325 MDXX1X, AGOSTO. 326 Copia di lettere del ditto, a V orator del duca in Venetia. Signor fratello. Olirà la copia di quello che io scrivo al signor duca nostro, non ho che dirli se non che è verificato lo evangelio : beati qui non vìderunt et cre-diderunt. Ilora se alcune volle mi hanno tenuto per vano et suspeloso, et essi hanno Ceduto ho mostralo vedere ; se discernflran chi ha meglio adver-Iilo, me conforto haverlo lante fiate ditto in tempo che posseva provedere, il che si sarà fatto, Dio sia laudato. Mi ricomando. A Cambrai, a li 3 de agosto 1529. Sottoscritta : fratello II Taverna. 202 p0j disnar, fo Pregadi, et poi letto le lettere venute questa matina di Franza et Marseia, et di Lodi, di sier Gabriel Vcnier orator, di ... . Come il signor duca di Milan li ha dillo voler esser sempre a una fortuna con questo excellentissimo dominio, nè mai volersi partir, et del re di Franza sempre è slà chiaro. Et che l’ha in Alexandria 2000 fanti et munirà le so tere, et quando non sarà sicuro ne le sue lere vegnirà a star a Venecia. Item, come ha haulo aviso dal Vislarin di Alexandria che a di 9 l’imperador inlroe in Saona, et a di 10, ch’è il di di san Lorenzo festa solenne in Zenoa, dovea fjr P intrala in Zenoa. Dì Bergamo, di sier Zuan Antonio da chà Taiapiera vicepodestà et proveditor, di 12, vidi lettere. Scrive, inimici sono ancora al loco solito Li guastatori di brexana et visentina, numero zerca 600, li habbiamo redutti in la città el faciarno lavorar a questi repari dove è il bisogno. Hozi è sialo un poco di tumulto perchè alcuni fanti di Piero Antonio Corso el Johane Maria da Padua andavano butnndo zoso porte et facendo molli inconvenienti, per voler il viver et far trazer, per non esserli dà le sue page. Pur io li atasentai et li feci dar aconto di marzelli 6 per fante per doi giorni. Altro non si poi fare perchè la sorte di tempi cofnporta questo. Mando lo incluso reporto haulo hozi di le nove di IJongaria, il qual dice cussi : A dì 12 avosto 1529. Uno, qual hozi è venuto da Clanfurlh cillà de la Carinlia, parlilo a di 2 di avosto, riporla che Fe-randino si atrovava a Linz per andar verso l’Hon-garia, et aspettava 20 milia lanzinech da le bande di le Terre Franche, et inviava 2000 cavalli contra il vescovo di Xagabria et il conte Piero ; et che la maxor parte de la Croalia haveva rebellato a esso arziduca, et però mandava ditti cavalli. Item, che’l vescovo di Xagabria insieme con il conle Piero h a ve va no da 10 in 12 milia persone al servilio del vayvoda. Item, che sabato passalo viste a Maran bona quantità de lanzinech adunati per venir a la volla di Trento et che andavano tuttavia ; el che domenica a Bolzan ge viste lanzinech quali, per quanto haveva sentilo dir, sariano da 10 milia, et 1000 cavalli, quali se inviavano già con li tamburi a la volta di Trento, qual gente ancora non havean lochà danari ; el iudica a la più longa a san Borto-lomio saranno de qua da Trento. *Da Monopoli, de sier Andrea Gritti govqr- 202* nador, de 30 luto. Come zà 20 zorni partite de li el clarissimo proveditor zeneral Viluri con il pro-vedilor di P armada Coniarmi per andar a Barlelta a parlar al signor Renzo per consultar la impresa che si havea a pigliar, come etiam per aspetar de li el clarissimo capilanio generai da mar. Unde io de qui, vedendo che uno castello nominato Fasano, qual ha dato gran danno a quesla cillà questa invernala per haver allogialo de lì li inimici con fanti et cavalli, che olirà il bestiame che no hanno tolto non hanno lassà arcoglier le olive, nè si ha potuto haver di le 10 parte 1’una per causa loro, et li homeni di quel castello sono inimici per natura di questa città, però li ho mandato una banda di fanti con li cavalli con preparation di scalle. Li qual zonli, quelli del loco, non havendo veduto salvo che li cavalli, comenzono a lirar le arlellarie con demoslra-lion di volersi difender ; ma visto le fantarie si reseno senza capitolar altramenti. Et lazo condur le biave erano lì in questa ciltà, poi voglio farli spianar le mure et che ’I resli caxal aperto, aziò inimici non si pensano più alozar li. Ho mandalo poi domino Petro Frassina capo de stralicili a corer a uno castello subdito a quesla città, qual si leniva per inimici lontano 16 mia, qual fa 500 fuogi, nominalo Cisternino, con ordine di esser a parlamento con quelli del loco, et veder si rendesseno. Li qual ve-