551 Ì1DXX1X, SETTEMBRE. 552 Da poi disnar, fo Pregadi, per expedir la male-ria di fieri, et sopravene queste ledere : Da Cremona, de V oraior Venier, di ... . Corno le pratiche dj l’accordo a Piasenza, il suo ora-tor Sacco va driedo e! insta, Cesare sia contento si veda de iure se ’1 duca ha fallilo verso Sua Maestà, promettendo le sue zente non saranno contrarie a Sua Maestà. Et scrive pratiche fatte sopra questo, et vari colloqui habuti con consieri et il gran secretano. Scrive ctiam che l’imperator dovea partir per Parma, poi a Bologna. Item, manda un aviso di Zenoa, come zuoba a di.....parti di Zenoa Filippin Doria con 23 galìe, et va verso Sicilia, et 12 erano prima parlile per andar in Spagna conira cerio corsaro. Scrive che le zente imperiai in Milan venute, havendoli mandalo Cesare 20 milia doble, che è 40 milia ducati, loro non li basla, ma veleno 13 page se si dieno levar, le qual loro dieno ha ver. Et altre parlicularilà. Da Brexa, del proveditor generai Nani, di 13. In conformità ut supra. Et proyision fa il ca-pilanio zeneral, et si mandi danari da pagar le zente. Da Crema, di sier Filippo Trun capitanio di Bergamo, vice podestà et capitanio, di 12, liore 24. Come hozi si ha dillo, per uno venuto da Piasenza, che l’imperalor doman, che è funi, dia partir da Piasenza per andar a la volta di Bologna. Et per lettere da Brexa del proveditor Nani si ha, che i lanzinech terzo zorno alozono a Medole, et vanno zoso per il mantoano. Et di qui si dia mandar GO guasladori a Santo Anzolo, et hozi se li ha mandà libre 200 di polvere fina et allratanto piombo a le compagnie di fanti nostri che sono de lì, et terzo zorno mandàssemo a Cremona canoni doi di 40 et ballote 200 et barili 50 di polvere grossa. Del ditto, di 12, Jiore 2 di notte. Habbiamo, l’imperador dia partir questa setimana da Piasenza per Bologna, dove si troverà con il papa, et sarà, avanti qualche zorno a Parma. Et che 1’ ha fallo Antonio da Leiva viceré di Sicilia et capitanio suo zeneral in Lombardia ; et ha fato il conte Lodovico' Belzoioso capitanio di le fanlarie. Et li spagnoli venuti con Cesare sono do o Ire miglia luntan da Piasenza alozati ; quelle zente che prima erano in Milan, do volle sono suscitali, dimandando 13 page che dieno haver, et l’imperator li mandò prima doble 20 milia et beri de li altri danari in Milan, dove alozano a discretion. Hanno preparalo di far el ponte sopra Po questi. Lo ambasador del duca de Milan a Piasenza era sopra parliti de acordo ; non j si sa quel seguirà. Do ambassalori di Ferrara erano zonli a Piasenza, et dovea ctiam zonzer il marchese di Manica. I lanzinech passavano hozi a Canedolo sopra il mantoan j^er venir sopra il cremonese. Del ditto, di 13, Jiore 20. Di novo habbiamo, per messo da Zenoa, che Zuoba a di .... proximo passato, lo galìe partino di Zenoa per venir in Puglia, qual saranno, con alcune dieno luor da Napoli et di Sicilia, da 2G in 27, et gaiioni tre, el nave 2 armate ; con la qual armala é Filippin Doria. El Andrea Doria è in Zenoa ; si dice el venirà da l’imperador. Hozi si ha dillo che i lanzinech sono sul bre-xan mia 8 lontan da Brexa. Si dice ctiam che con la dilla armata se dieno conzonzer 12 galìe et 4 nave di Franza. Noto. È uno aviso, che li lanzinech non voleno star sotto Antonio da Leva, et hanno mandato soi ambassadori a l’imperador a Piasenza per questo, li quali erano a . . * . , et che voleno per capitano il marchese di Mantoa, al qual i’ imperador ha dato 300 lanze et 3000 fanti. Et dillo marchese dia tornar da l’imperador, ma per uno zorno era slà molto mal per non haver pissato. Fu, poi leto le le lettere, intrato in le opinion di risponder a li oratori di Franza, quali dimandano si dagi le terre di Ptiia, protestando etc. Et erano 4 opinion : una di Savi, una di sier Alvise Moce-nigo «1 cavalier et sier Filippo Cappello, una di sier Lunardo Emo, et una di sier Hironimo da Pexaro savio a Terra ferma, voi indusiar. Hor primo parlò sier Lunardo Emo ; li rispose sier Alvise Gradendo, poi sier Hironimo da Pexaro, voi l’indusia ; poi sier Alvise Mocenigo el cavalier ; poi sier Francesco Donado el cavalier ; poi sier Alvise Gradendo; iterurn sier Lunardo Emo, qual intrò col Pexaro con l’indusia, et fo conzà la parte, sicché i Savi fo a uno, videlicet risponderli, post verba ge-neralia, che ... . Andò le parie : di Savi, ave .... di I’ Emo et Pexaro di l’indusia, 50 di no, et ... . non sincere; el fu presa quella di Savi. Da poi sier Filippo Cappello savio a Terra ferma si levò dicendo, se questi oratori vorano la copia di la risposta in scrittura el copiarla loro, se la dia dar o no, et che ’I Collegio non dia ha’ver questo cargo. Il Serenissimo lo laudò. Et fu posto, per li Savi, exceplo il Pexaro, di lassar luor copia; il Pexaro andò in renga et contradise. El Conscio sentiva di dargela ; niun di Collegio li rispose, linde sier Valerio Marzello proveditor sora le viltuarie andò in renga et laudò non li dar copia, dicendo : .... Andò la parte. Ave : .... Et vene zoso