479 expeltarsi in quella cillà il signor archiduca, et che venirebbe in breve, et gli commessari facevano bui-tare nel Danubio molle barche, con fama che, venuto il principe, imbarcherebbono fanti per difendersi. Che il principe era a Linz, insino al suo partire, con poca gente et puochissimi danari. Che gli comessari preditti de ordine del principe facevano tuor tutti gli cavalli che erano in Vienna de fation, con malissima contenleza di tutta la città, et dice-vasi che venirebbono gente d’ Alemania. Che il giorno che essa relatrice parli da Vienna era gionto in casa sua il Cozianer capitanio generale de la fan-lana del principe, che era fugito con il viceré con le puoche gente che haveano verso Buda, quale erano alloghile ivi fuori di Vienna. Che il capitanio antedii lo diceva creder insino allora esser perduta Buda. Che lo exercito del Signor turco era latto . in tre parte, et ne la prima oravi il signor vayvoda con lutti gli foraussili inimici al principe, et che poteva esser lontano da Vienna poco più di due giornale. Dimandata in che numero erano turchi, rispose, è cosa senza conto. El che tutto quel paese é in estrema fuga et disperatone. Et che suo marito messer Raymondo slava in procinto de levarse per ftigire a Gorizia. Nola. La moier predilla é di domino Raymondo Rodumbergi consier del principe in Vienna el è fu-gila da Vienna con una iìola che ha sola, con una careta snodala, et ha seco tre servitori a cavallo. Ila una sua sorella maridata qui in uno cittadino di questa terra, qual ha fatto exarninar da suo cugnalo persona acorla el dabene, et halli dillo tulle le cose soprascrilte. 309') Da poi disnar fo Conseio di X con la Zonla. Jtem, preseno parte di danari. Fu preso tuor ducali 4000 di la Zeca, et ubli-garli ducali 4000 de li zudei. Fu preso tuor ducali.... dii sorabondanle di le legne, et in Pregadi si possi metter etc. Fu preso tuor ducati 2000 di li ubligadi al Monte Nuovo, et al Monte Nuovo ubligar altri danari. Fu preso luor ducali 1500 di la imbotadura di Treviso, ubligadi al Monle del Sussidio, el ubligar al dito Monte il dazio di l’oio per li ditti. Fu preso far per questo Conseio Ire exalori, il primo a li Governadori, scuodi lutti altri debili da le tanse in fuora, il secondo a li Avogadori extraordinari, il terzo ai X offici, in luogo di sier Sebaslian (1) L* carta 908* è bianca. 480 Balbi a cui Dio perdoni, el tutti farli in uno scurli-nio. El preso la parte, fo liccnlià la Zonla di quelli non ballolano, el li ballolono ; rimase a li Governadori sier Bernardo Pixani fo exalor ai governadori qu. sier Francesco dal Banco ; a li Avogadori exlraordinari sier Zuan Francesco Pasqualigo qu. sier Antonio; ai X offici sier Hironimo Marzello fo exalor a lo Cazude, qu. sier Fanlin, sollo a tante a tanle sier Alexandro Marzello fo exalor a le Raxon nove, qu. sier Francesco, el sier Jacomo Dolfin consolo di mercadanli, qu. sier Andrea. F.t nota. In la parte é che li dilli, fra termine di zorni 8, debbano portar ?bollelini di non esser de-bilori, a/e'fcrsiano fuori, et quelli saranno stà sollo, debbano intrar in loco loro. Fu posto, una parte di Cipro di certo ciprioto bavea quel dazio di fracotnani. De lngiltcrra fo lettere questa matina, non lete, di sier Lodovico Faìier orator, date a Londra a dì 11 avosto........ A dì 7. La mattina, la terra, di peste, C, caxe 309* nuove, et 9 di altro mal. Et in Collegio non fo lellerc di le poste. Fo dillo esser letlere in fonlego di lodesclti, come il Turco havia hauto Vienna ; tamen 11011 reusile. T)i Ferrara, del Venier orator, di 5. Del zonzer 11 monsignor de Ixernia orator del re Cliri-slianissimo, stato a Zenoa da l’imperator et ha hauto audientia dal duca, el ditoli haver fatto bon offilio con P imperador per le sue cose. Soa Maestà li ha risposto che’l se interponerà in accordarlo con il papa. Il qual orator ha dillo che il re non bavera soi fioli se non questo mazo. In questo ntezo assumerà li danari per darli a Cesare. Scrive, ditto orator vien a la Signoria nostra fin zorni..... a protestar si restituisca le terre di la Puia a Cesare, jusla la capilulation falla. Vene P oralor di Fiorenza, dicendo haver lettere di soi Signori, mandano il mandalo a li loro oratori è apresso Cesare, ma restretto che Medici non entrano in Fiorenza, et che niuna forleza sia data a P imperator; tuttavia si inelleno in ordine di zente et altro per defendersi. Vene Poralor di Mantoa et mostroe una lettera di Zenoa di suo fratello domino Zuan Battista, di 30 «crive al reverendissimo Cardinal a Mantoa, come quel zorno si parli P imperator per Piasenza, et andò alozar a............ * » » # « MDXXIX, SETTEMBRE.