89 MDXX1X, LUGLIO. 90 cerio che’l cornun patrone procederla di sorte, con impedirgli le vittuarie et con raccogliere le gente di Bergamo et quelle del duca de Milano, che al certo gli faria danno et forse di qualità che poco dureria r allegreza de la rolla de francesi. Penso clic al Leva, quando non babbi altro soccorso, non gli reuscirà alcun pensiero qui conino a noi, et che già si è mezo pentito di questa sua venuta, et per coprirla al meglio che potrà, forsi potrà accadere che voltarà in altro lato, come snria verso Santo Angelo, o sin dove anco spero, volli a che lato vogli : gli veranno falliti li desegni soi, se però se attendono a li ricordi, et a quanto ha consigliato il comune padrone. Il tutto vi ho voluto partecipare, aziò vi sia manifesto quello a la giornata è successo sino al presente da poi che’l Leva è venuto fora; et se a le gente non si manca di danaro et de la viltuaria, co-gnosco che non mancarano dal debito. Mandate questa a la signora aziò sia raguagliala et possa esser chiara che del Leva non se ha dubbio alcuno, et Dio volesse che l’ardisse assaltarne, che presto ne intendereste desiderato fine; ma non lo conosco de sì piccolo intelelto, nè de sì poca ragione di guerra, che l’ardissa cosa che li sarìa in danno et vergogna sua. Vi ho dato spasso in lettura, se tedio, me ne duole etc. 54 Et licentiato Pregadi, restò Conseio di X con la Zonta. Et credo il Serenissimo exponesse al Conseio quello havia ditto l’orator di Mantoa venuto questa mattina, zerca la pace voi far con la Signoria nostra l’imperator, • et esser zonlo in Mantoa il protonotario Carazolo, qual era in Milan, et ha mandato di trattar, etc. Item, fo ietto una lettera dì sier Zuan Francesco liadoer, proveditor, da Lignago, qual voria una dichiaration, perchè molli merca-danti hanno compralo biave de lì, et voria farle condur a Venetia, unde li fo scritto dovesse lassarle venir. Scrive andiyà a Verona perchè il podestà era fuora, et è tornalo et sarà con lui etc. Di Lodi, vene lettere di sier Gabriel Ve-nier orator, di 14. Come il duca havia hauto lettere dal Vislarin, di Alexandria di la Paia, come quelle cose erano secure, et era venuta nova che 5 nave di spagnòli, venivano a Zenoa con spagnoli fanti 2000 per Zenoa, erano stà prese da galìe francese, le qual erano carge di fermenti. Di Cassati, di sier Polo Nani proveditor generai, di li, hore 3. Come li campi erano stati a le man in quel zorno, et il capilanio zeneral in persona, tamen, inimici hanno haulo la pezor. Et per non scriver altramente, qui sarà copia di una lettera del prefato sier Polo Nani, di 14, hore 4, scritta a sier Battista Contarmi, qu. sier Carlo suo cugnato, molto copiosa, la qual dice cusì: Magnifico cugnado. Da novo hozi pensava elio fusse Cesare o nulla, perilchè vi scrivo più parlicularmenle di quanto ho scritto a la Illustrissima Signoria, ¡tessendo simulalo il signor duca che si dovesse scaramuzar et non star tanto riguardosi, ancora che ogni dì se ne abbia fatte, deliberò soa excellentia questa sera farne una bona, et cusì a hore 22 soa excellentia ussite fora del campo con zerca G00 archi-busieri, 200 piche, 250 cavalli lizieri, et ussite il coirti} di Caiazo et il signor Cesare Fregoso. Et hessendo macato uno pò al signor governador zeneral, mi comise andasse insieme con il conte Am-broxio et domino Antonio da Castello, et che non mi partisse de le sbare et non lasasse ussir alcuno, salvo quelli chiamati et comandati per soa excellentia, et secondo saria il bisogno da esser soccorso mi manderia a dimandar, et tanto li mandase. £1 havendo mandalo li coradori a corer, trovò una imboscata de archibusieri a la sua vedetta, et ha-vendola scoperta, li nostri comenzò a cargarli et rebalerli fino a le sbare, et allora li nemici, di mano in mano, cavalli et archibusi, di modo si alacò tanto grossa la scaramuza, che’l duca mi mandò tre volle a dimandar archibusi a 200 a la volta, et poi mi mandò a dir che melesse su do fianchi archibusieri assai, aziò s’ el fosse rebatudo el li convenisse retirar, quelli fianchi lo potesse difender, el poi che mettesse lutto il campo in arme. 54* Et me avisò etiarn cheli inimici voltava a l’altra banda del nostro campo, et che immediate mandasse a reveder l’altra testa del campo, et fornir et ingrossar la guarda, el subito mandasse cavalli fuora a quella volta a sopraveder che i non venisse a la volta del ponte, et cussi immediate fu fallo. Da poi ancora ini mandò a dimandar archibusieri et io non ne havea più, per haverli spinti lutti fora, et forniti li fianchi, che non restava altro che li sguizari, lanzinech et piche italiane, di sorte che mi vedeva disperato; et se vedea 1’ archibusaria che’l fumo scuriva l’aere. Et mandai a dir a soa excellentia che non ne havea più. Et vedendo che indubitatamente si conveniva mandar il resto, ussii subito fora di le sbare et andai a passar il Navilio