609 non volendo venir fra dillo termine, sia el se intendi bandito de Veniexia et del distretto, terre el lochi di la Signoria nostra da lerra et da mar, et navilii armadi et disarmadi, con (aia obi quello prenderà et darà in le forze lire 1000, el stii uno anno in la prexon Forte serado, el remandà al suo bando. Item, lexeno li processi di altri absenti, maxime di sier Tomà Goeo qu. sier Zuan Andrea, et non fo compito; si expedirà sotto il Conseio di X nuovo. Da poi a bore 53 l/z fo chiama la Zonla dentro. Fu preso una gratia di sier Marchiò Zane qu. sier Alvise, l’avocato, la qual pendeva, videlicet, alenlo le sue fatige di haver contenlà et fatto contentar a molti comuni in Frinì vender il terzo di beni comunali, et esser andato in Frinì a sue spexe, li' sia dato liberi lui et soi heriedi campi 50 di terra di quelli non si poi vender da ducali 5 il campo. Et fu presa ; el bon prò li faza ! Adì 29, fo San Michiel. La mattina. La terra, beri, di peste, niuno. Da Verona, fo lettere di rettori et provedi-tor zeneral Doìfìn, di 28, hore .... Et manda uno aviso da Valezo, scrive uno è a quella custodia a lui proveditor zeneral, come hessendo venuto di Brexa il conte di Caiazo con 300 cavalli per assaltar inimici, et passando per alcuni lochi di man-loana, fo fallo asaper a inimici erano a Lonà, li quali veneno fuora da 600 cavalli et . . . fanti, et fo a le man con nostri, et li rupeno et svalisono ditta compagnia, parte morti altri presi, tra li qua! fo il ditto conte di Caiazo, capitanio di le fantarie nostre, el qual fo preso per alcuni fanti del signor Alvise di Gonzaga, quali lo condusseno in Valezo. Scapolò, et cussi esso che scrive li ha dato un capo di squadra con alcuni fanti per accompagnarlo a Peschiera, et de lì passar a Sermion, poi a Salò. Sichè per la gralia di Dio è scapolo. Et questo fo adì..... Da Brexa, del proveditor generai Nani, di 26, fo lettere. Come dillo conte di Caiazo et signor Cesare Fregoso doveva far questa cavalcata per . ........Scrive che’l signor duca di Urbino havia pur di la febre. L’ Augubio li voleva dar una medicina la mattina, ma la nolle la natura operò 14 volle, sichè è soprastalo, et che’l dice cbe’l vederà nel duodecimo eie. Di Sermion, in fasta, di sier Jacomo Boldù capitanio del lago, di... . Come inimici erano levali di Lonà, el andavano verso Cremona. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. LI 610 Summarìo di una lettera da Brexa, di 26, dii 393 conte Alberto Scotto, scritta a Zuan Jacomo da la Croce. Da poi P altra scritta de mia mano ho hauto li infrascritti avisi. lloggis’è parlilo di questa lerra carra 12 di polvere, che va a Pavia; lo balote vengono da Milano. Costor vanno mollo inlertenuli in dare danari; ancora le gente del Leva non sono pagate el molle compagnie se sono mulinale, et sono andate a Milano, dove sachegiano et fanno molte insolenlie. Il conte Lodovico venne heri, per quel si dice, per risolversi di le gente italiane, el se dice che Cesar gli ha risposto che se riporla al Leva, et con questo è ritornato in campo. Intendo che dillo conte se ritorna tanto mal contenlo che si tiene, se’l sapesse ove albicarsi, che ’I pianterebbe costoro ; el così se ha per servir ultramontani. De italiani costoro non ne fanno conto, el questo si comprende perchè non gli danno grado. Hanno meschialo molli capi de spagnoli vecchi in queste fantarie nove, perchè crede non siano più pratichi, come sono ancora gli nostri mal experli. Stanno questi spagnoli admiralivi che tanto tardino francesi a mandare ambasciatori a questa corle. Si era qua folto comandare un mondo de carri, el poi son stati licentieli. Se dice pur de la partila de Cesare, ma non se dice quando. Qua è nova che Vienna appresso Ungaria è persa, et cbe’l signor Renzo nel Regno fa gran progresso. Il principe ili Orangie è proximo ¡1 Firenze et ha sachegiato Corlona. Il signor Stefano Colona è fatto capitanio de Fiorentini el è gionlo a Firenze. Se Pavia stà salda, che non ne posso far iudilio per non saper le provisione del viver nè gente che habbiano, 0 che Cesare torrà l’accordo col signor duca overo restarà con poca eslimatione. Da Piasenza ali 25 de settembre 1529. In questa mallina fo Gran Conscio. Fu il Sere- 3941) nissimo. Fu pubblicale quelle do parte prese heri nel Conseio di X, zerca far la Zonla per Gran Conseio, le qual lexè Zuan Jacomo Caroldo secretano del Conseio di X, poi Bortolomio Cornili lexè la condanason del Lambardo, secondo ho scrillo di sopra. Et acadele che, alenlo le grandissime procure si fa per la lerra senza un respelto al mondo per (1) La carta 393' è bianca, 39 MDXXIX, SETTEMBRE,