475 MDXXlXj SETTEMBRE. 476 tutto zerca 3500, et si sospetta vadino a la volta di Zervia. Aricorda se inipia le compagnie et si mandi danari per il quarliron. Scrive haver bisogno di guastatori. Lauda il capitanio Colurno, qual ba modo di haver fanti forestieri. Fostscripta : Havemo inteso che domino Ba-bone è sta chiamalo a Faenza, su le scale, da li governatori del pontefice, che’] debbi ritornare. 305 Copia de una lettera di sier Marco Antonio Contarmi luogotenente di la Patria di Frinì, data in JJdene a dì 2 Septembrio 1529. È ritornato uno de li messi mandai li preteriti giorni a le parte superior, partì da Viena a li 17 del passalo, è stalo longamenle in camino per ha-versi acompagnato per sua segurtà con alcune gen-lildone venivano de lì, fra le quale è una moglie di uno conseglier regio, gentildonna di Gorizia. Riporta, al partir suo turchi erano grossissimi per .tutta l’Iiongaria, et erano corsi fino a Presburch, città distante circa miglia 40 italiane da Viena, nel qual loco era retiralo il capitano Coccianer con le artellarie et tutte le zente da guerra, quale se dice esser da 8 in 9000 persone fra piedi el a cavallo, tutta gente allemana et boema, perchè il principe puoco si fida di hongnri, anzi gli ha per inimici, perchè dicti hongari quasi più desiderano la signoria di turchi che di esso signor, parendoli esser più sicuri sotto il dillo Signor lurco. Si affermava da li ditti, lo esercito del Signor haver preso Cinque-chiesie et Albaregal, nè esser andato a Buda, perchè in quella non era presidio, come scrissi. In Vienna al partir suo non era rimaso soldato alcuno nè a pie nè a cavallo, perchè (ulti puochi dì avanti erano andati verso Presburg ; ben è vero che in l’arsenal di Vienna si lavorava con diligeotia, et haveano faclo da 23 navilii longi in foza de fusle, su le qual metterano da 100 persone per una, et poi barche a la todesca da far ponti, portar moni-tion et altre cose da guerra. Le altre erano ben per compite, ma non in acqua, et che’l capilaneo de Trieste et Fiume dovevano menar marinareza dai suoi lochi per armarle. Che in Vienna non li era alcun altro che il populo, ma è terra popolosissima, et chi ha paura del Turco et chi no, come è usanza di populi, ma molti primari occultamente mandano via le sue donne. 11 re si ritrovava a Linz et si aspettava di giorno in giorno a Viena con grande esercito, por quanto se diceva. El che quel ¡stesso giorno che lui parli da Vienna, il capitanio Cocia-ner era passalo de lì, lassato altri capi con le gente a Presburg, el andava in posta a Linz per conferir col principe quid agendum. Questo è quanto si ha da questo nostro esploratore, qual è persona fide digna, el li avisi suoi sono conformi a molti altri che si hanno da diverse altre vie. Hozi etiam è ritornato un nostro gentilhomo de qui, qual beri fu 305* a Gorilia, el è persona mollo intima de li comes-sari regii : referisse in conformità, lo esercito lur-chesco potentissimo esser per tutta P Ongaria, ancor che particolarmente non habbia inteso cosa alcuna, solimi quello che per avanti loro capelanei sempre hanno tenuto oculto, el finora tengono, talché li popidi poco o nulla inlendeno. Li hanno comunicato in secreto, (ulta l’IIongaria esser abbandonala, et che’l principe non havea animo de defendere se non 1’ Austria et il suo patrimonio. Di più riporta, et è persona veridica et de la qual mollo si può fidare, che essi commissari hanno haulo lettere dal re, che li mandino in nota lutti li luogi nominati nella capitulatione di Vormalia, et se di quelli gli è diflìcullà alcuna, con la loro opinione circa questo, el il tulto in scrittura. Elche in esse lettere regie vi era una parola qual dicea così, come se’l dovesse esser pace con noi ; ma per esser scripta in todesco, lui non lasa precise se non quanto loro ge 1’ hanno refferita. Summario dì una lettera' di Fiorenza, di 2 306 settembre 1,529, scritta per Vicenso Fìdel secretario di V Orator nostro, mandata a domino Zuan Battista Fidel dottor, suo fratello. Cesare se partì a 30 da Genova per Piasenza. Questi Signori tendeno a lo accordo con Sua Maestà, il qual dubito non seguisca, non obstante le renge che al continuo fa il clarissimo orator a questi Signori, dimostrandoli, con chiarissime ragion, procurano la'iactura do la libertà loro ; et veramente, ne la materi i di mandar il mandalo a li soi oratori, parlò due'volte per spazio de due ore tanto escel-lenlissimamenle, che fece stupir ognuno, nè fo alcuno li conlradicesse, anzi confessavano che ogni ragion ditta militava, nè se li poteva opporre ; pur temo la cosa non succedi come vi ho detto. Il principe di Orange era a campo a Spello con 6C00 persone, et Gian de Urbino era stà ferito da uno arcobuso in uno zenochio, nè stà bene. Una dona de Panzalici, de lo primo de Pistoia, de anni 66,