13 MDXXIX, fresche, svisava che l'andata verso Pavia de inimici se stimava, perchè, fo ditto, cascò certo pezo di muro, tamen fu riparato. Siché inimici par siano ritornali in Milano. Et altre particulariliì. Da Crema, fo lettere, di ultimo Zugno. Come il duca de Milan, che li se ritrova, qual diceva voler andar a Lodi, non parla di parlirse, per star sicuro. Vene l’oralor del duca de Urbin, et monslroe lettere del signor duca, di 30, in risposta che la Signoria ha scrilto lui debbi avisar a qual capitanio si dia cresser fanli el adimpir le compagnie : risponde haver trovalo molli di questi che si hanno mal portalo, sicome il proveditor zenerai avisarà, et quando vederà la Signoria, fazi provisione, dirà la opinion sua, aliter tacerà. Vene l’oralor del duca di Milan, solicilando la Signoria vogli servir il suo duca di danari, perchè non poi più lenir le sue zenle. Vene l’oralor di Franza, dicendo che . . . Di Cividal di Frinì, di sier Gregorio Disamano proveditor, di 3 Zugno, havi lettere. Mi avisa come questi lochi del principe sono in gran sospeto di turchi, perchè ebbero novelle che una gran banda di loro, il giorno di S. Zuane, s’era mossa per venir in queste parte, et sabato a dì 26 quelli di Goritia lirorno alcuni pezi de arlellaria per avisare il paese a la salvatone di le robe loro et animali, et di più hanno fallo proclame che tulli stiano atenli, et come udirano tirar I’ arlellaria se * ne fugano, ma non jn quello de la illustrissima Signoria noslra, sollo gran pene, et chiamano vene-tiani turchi, ut in litteris. Fono in Collegio sopra le opinion di expedir hozi il signor conte di Caiazo capitanio de le fanta-rie nostre, et etiam zerca dar danari al duca de Milan. Formenli si ha fatto l’altro beri lire 8, padoani, el ne vendete sier Marco Antonio Venier da San-guani stara 300 a lire 8: hozi è a manco, il grosso a lire 6 il slaro, la farina padoana in fonlego lire 10 il staro, el fermento va calando per zornata. Del conte Alberto Scoto, di primo, da Cassati, vidi lettere a Zuan Jacorno da la Croce suo canzelier scritte. Avisa esser nove di Zenoa, che ’1 conle Lodovico Belzoioso, qual era con le zenle a campo a Novi el Serravalle, veniva a la volta di Alexandria, et che in Zenoa erano zonle 4 navq di Spagna con (ormenli, et zonto lì un messo luglio. 14 da Antonio da Leva, li dilli formenli si vendevano, et li danari si mandavano a Milano. Noto. Li Steter merendanti in fontego di lode-schi, che fevano gran faconde, hanno fallito per ducali 150 milia. Fo aldito in Collegio uno mercadante bergamasco chiamato Crislofolo . ... , vien di Xagabria, partì a dì 20. Dice come era nova li, esser zonto 40 milia turchi a Belgrado, di quali 2000 cavalli cora-dori erano corsi verso Buda, dove non era alcun pressidio, et che il signor re Zuane di Hongaria era a .... et havia fatto far uno edito, che lutti li baroni del regno si dovesseno trovarsi a certo loco, sotto pena di rebellion, et che molli vi andavano : et questo per il dì di san Zuane. Item, come era slà a Vienna, dove non era preparalion di zenle da guerra ; et «he l’archiduca era a Linz, dove havia ordinato far una dieta per le cose del turco, ma vi andava pochi, nè quella si reduceva. Item, dice haver scontralo di spagnoli in camin, di quelli 1500 che possono di Spagna per venir in Alemagna, et che a 10 et 15 a la volta si partivano et andavano via per non esser pagali. Di sier Zuan Contarmi proveditor de l’ar-mada, date a Corfii a dì 14 Zugno. Come è lì con gaiìe numero 11, el va assetando quelle; et ha scritto in Dalmatia le altre galie zonzino per haver al numero di.20, et aspelar il mandato di andar in Ponente, et fa far biscotti. Et scrive longamenle in sua juslification, zerca li formenli tolti a Liesna, et la sententia fatta per lui che i siano contrabando. Et scrive la dispensation, el altre parole, sicome in dille lettere si contien. È da saper, et ne fo noia. Fo mandato il canze- 6 lier grando, di ordine del Collegio, reduto però con i Cai di X, a Muran, dal reverendissimo cardinale Pixani, qual nel zorno di beri è tornato di Padoa dove è stato alcuni zorni, a pregar sua signoria per uno pre’ Zorzi da Sibinico, Iradello di certo .... {vayvoda) lurco in Bossina, del qual si ha habuto boni servici, el avisi che’l voi esser contento darli beneficio in la soa diocesi, che 1’ babbi mirala ducali . . . El qual Cardinal rispose esser mollo contentissimo. El disse haver haulo lettere di Roma, da quel suo amico ben nolo al Serenissimo, di 24 di zugno, per lo qual lo avisa che ’1 papa ha certo dì Franza esser concluso accordo fra l’imperador et re Chrislianissimo, et non lanlo mal de Italia, come si tien, et maxime di ¡a Signoria nostra. Da poi disnar, fo Pregadi. Et letto le soprascrite lettere, et vene