427 MDXXIX, AGOSTO. 428 mandi di altri. Et come lui Dolfin col signor Cesare venirà a Verona. Da Lodi, di sier Gabriel Venicr orator, di 27. Come domino Bernardin da la Barba, è gover-nador in Piasenza per il papa, ba scrillo al duca di Milan che luni a dì 30 l’imperador si partiva di Zenoa et veniria lì a Piasenza, dove li preparava alozamenti. Item colloqui col duca, qual è disperato. Voria la Signoria mettesse lei 1000 fanti in Lodi, 1000 in Cremona, elianti in S. Anzolo, el di questo ha mandato a dir ar capilanio zeneral, el si duol molto di la Signoria, dicendo è abandonato, et non sa come far, eie. Vene l’oralor di Milan, et parlò di questo pres-sidio voria il suo signor duca. Vene Porulor di Fiorenza, dicendo, le leltcre di soi signori di 22, è sialo relenulo a Bologna il co-rier el toltoli lo lettere, et aperte, quelle non importavano, dateli, et cussi hanno relenulo edam quelle di l’orator nostro, et che etiam Vizar-dini, stalo commissario a Ferrara, tornando a Fiorenza era sta tolto li cariazi et lui relento, ben-che’l governator poi lo fece relassar, con promìssion farli rehaver le sue robe, dicendo...... Di Ferrara, di 1’ Orator nostro, dì 28. Come don Hercules etiam lui ha renontià la condota di Fiorentini. Item, uno aviso, sora Livorno è sta visto 40 nave andava ver Levante. Vene l’orator del duca di Urbin, dicendo, quelle zenle cesaree, per avisi hauti, sono a li confini verso .... et sono zerca 8000, el si vanno disfaldando. Item dimanda danari per pagar le barche si lien a Pexaro, eie. Veneno li hebrei in Collegio, dicendo non dieno dar per conto vechio, et haver pagalo creditori dì Monte nuovo, di ordine del signor a la camera, et voleano su questo audienlia; fo dillo si alderia uno altro zorno. Introno li Cai di X in Collegio per una lettera del reverendissimo Cardinal, Corner, di 21, di Fioma, scrive a sier Jacomo suo fradello, qual è Cao di X, di grandissima importanlia. Di la bona mente del papa verso questo Stado, et in trattar accordo. Da poi disnar fo gran Conseio. Non fu il Serenissimo, vicedoxe sier Alvixe Malipiero. Fu fallo (3 dì Pregadi et 5 del Conseio di XL zivil ; rimaseno tulli vechi. Fu poslo, per li Consieri, una parte non si possi più dar licentia ad alcun rettor o altri, se prima non sarà ballota in Collegio, ut inparte. Fu presa. La copia sarà scritta qui avanti. Ave...... Fo mandalo in quesla sera in campo a Cassan ducati 10 milia. Da Cividal di Friul, di sier Gregorio Diramano proveditor, di 26. Come è venuti in quesla terra doi preti del territorio di Gorizia, persone assai acomodale di facilità, et seerelamente zcrcano haver case ad afillo per condurvi le robbe et sue famiglie, dubitando, come dicono, di turchi ; el cusì ha cercalo uno cittadino di Cremons, con animo ancor lui di venir con la sua fameia a slar qui, et venirano di altri : però scrive a li Cai di X li ordeni quanto babbi a far. A dì 30. La terra, beri, 3, di peste, lochi novi, 276* tra li qual uno in caxa di sier Silvestro Trivixan qu. sier Piero, el 8 dì altro mal, tra li qual morite di febre lo excellenle medico maistro Lunardo Bu-lerou veronese, era medico del doxe Loredan et dì questo. Di sier Zorzi Biedo capitanio di le barche armade, di Brandirò, di 21. Narra quelle cose el operation sue. El come fo sfondrà la sua marci-liana. La copia sarà qui avanti. Di Zenoa, fo letto alcuni avisi di 21, dri-sati al Cardinal di Mantoa. Come l’imperalor partiva a dì 30 over 31 per Piasenza, et che l’aere de lì non li comportava ; havia haulo un zorno la febre. Li oratori fiorentini zonti lì, non aldili ancora. L’armada partita, è reslà solum le galle del Doria,. videlicet il forzo torna in Spagna. El altre particularità, come la lettera sarà scrìtta qui avanti. Di Ferrara, di sier Marco Antonio Venier el dottor, orator, di 29. Come il signor duca li havia mandato a dir esser zonlo lì il signor Marco di Pii, stalo suo orator a Zenoa a la Cesarea Maestà. Dice ehe’1 legato del papa si havia doleste con Cesare, che leniva l’orator dì Ferrara, linde quelli del Conseio li deteno licentia, et lui disse che Cesare li havia dilto clie’l restasse al suo piacer, el poi parlò a Cesare, qual li disse voleva manlenir li capitoli falli col papa, et che quando il suo duca fusse in accordo col papa, saria suo amico. Et cussi li delle licentia et. si partì, el è zonlo in Ferrara. Scrive colloqui hauti che è bon slar unidi con questo Stado et defendersi etc. Da Udene, del locotenente, di 28. Come risona de lì intorno che turchi sono dì qua da Buda, sichè quelle parte sono in gran paura. Da poi disnar, fo Pregadi. Et letto la lettera di