71 MDXXIX, LUGLIO, 72 di Mus ha fallo far una crida in li lochi soi che ludi li villani lo seguitino, perchè voi venir a danni et mina di Bergamo el bergamasco ; ma noi stimamo poco queste zanze, pur stemo occulati, facendo le debite provision. 42 Sum»iario di Icterc da Monopoli, di sier Zuan Vitturì provcditor menerai, la prima data a dì 26 Zugno 1529. Come le ultime sue fono di 21 de l’instante, per le qual avisoc ne li travagli era stato, sì per lì pagamenti di queste gente, come etiam per la carestia et morbo, la qual è di sorte che, da poi partite le gente francese de qui, ogni giorno gente di queste compagnie del conte Julio da Montebello el conte Oratio da Carpegna mi domandano licentia de rilornarse a casa sua, et li fanti dicono haver licentia da li soi capetanei, sichè tengo li prefali conti siano causa di questo, per risolver le compagnie ot voler andar ne lo exercito del signor duca di Urbino, per esser de li sui favoriti. Bisogna proveder di danari per pagar le zelile, chi voi lenir questa terra, alitar le saranno abbandonate da lì soldati, perchè i non ponilo viver con il soldo per la extrema carestia clic è in questi loci, el non ponilo haver da li subditi nostri cosa alcuna, per esser in miseria. Ho fallo il possibile per haver ad impresledo, et per lellere di cambio eie. Son in assà janduse, et sto a la misericordia di Dio, el in fame et li inimici apresso, de li quali non dubito cosa alcuna, per esser purtroppo battuti in la obsi-dion di questa terra. Vedendo clic queste compagnie de li soprascrili conti se sfilano ogni zorno, ho scritto al governa-dor Soranzo di Trane, subilo mi mandi il capitan Cagnol con la sua compagnia, perchè son mollo aperto el mi bisogna star vigilante. Voria la Signorìa li mandasse 600 fanti, olirà il capilanio Cagnol et Vaylà, che son zonti de qui,, et manda una copia di capitani et fanti. Da novo de li inimici, el marchese dal Guasto è andalo a Napoli per justificarsi di non haver potuto prender Monopoli, et ha lassato lo exercito a questi fianchi di Ostoni, Conversano, Gravina, Materra, Altamura, et Bìlonte, et in alcuni di questi loci non li hanno voluto alozar dentro di le terre, ma li dà un cerio quid per il viver suo. Et una banda di questo exercito ha voluto sforzar Materra in alozar dentro, et datoli una battaglia ordinaria, el quelli di la terra si hanno defeso gaiardemente, et li hanno rebaluli et morti assai di loro, sichè tutte queste bande stanno in grandissimo moto, el se vedesseno un poco di forze et favor per la liga, che non ponno più slrussiar (sic) le strnssie che li fanno questi ispani, i quali hanno sachizalo ultra Mesagna, el haver la- 42* gliato molti a pezi, hanno sachegiato etiam un castello ditto PEauce, et corso ogni giorno sachi-giando qualche castello, di sorte che tulli li popoli di questo Regno restano in una despcralione. Se la nostra armata fosse venuta de qui, si haria hauto Brandizo cuni li castelli, Otranlo, et molli loci, cum far rivoltar tulle la Terra di Otranlo et parte di la Calabria, sichè si ha perso una grandissima occasione di far assai con poche forze, per la retirala che ha fatto il marchese del Guasto de qui, qual ha perso grandissima reputatimi, et ha invilito grandemente il suo exercito. Lettera del ditto. Da novo, olirà, il marchese dal Guasto, qual è andato a Napoli, fin ora non è ritornalo. Et non ha» vendo voluto quelli di Matera tuor parie del so exercito dentro la terra, li ha dato la battaglia, et presa l’hanno saehizata con molli altri loci, di sorte che lutto questo Regno è in quella disperation che dir si possi, et certo si dariano al diavolo eie, Lettera di Cividal di Iriul, di 12 luio, del proveditor Pisamano. In questa bora 23 è sopragionlo uno cittadino di questa terra, persona di fede, partito questa mattina di Aquileia. Porla che, hessendo beri sera nel monastero di monache con 1’ abadessa, et ragionando seco per esser gastaldo de esso monaslerio, sopravene un messo spazato in diligentia da Gradisca a quella abadessa, che è parente di domino Nicolò dalla Torre, el disseli, beri poi terza erano venute lettere in Gradisca che significavano che a Cozevia, le gente turchesche, che erano a quelle parti, furno a le mani con quelle del principe, di lo qual era governator ditto domino Nicolò, et turchi erano stati vincitori, havendo moria et dissipata la maggior parte di quelle gente, et appaila diito domino Nicolò era fugilo con cavalli 15, et salvato iu certa fortezza, et che turchi lo segui-torno et haveanlo ivi assediato. In Gradisca stavano assai di mala voglia, perchè molli di quel luoco erauo andati in quel campo con il loro ca-pitanio.