309 UDXXlX, AGOSTO. 310 Copia di lettere di la corte di Francia, di Nicolò di Nobele luchese, scritte in le so• praditte lettere. Jarsera venero nuova certa che la paze è conclusa. Il re la soloscrisse giovedì, el venerdì ogni cosa fu rotta; poi sabato si rimiseno insieme et hanno accordato. Tutti li confederati et banditi ci sono compresi. A Venetiani resta a dichiarire di molte cose; de che se ne sono remissi al re et al re 191* de Ingilterra ; et alsì il duca de Eari al re et al papa, si gli harà errato o non conira lo imperatore, per lassarli qualche parte de la ducea o nulla. Lo stato de Milano, contea d’Aste, reame di Napoli, il re rinuntia. Segueuo 4 mariazi : il re a madama Lionora ; monsignor lo Dolfìn a la principesssa de Portogallo figlia de madama Leonora; monsignor d’Orliens a la figlia d’Ingalterra, et starà là; il figlio del duca di Lorena a madama Madalena figlia del re di Francia, per dotta se li dà la ducea di Barbon. Paga do miliona d’ oro, zoè 400 milia se ne risponde al re d’Ingallerra, 600 milia se imporla contanti a Baiona il resto a certi termini. Achadendo, il re è temilo dare pagali per un anno a lo imperatore 500 lanze et 10 milia homiui di piè, con molti altri arliculi el particularità, che a la zornata se se intenderà. 192 Copia de una lettera da Udene, di sier Marco Antonio Contarmi luogotenente, di 11 Avosto 1529. el per tulli quelli lochi dicono el Danubio inondar più di do mia di largezza, el il simile la Sava el il Oravo ; le qual inondatici) sono stale causa di la tardità di esso exercito, qual, per quanto se diceva de lì, havea patito grandissimamente per tal inunda-tion. In Cinque Chiesie non li era altro presidio salvo cavalli 150 de li quali è capo uno ongaro, et 200 fanti todeschi et boemi con il forzo de paesani fugiti per paura de’ turchi. Et che al primo dì de agosto fu un gran tumulto in dilla città bessendo venula vose che turchi erano non molto lontani. Et il sequente giorno se partite in pressa, penso per paura, nel ritorno suo, et passato per Petayia et Marpurch, nei qual luoclii ha inteso come il vescovo diXagabria havea hauto certo sinistro sodo Xagabria, et che si era retiralo ad uno suo loco paludoso et molto forte dillo Zuanich, lontano tre miglia da Xagabria ; ben afferma che il castello si leniva ancora per il vescovo. Questo ¡stesso si ha per diverse vie da Gorizia et Gradiscila. Et beri passò de qui un capìtanio spagnolo, qual tornava da Linz per andar a Gorizia, et disnò qui in Udene, dal qual, per vìa di alcuni boemi suo conoscenli, si ha inteso il principe «esser tornato di Boemia a Linz dove le gente promesse dal regno di Boemia cometizavano a zonzer ; et che le Terre Franche li danno fanti 10 milia. Ma questo non si vedeva ancora ; ma ben al suo partir era zonlo zerca 6000 persone, qual se imbarcavano nel Danubio et mandavano giuso verso Viena. Aspectava etiam le g^nte comandale di 1’ Austria, Styria et altri sui terrilorii, a la summa de fanti 15 milia, quali tutta via caminano verso Viena. Et per quello hanno potuto solrazer pare che’l principe non si curi de deffender se non 1’ Austria, che è suo patrimonio, per esser cussi mente de li principi allemani. Copia di una lettera di sier Gregorio Fiza-mano proveditor di Cividal deFriul,data a dì 10 avosto 1529. Uno di questa terra, stalo al soldo del principe già sono mesi 18 in Hongaria, giolito hozi, referisse, che, bessendo già passali mesi 10 che le gente del principe in quel regno non hanno hauti danari, a la giornata serano risolute, infine restano 2000 persone in circa, el serano corsi mal contente re-dule a Terenzino, luoco distante da Vienna per tre giornale de camino, ove senza danari se ne morivano da fame, et per disperation si levorono in arme el volsero amazar il loro governalor, che è il In questa bora è gionto uno de li exploralori mandali per avanti in Ungaria, qual partì da Cinque Chiesie a li 2 del presente, et riporla che al partir suo, per quanto si aflìrmava, il Signor turco era zonto a Belgrado 15 zorni avanti con zerca 40 milia cavalli, bona parte de li quali erano passali la Sava et alozati nella Sermia, el che la persona del Signor era affìrmata a Belgrado aspettando il resto di lo exercito qual era innumerosissimo et andaseva zonzendo di mano in mano. Si diceva di aspetar il vayvoda in quel luogo, qual era pur ancora a Lip-pay, et che la intenlion del Signor lurco era lassar esso vayvoda con parte di le sue zente a Buda, qual era come abandonata, et andar di longo a la impresa de Vienna. Et afferma che dal giorno se partile de qui, che fu a li 18 di luio, lino al suo ritorno, quasi sempre havea piovuto, talché quelli fiumi, che molli ne ha passali, sono lutti grosissimi,