovrarmi et recuperar la salute mia, il che seguilo non mancherò continuar con ogni diligenza et saper mio al bon servilio de la serenità vostra. Avanti el partir nostro d’appresso Brandizo, hessendo alcuni de li nostri ne la terra, li mandai a chiamar, et mi parve far venir etiam a me il sindico de la terra et uno gentilhomo del signor Zuan Corado Ursino, a li quali feci intender la causa de la deliberation di levarmi de lì per el concordio seguito fra la Maeslà di Cesare et re Cristianissimo, raccomandando la terra a esso signor Zuan Corrado, che non permettesse che fusse sachizata nè dannizata. Et così quel suo gentilhomo promesse farne ogni bono officio. Cimi noi hab-biamo 27 galere, a le qual tutte et altre non si mancherà qui a Corfù dar quel restauro che sara bisogno, sì per haver tulle acinle el in ponlo iusla l’ordine di la serenità vostra. Nè per la indispo-sitione mia si ha mancato ponto dal bisogno, perché il magnifico proveditor, diligentissimo ministro di la serenità vostra, non ha mancato nè manca da quel bono et diligente officio che si conviene. Prae-terea, havendo inteso haver preso di armar “20 galìe, aricorda è bon far armar le galìe di Dalmalia, perchè quando quelli soracomiti annerano, trove-rano bene il modo di le zurme^Quesla spazo per uno navilio di vini di domino Lunardo Corner di Candia. Lettera dì sier Zuan Contarmi proveditor di V armada, data sopra le Merlerò, a dì 4 ditto, hore 3 di nomo. Serenissimo principe, eie. Qucsla, solo per significar a vostra serenità mi esser in questo loco con galìe 27, per andar a la volta di Corfù, dove ne sono 4, et hozi ne so-prazonzerà altre Ire dal Cao Santa Maria, che hab-biamo mandà a sopraveder. El clarissimo zeneral pur hanno del mal, ma mejoralo, el spero la Maestà de Dio li donerà la sua sanità. Questa armata è mollo mal conditionala, ne sono amalati assai, et etiam ne sono morti a Brandizo più di 100. Io, 345* serenissimo principe, farò quello sempre ho fallo in questa provederia a servir vostra serenità con lutto lo core ; non mancherò; et a bora che questo