85 MDXXlX, LUGLIO, 86 commessali fi» di Hieremia di Clerici datiaro di la merendante di Brexa el suo destreto, quali voriano fosse la renontia del datio, falta per loro a di 3 zu-gno, aceptada, alento la guerra presente, et le proclamo falle a di 18 mazo, che cadami possi portar in la città robe et vituarie senza pagar datio et gabelle, perlanlo sia preso che al ditto datiaro sia fallo restoro di ducati 500, con questo debbi pagar la metà del restante in termine di zorni 10, et l’altra milà in altri zo'rni 10, senza pena, el non lo facendo, siano astretti a pagar, el cussi pagando la prima rata et non pagando poi la rata secunda, siano astretti ut supra : Ave. 147, 7, 10. Da Crema vidi lettere, di 14, hore 2. Come lo exercito nostro è a Cassano ben munito di repari et acque intorno, et hanno messo etiam l’acqua del Navilio olirà el fiume de Adda, et è abondante del viver. Et hozi li sono stà mandale 6 bandiere di fanli del signor duca de Milano in soccorso del campo. Inimici è alozà a Inzago, poco più di uno mio lì lontano et slatino di continuo in sca-ramuze, et li nostri cavalli lezieri corono di continuo fin su le porte de Milano, facendo molli presoni et bulini. Inimici hanno buttalo il ponte a Trezo; mostrano voler passar in bergamasca. Si judica non passeranno, et passando é stà fatto disegno per li noslri di farli pentir. Bergamo, come ne hanno referto alcuni soldati mandali li con polvere et piombo per scoria el hozi ritornali, si trova ben fornito di bandiere 7 de fanti boni, li è stà mandali dal campo, et altre zente che vi erano prima. Ancora el duca de Milan ha ben fornito di zente Sonzin, Caravazo et tulli quelli castelli cir-cumvicini. Se pezo non intravidi, non si ha timor de essi inimici. 52 Copia di una lettera del campo da Cassali, di 14 luio 1529, scritta per domino Urbano secretarlo del duca di Urbino, a domino Zuan Jacomo Leonardo suo oratore. Magnifico et honorando mio. Ancor che le occupationi vostre me impediscano resposta a le mie, non voglio restare di fastidirve con questa mia per raguagliarvi di qualche minutia, che so certo il signor duca non le scriverà, corno quello che ha animo a cose più alte et di magior importanza. Come noi stiamo qua a me pare che nessuno ce lo domandi, el quello che si l’azia anco mi pare che nullo lo ricerchi, el io ve lo voglio dire senza essere adimandato, et nel mio chiueherare non vi scriverò nè fabule, né btisie. Né questo alloggiamento fu anlevisto poi il danno di francesi, anzi prima, con prostipposilo di stare in fazia a li inimici, asegurare Bergamo con tulio el stato della Serenissima Signoria, et essere in loco da possere soccorrere et porgere aiuto ovunque fusse bisogno a le cose dell’ excellentissimo signor duca de Milano, il quale fu sollecitato a far riparar ben Pavia el Sant’ Angelo particolarmente, et rasselar Lodi, et tutti questi lochi far sollecitare che.si fornisseno al possibile di vicinane. Et dapoi la rotta di francesi molto più fu sollecitalo cl ra cord alo il medemo, sempre havendo l’occhio a quello volesse fare il Leva, il qual poi, come ha vele inteso, uscì de Milano venere passato con le sue gente con disegno che noi dovessamo subito partire de qui et passare Adda, [tessendogli referto farsi come accade de le cose, che poi all’ effetto il pensiero et el disegno se gli è fallato, zioè che la gente nostra fusse poca et poco bona el mal satisfalla, et che per questo subito la fusse in fuga; overo con mettere gelosia alle cose di Bergamo con mettere il ponte a Trezio, come ha fallo, ci dovessimo relirare, et lui cusi guadagnare questo allogiamento, il quale é stato et è di tanta importanlia, olirà gli effelli sopradelti, che anco ha dato luoco che ciascuno ha fallo lo ricolto, di dove ne nasce quello incredibile sorvilio per le cose de la illustrissima Signoria che apertamente si vede, che anche per questo capo el dinaro che si è dato al signor duca è stalo ben pagato et servilo meglio. Bora venendo al particolare di qualche menutia successa, dicovi che’l primo giorno che’! Leva uscì de Milano li cavalli mandati dal signor duca ad intendere et vedere, come è costume, nel riportare la certeza dell’ussita sua, guadagnorno da 30 cavalli do nemici con molti altri pregioui a piedi. Nel venire ad allogiare a Piollello, similmente quel giorno furono presi et cavalli cl fanti de li soi. Cussi venuto ad Inzago, lutto quel giorno si fu in scaramuza seco el similmente et cavalli et fanli et capitanei fumo guadagnali de suoi. Il giorno poi, hessendo al campo nostro propinqui, che da Inzago et qui non vi è duo miglia, loro mollo grossi venero a trovarci circa una balestrata distante da li noslri ripari, et fu fatta una grossa scaramuccia, dove medemamente a la fine ribatuli, li nostri guadagnorno molti cavalli et fanti de loro, et tale ha già di taglia 1000 ducati, che farà buon prò a Piero Parigioto che lo guadagnò, che fu un gentilomo milanese. La moderna sera verso l’oscurare, il signor duca gli fece dare nel campo loro una grossa