17 MDXX1X, LUGLIO. 18 di non aprir questa porla, con altre parole, juslifi-cando la so parte. Et sier Lunardo Emo el consier andò per parlar ; 1’ hora era tarda, fo rimesso a doman da poi Conseio, et sagramentà tulli di tener secreto. Nolo. Se inlese a Ragusi esser seguilo molion tra loro ciladini, citi lenivano dal turco et chi da l’imperador, et erano venuti a le arme. Da Crema, di sier Filippo Trun vicepodestà et capitanio, di primo Luio. Come in questa sera il signor duca di Milan et orator Ve-nier è partiti el andati a Lodi, per star lì, confortalo dal signor duca di Urbin, aziò possi soccorer ludi li lochi soi, bisognando. Et se intende yspani sono per ussir de Milano, et si lien andariano a Pavia per (esser) rumata uno pezo di cortina di le mure di quella lerra novamenle, ancora che si atende a repararla. 7 A dì -1, domenega. La terra, beri, di pesle do lochi veclii, el Iti di allro mal. Fo letto in Collegio li avisi bauli di Manloa, di successi di Alemagnn, mandali beri sera per il suo viceoralcr. La copia saranno qui avanti. Vene l’orator del duca di Milan, al qual per il Serenissimo li fo dillo la deliberation falla beri nel Senato di darli li ducati 10 milia, videlicet 5000 questo mexe el 5000 questo avosto ; restò satisfatto et ringraliò molto il Serenissimo. Vene sier Zuan Dolfìn, va proveditor zeneral in campo, dicendo non aspettar allro che i danari, dia portar con lui, quali hauti partirà il dì seguente. Di campo fo lettere di Cassati di 2, del proveditor zeneral 'Nani, et di Lodi di 2, di l’orator Venier. Come erano ussiti di Milan 5 bandiere de fanti, quali vanno per luor uno castello che li impedisse zerca far lo arcolto- di formenli da quella parte. El come hanno aviso da Milan, Anlonio da Leva non poi ussir fuori, per esser lui quello ha il cargo, mediante il far vender il pan per la terra, di scuoder li danari, et de quelli paga le zen te. El voi alcun non possi far pan in caxa, et lui solo compra li formenti a certo precio, et di quelli fa farine-et pan, et vende il triplo. Fo ballota li 4 contestabili da esser ballotadi in Pregadi per mandar do di loro a Padoa, justa la parie, et rimase questi : sier Hironimo Diedo qu. sier Zuane.....da Vilmercà di Bergamo . . . .....dal Borgo fo lìol di Martin dal Borgo, fo morto a Moncelese, et Zuan di Anzoli fo zenero di sier Borlolomeo Magno, di nalion.....era col Manfron soldato. Cazete sier Piero Sagredo di sier Zuan Francesco, sier Zuan da Molin, qu. sier Ti- 1 Diarii di M. Sanuto, — Tom. LI. moteo, et sier Hironimo Michiel qu. sier Nicolò, dillo Marzoco, qual andò pezo che lutti ; ave 3 ballote. Poi altri al numero di 13, che fo ballotati. Fo letto una deposition di uno venuto a Zenoa con la galìa del Doria, partì dì Barzellona a dì 12 zugno, dice l’imperator era lì con la corle sua, dove era grandissima careslia del viver, et che certo el venirà in Italia. Et liavia mandà per messer Andrea Doria che con l’armada andarse a levarlo, ma tien lui non potrà esser lino per tulio luio, et dice molle cose. Item, che li era 23 galìe et 2000 fanti preparadi per mandarli a Zenoa, el che a Malica si feva li fanti, quali si caricavano su le nave. Dice esser zonto lì il nontio del papa, et tien l’im-perador sia d’accordo col papa, et li ha portà Io decime et la cruciata, di la qual trazerà assà danari. Dice haverà 50 galìe, computa quelle del Doria et di Napoli, et 90 nave. Disse hesserli slà mandà da le Indie et Themistan 4 re presi, de li qual do sono alli uno brazo, come nannini, con testa granda, et occhi grandi in tesla. Dapoi inlrono li Cai di X in materia di preti, 7* intervenendo il patriarca, per certa scritura ha fallo uno pre’ Lorenzo Meraveia di Santo Apostolo dapoi renonzià il titolo, qual dice haverla falla coacto, ma si remette al patriarca etc., unde fo terminalo nel primo Conseio di X farne provision. Nolo. Beri per Collegio fo scritto in campo, atenlo li avisi di Mantoa, che uno corier, vien di Franza con assà lettere, era in Alexandria, et dubitava venir di longo, unde fo scritto che’l capitanio zeneral vedesse mandar qualche numero di cavalli lizieri per haver dilte lettere. Da poi disnar, fo Gran Conseio. Vene il Serenissimo, ma non vene sier Francesco Foscari. Fo fallo 9 voxe et tutte passoe. Fu posto, per li Consieri, dar licentia a sier Ja-como Manolesso, podestà de Ixola, de venir in questa lerra per zorni 15. Fu presa. Di Roma, vene letere di sier Gasparo Contarmi orator nostro, di 25 et 29. Il summario dirò di sotto. Come il papa liavia hauto assà mal, pur slava meglio. Fu fatto hozi, a Gran Conseio, do^oracomiti, tra le altre voxe, sier Hironimo Sagredo fo XL, di sier Zuan Francesco, et sier Zuan Morexini fo patron di nave, qu. sier Anlonio, sichè è compili di farli. Da poi Conseio, fo chiamà-Pregadi, per expedir la cosa del conte di Caiazo. Di Roma, di V orator, di 25 et 27. Come il ' papa, per le prime, havia del mal assai et con peri-