537 suo clarissimo zeneral non stanno di sopra, non mancarò del debito, et per quello potrò, mi forzerò far fare recuperar questa sua armata con ogni mio spirilo, farla poner a ordine,*talmente che quella se ne potrà servir a li bisogni sui. Aricorda, l’armata voler più di slera 5500 biscotti al mexe el, per quel vede, non li esser provision per uno mese: si provedi, a reverenti» de Dio et de Nostra Donna, di mandar qualche marandi biscotti, palamento el armizi, perchè se quella non preveder» con presleza, li dico per certo, quando quella crederà haver armala, la potrà ben haverla, ma ligada al palo, per causa pan, palamento et armizo. Mando inclusa la deposition del medico del claris-simo zeneral. La deposition. Hozi siamo nel nono de la egritudine del carissimo zeneral. La febre continua con una terzana, con zonta il zorno calivo. Sua magnificentia mollo dole di una passion di core, et veramente la diversità del polso et il continuo sospirar lo dimostrano. A questo fasse tutti li remedii convenienti. Nel quinto sua magnificentia sudò et li vene sangue del naso, nè per questo si alleviò la febre, et però ju-dicai quella evacuatone non esser stata per forleza di virtù, nè per moltitudine di materie, perchè altramente il parasismo seguente saria stato minore; nondimeno il parassimo di heri non fu de la gran-deza de li altri. Et hozi che è il bon zorno, sua magnificenti» sta convenientemente, non però senza febre, nè la orina moslrase digeslion. lo non temerei di cosa alcuna, ma certo la mostra crudità grande, ancora che già 4 zorni cominciasse a mostrar un poco di digeslion. El questo mi ha latto scorer di darli evacuatici) ordinaria. La qual, come si potrà dar, credo molto a sua magnificentia gioverà. A li 4 septembrio. Zuan Jacomo Rodegno fisico del clarissi rno zeneral. 346 A dì 13 septembrio. La (erra, heri, di peste, do, in lochi novi, el.... di altro mal. Di Verona fo heri sera lettere di rettori, et proveditor zeneral Dolfin, di 11. Come havendo mandato il signor Cesare Fregoso, governador de lì, uno frombola nel campo inimico a Medola in man-toana, per causa di cerli presoni borgognoni, par 538 che hessendo lì in dillo campo di lanzinech, vene una lettera a quelli capitanei da Piasenza, di Alilo-nio da Leva, la qual hauta si reduseno in Conseio, el inleso li scriveva non si dovesseno mover nè andar per la via ordinata verso Po, perchè bisognava tolessealtro camin, perilch.è’se judica l’acordo con P imperador et Fiorentini sia seguilo. Di Bergamo, di sier Zuan Antonio da cha’ Taiapiera vicepodestà et proveditor, et sier Justo Guoro capitanio, di.....Scrivono di grandissimi danni fanno in quella terra quelle zelile, maxime sguizari, quali hanno robalo el posto a sacco lazarelo, et quelle robe vanno por la terra, adeo amorbano per tutto. El il suo capitanio di lanzinec Udervalden è morto da peste. El zudexe del maleficio domino Alvise Contarmi è amaialo, si dubita di peste, tu caxa di lui capitanio uno è morto di peste, sichè per tutto è morbo. Lui podestà è varilo et spera domenica andar fuor di caxa. Di Aventin Fragostoro, di 11, da Caste-gnè vidi lettere drizate a Zuan Morello suo canzelier. Scrive: Alquanti de li mei cavalli se parlirono de brexana et andono a correr lino a Milano, et preseno Ire cavalli lizieri del conte Filippo Tornielli et altri tre cavalli ronzini. El poi a 9 di questo, ritrovandosi lo exercito a Peschiera, qual in quella matina se havea da partirse, zoè de inimici, et io me deliberai andar per assaltarli a qualche banda; andeti a la volta de Pozolengo, dove i movete lì in la terra la festa del suo campo, qual facea lo alogiamenlo, et subito spinsi da 35 cavalli dentro ne la terra a l’improviso, unde che vedendosi asaltà a questo modo, se miscno in lauto disordine, che molli se buttava da cavallo el molli non sapoa trovar le sue insegne. Fumo menati fora 15 cavalli di loro Ira boni et calivi, el feriti molti et morti da 4 in 5. Loro se veneno a riconoscer, et vedendo nui esser pochi cavalli, veneno fora do bandiere de borgognoni el cazete quelli cavalli fino dove era mi, poi se remelemo sopra di loro el li facemo relirar, el scaramuzando per spazio di una bora grossa, et pigliamo un ancora di loro. Eravi ancora Antonio Campagna, et si perso un de li mei et doi.del Campagna. Veneno li do oratori di Franza, dicendo Poralor 34G* novo monsignor do Ixergna l’era sialo aspettar la risposta, la qual non l’havendo hauta, liavia in commission del re Chrislianissimo di levarsi et andar via, sichè toleva licentia. Il Serenissimo li disse non si ha potuto, ma hozi si faria Pregadi, et se li risponderla. MDXXIX, SETTEMBRI!.