379 UDXXIX, ACOSTO. 380 iersera, ¡1 quale non segui, anzi si è diclo quanto t di sopra et si verifica il detto, perchè questa mattina lutti quelli che erano restati qui si sono disloggiali et hanno seguitato la corte, tale che noi soli ambasciatori siamo restati, et ut ita dixerim piantati in questo luogo. Queslo è parso mollo grave et molesto a ciascuno, pensando doversi più tosto per questa Maestà far qualche probabile ex-cusatione de la offesa fallaci, che cumulare quesla altra del denegarci la presenlia sua, anzi fugirsi. Da Ravenna, di sier Alvise Barbaro prò-veditor, di ... . Come de li risona, il papa far sente. Et Baiasse de Val di Lamon non ha volulo la conduta datoli per la Signoria nostra. Et fanno fanti per il papa. Babon è zonlo de li con fanti eie. Nolo. Sier Zuan Bembo di sier Alvise, uno di deputati a le porle di Ravena, se partile, et li altri do, sier Jacomo Nani et sier Douienego di Prioli, partiranno poi. Di Urbino, di la duchessa fo lettere di . . . drizate al suo oralor. E1 qual manda alcune lettere li è slà scrillo con avisi de spagnoli. La copia sarà qui avanti. Da Sibinico, di sier Nicolò Maraello conte et capitanio, di 19 di questo, venne lettere a nona. Qual manda alcuno lettere haute di Maximo di Leopardi, secretano va in campo del Turco ; et etiam lui scrive la nova di la rolla haula per Amo-ral sanzacho a le zenle di l’archiduca, sicome Maximo scrive, a le qual lettere mi riporlo. Dì Maximo di Leopardi secretario, di Sibinico et di Scardona. Scrive il suo viazo, et come fo poi a diva di 17 di questo. Scrive con\e 1’emin li dele una guida ; stentò haver cavalli, pur li trovò. Et avisa de li si dice che Amorat sanzacho havia dà una rotta a le zente di P archiduca et preso uno capitallio chiamato....... el qual con 300 altri.......lo haveano apresentà al Signor turco, el qual Signor lo havia acarezado et datoli presente. Da Ferrara, di sier Marco Antonio Ve-nier el dotor, orator, fo lettere. Come era stalo a visitar il signor duca, qual era in letto, et stava meglio. Et scrive colloquii hauti insieme, qual etiam lui ha aviso di Pranza di non esser slà nominali li collegadi. Poi Porator li comunicoe li avisi del turco. Esso duca disse : « Chrisliani, zoè questi marani, è pezor di turchi, » Poi disse: « Ilo aviso che (1) La carta 239 * è bianca. la Signoria era compresa in la paxe, si la voleva esser con loro conira turchi. » Fo volulo poner, per li Consieri, uno possesso di 240* uno beneficio in Cypro, qual ha haulo a Roma 3 senlentie conforme, a domino ... (Jacomo) Codio; et sier Fantin Corner di la Episcopi a con parenti fo a la Signoria dicendo, si è a l’Avogaria per queslo, pregando non si metesse. Unde la Signoria ordinò, se in termine de zorni .... non si expediva, la meleria no. Fu posto, per li Savi del Conseio el Terra ferma, una lettera in campo a li provedilori zenerali : che atenlo le nove havemo di le preparalion di zenle si fa sora di Trento per calar in veronese, et per non lassar Verona senza presidio, ne pareria che il signor Cesare Fregoso con la sua compagnia et lui sier Zuan Dolfin provedilor zeneral venisse in Verona, con quel numero di fanti parerà al signor capitanio zeneral, al qual si remetemo di ogni cosa, nè volemo far nulla senza il suo voler. Fu presa di (ulto il Conseio. Fu posto, per alcuni Savi del Conseio una parte, di riconzar la parte del loto, ut in ea. Et sier Filippo Capello savio a Terra ferma voi si metti una tansa a questo lotho, ut in parte. La copia di le qual parte saranno qui avanti poste. Et sier Gasparo Malipiero, è provedilor sora i debitori, andò in renga et conlradise, dicendo è debitori per ducati 300 milia et si dia far'pagare a questi ; et che loro provedilori erano stà in Collegio per voler met r ima parie, ma non erano alditi, et la feze lezer. La copia etiam scriverò qui avanti. Et sier Francesco Contarmi casser di Collegio li rispose, laudando la parte posta, et non si vegni adesso su retention, che l’imperalor dirà venetiani non hanno più il modo di haver danari, che fanno retenir li debitori. El sier Gasparo Malipiero sopradillo tornò io renga a risponderli. Et sier Filippo Capello savio a Terra ferma parlò per la sua opinion, dicendo il bisogno si ha di danari presti, et bisogna, per mandar aUrbin per pagar quelle zente, ducati 14 milia, poi in campo et per lutto ; et la parte leta né una né P altra non dà danari [iresti, persuadendo a voler la parte posta per lui eh’ è la tansa. El li rispose sier Lunardo Emo savio del Conseio per P opinion di la sua parte. Et poi ì (5) Savi del Conseio, videlicet Trivixan, Mozetiigo, Contarmi et... (Dandolo e Gradenigo) messeno con li proveditori sopra i debitori, sier Gasparo Malipiero,sier