105 MDXX1X, LUGLIO. 106 golenente in la Patria del Friul, et Io tolse sier Constantin Zorzi suo zenero, il qual in i anni non è venuto tre volte a Conseio, et do è sta in elelion. Item, fatto altre 9 voxe ; et di la Zonta niun passoe, tolti sier Hironimo Grimani et sier Jaeomo Dolili! savii a terra ferma, sichè questo titolo è veuuto molto al basso. Da Udene, di sier Marco Antonio Contarmi luogotenente di la Patria, di 16. Come havia hauto aviso da Gorizia, di persona fide digna, che le zente di l’archiduca haveano haula una rola da le zente del vaivoda. Di Muia, di sier Zuan Filippo Barbarìgo podestà, di .... Avisa come a Tresle si preparava alozamento per li spagnoli. Del capetanio zeneral Pexaro, da mar, da Zara, di 11. Come erano sta interzade le do galle erano de li, videlicet Sanuda et Barbariga, et ancora ne avanzava 150 homeni da metter su le altre galle, venirano. Et come se partiva de li per andar a Traù. 62* Di campo, da Cassati, del proveditor zeneral Nani, di 16, liore 18. Come, di la scaramuza fatta per uno morto di nostri è morti do de inimici, i quali non sono venuti più fuora per scaramuzar ; et nostri voleano ussir, il capitanio non ha voluto, pur voi mandali a desmetiar un poco, tamen farà con segurtà grande. Scrive esser’venuto uno troin-beta del signor Antonio da Leva al capitanio zeneral a dirli che l’incendio seguito sul bergamasco, di alcune case, non è slà di ordine suo, perchè voi far bona guerra et zercherà intender chi saranno stati, et li punirà aspramente. Da Crema, di 16. Come hozi è partito sier Zuan Dolfin, va proveditor zeneral in campo per Cassali con bona scorta venuta a tuorlo. Inimici con nostri ogni zorno scaramuzano insieme. Da poi Conseio, il Serenissimo con il Collegio si redusse, excetto li Savi ai ordeni, ma li Cai di X et tre più vechi da chà Zen, videlicet fono sier Marco Zen qu. sier Piero, sier Marco Zen qu. sier Bacalarlo el cavalier, et sier Hironimo Zen qu. sier Piero, per far uno capelan, manca, justa il testamento del Cardinal Zen, da dir messa a San Marco in loco di uno è morto, et prima fo cassado uno prè......, el qual non officiava ; i qual ca- pellani hanno ducati 50 a l’anno ; et ballotati 9 rimase prè Zuan Rivio et prè Placido di Ragazoni. Nè altro fu fatto in Collegio. Da Bergamo, di reofori, di 16. Et vidi 1etere di sier Zuan Antonio da chà Taiapiera vi- cepodestà et proveditor, qual scrive: Hozi bandiere tre di fanti del castellan di Musso, quali eran forse 300 et cavalli 00, sono scorsi sopra territorio a uno loco ditto Pontita, et per la valle di Caprino, el hanno fato alcuni pregioni con certi pochi bulini. Subito inteso questo, mandassemo archibusieri de quelle vallale zprca 100 a quella volta, per devedar che i non vengano a qualche altro loco a sachegiar dilli lochi, robando ; el ditti lochi haveano salvaguarda dal prefato castellano, tamen, li ha Folto la fede. Item, habbiamo che ’1 marchese di Nernps, qual è cugnato del castellan di Mus, si aspettava con alcuni lanzinech et veniva a la volta di Leco, et che il ditto castellano zercava con ogni modo et mezo di pacificarsi con Grisoni, per havcr facilmente el passo libero. Nolo. In questo zorno parti de qui per tornar a Mantoa domino Zuan Battista di Malatesti orator del marchese, qual prima vene a stafeta, come ho scritto,’ per (\ir che a dì 12 zonse lì il protonotarió Carazolo, vien di Milan, ha mandato di Cesare di • trattar la paxe con la Signoria nostra. Ha portato etiam la puhlication di la paxe fatta col papa et imperador, publicata a Barcellona, la qual era in spagnol. Di Pergamo, di sier Justo Guoro capitanio, di 16. Scrive, inimici hanno tatto poco danno suso l’isola. Et scrive hanno lassato andar una parte di homeni di le valle, confinano col castellali di Mus, venuti di qui, aziò le case loro non patiscano, A dì 19. La terra, heri, non fo alcun di peste, 63 et di altro mal numero 8. Di Roma, di sier Gasparo Contarmi orator, di 15 et 16. Scrive il zonzer lì di lo abate di Negri, vien di Barcelona, a dì 16 con la conclusion .de la paxe fatta el papa con l’imperator, intervenendo il re di Boemia Ferandino suo fratello, chiamato etiam re di Hongaria, la qual è slà publicata a Barcelona, et il matrimonio de la fiola de Cesare, naturai, nel duca Alexandro, fo fiol del duca Lorenzo di Medici, con dola di ducali 20 milia do intrada a P anno, parte nel reame de Napoli et parte altrove in Italia, et rfsalvano lochi a li altri principi a inlrar et a la Signoria di Venetia, restituendo al papa Ravena et Zervia, et par il papa li dagi ducati 100 milia, con altri capitoli, et li particulari non se intende. È stato dal papa, con il qual parloe, et cussi domino Jacobo Salviati ; ma parlano nitro i denti nè si lassano intender la condition. Di Poma, dì Pompilio Aquilano secretano di domino Zuan Maria da la Porta, qual è