ù4/ MOXXIX vana eius promissio, quantum vobis et hinc regno nostro profuit irnmo obfuil tnanu palpare poluislis, quid deinde ipsius Ferdinandi superba juclalio el taiili principis territatio sibi allulerit, cum poien- 216* tissimus ipse imperator cum omni exercilu et po-tenlia sua ¡am Danubium apropinquat propedie omnibus manifesluni crii. Hoc etian> seilote quiquam ex incolis regni nostri rebelles et inobedientes se ostenderint. conira tales, auxiliante Deo, iusta eorum demerita procedernus el eos cum extremoque ip-sorum periculo ad obedienliam tidelilatemque com-pellemus. Dalum in civitate nostra Lippa, quarto die post feslum sancii Joannis Baptistae 1529. 217 Serenissimo principe et signor, signor noslro unico. Hessendo piaciuto al nostro signore Iddio chiamare a se P illustrissimo signor Jano nostro padre sempre honorando in questi tempi et bisogni di quest’ eccellentissimo Dominio, el che la casa nostra cominciava gustar del fruito di tante sue sostenute fatiche, el fermarsi sotto questa sua ombra, sia certa la Serenità Vostra che ci ha lasciati in tanta amaritudine et deietione di animo, che nessuno lo potria facilmente comprendere. Et se non fosse che qualche fiata in quest’ affanno noi si volgemo con la mente a la felicità, benignità et clementia de Vostra Celsitudine, certo che resla-ressimo confusi. Ma quella sola è che ne sostiene et recrea, el ne haveria parso grande sollevalione a tutti, se havessimo potuto venire a li piedi suoi, et nel cospetto di quella disfogare le miserie nostre et narrarle la gravissima perdila che quella ha fatto di tanto svisceralo et fedelissimo servi-lor, el qlial havendo più de quaranta anni cosi fedelmente servilo questo ¡lividissimo Stato, et veggendo che non havea roba da lasciarne, nel ultimo del vivere suo, come paterna eredilà, ne ha per testamento lascialo et comandatone che sempre dobbiamo slare sotto la obbedienza et ombra sua, nè mai partirsi da li comandamenti suoi. Hora per essere tali le occorentie di tempi, che ne fan meritamente ¡asciare nui stessi et attendere a le cose de l’eccellentissima Serenità Vostra, mandiamo el reverendo M. Bandello et M. Agostino Abondio nostri, acciò che si condogliauo con quella de la perdita de così suo affelionalo servitore, del quale così come la passala vita ha dimostralo a tutto ¡1 mondo le vertuose opere, l’incomparabile fede, 1’ animo mai a nessuno inferiore, così questo ul- agosto. 348 timo allo è sialo tanto manifesto quanto imaginare si possa, non havendo mai altro chiamalo con le estrenle voci sue se non quest’inclito Stalo, al quale 217 solo ha data la posterità sua in perpetua servitù et clientella. Et perchè la casa nostra è rimasa vedova de tanto splendore el privata di lanlo comodo, che non habbiamo sentito se non d’aprile in quà se potria dir con più noslro danno che utile, et la pocheza del heredilate lasciatane le potria esser falta chiara, con il carico de due altro sorelle nostre da marito, le quali ha ordinato che si marileno secondo el volere de Vostra Sublimità, fa bisogno clic la benignità sua faccia il suo consueto siilo di gratitudine verso noi, come fa a tulli, et operar sì con la sua munificenza el solila liberalità, che non ne faccia tanto desiderare il padre, ma se Dio ne l’ha tolto, quella degni di conservarne li emolumenti et utilità le quali godevamo, sì de le provisioni come de le genti, acciò che non distratti da alcuno altro pensiero dimestico, tulli involti con lo spirilo, mente et sensi, possiamo invigilare a li suoi servigi, el dove faccia maggior bisogno, dove sia più urgente necessita, lì tulli possiamo mettere le vile nostre in abbandono, come vittime di questo glorioso Slato, però che più grato sacrifizio non potremo fare a le benedette ossa del signor nostro padre che seguirlo in lasciarle per questo inviclissimo Dominio. Et a la bona gratia di Vostra Sublimità humil-mente di continuo ci raccomandiamo. Da Brescia, (. Zi 14 de avosto 1529. De voslra celsitudine fedelissimi servitori Alexandro, Cesar, Hanibal fratelli Fregosi. A dì 20 avosto. La (erra, heri, 3 di peste, lochi ^18 vechi, et .... di altro mal. Il formeuto padoan è a lire 7 il staro et ne vicn assaissima quantità qui. Vene l’orator di Franza monsignor de... (Bois) insieme con quel Zuan Greco che heri zonse qui con un bregantin da Barletta, dove andò a portar danari al signor Renzo; el qual disse di quelle cose di Puia, et si se mandasse qualche forze de li, sì il re Christianissimo come la Signoria nostra, si faria grandissimo fruito nel regno. Et nota. Il Cagnolo capilanio de fanti, vieti da Traili, è zonto di qui mandato dal proveditor zene-ral Vituri per far 500 fanti et condurli lì a Trani. Del capilanio generai da mar, sier Hironi-mo da chà da Pexaro, fo lettere, date in gatta