301 MDXXIX, AGOSTO. 302 brai del suo oralor, di 29 del passato, come in la paxe è compresi li confederati, et soa excellentia è compreso in un capitolo seperado ; sichè il suo orator li scrive è conze le cose sue. Vene l’orator del duca de Milan prima che ’1 Serenissimo aldisse messa, et questo per uno . . . . Burla mercante milanese, qual dovendo haver alcuni danari da............ Vene, poi leto le lettere, li oratori di Pranza novo et Zuan Joachin, dicendo esso Zuan Joachin vojersi partir, exortando la Signoria volesse servir il signor Theodoro Triub.i di ducali 10 milia richiesti in lauto bisogno suo et del re, aziò possi andar a redur il novo esercito. Il Serenissimo li disse non podevemo, dandoli la negativa certa. Vene l’orator di Milan un’altra volta, iusla il solito, per lettere haute da Lodi del suo duca, ut in littcris. Di sier Gabriel Venier orator, da Lodi, fo lettere.............. Vene 1’ orator di Fiorenza et eoinunicoe quanto li scrive li soi excelsi Signori, di haver electi li 4 oratori contra Cesare, che hanno fatto per inlerte- * nir li inimici ; in questo mezo si haverà lettere di Franza di la conclusione, et non li manderanno cussi in pressa. Imo veleno far 2000 fanti di più, et pregava questa Signoria, l’aiuto zà promesso di 3000 fanti sia mandato ad executione, con altre parole. Concludendo, li Signori fiorentini voleno perseverar in la liga nostra. In questa matina parli sier Francesco Pasqua-ligo va provedilor zeneral in terra ferma. Dapoi disnar fo Conseio di X con la Zonta, et steleno fin meza bora di notte. Fo leto una lettera di Cambrai, scrive a Nicolò di Nobeli luchese, de 2 de avosto, molto copiosa di capitoli ; qual 1’ ha iiaula di Luca. La copia sarà qui avanti posta. A la qual molli li dano fede. Da Udene, di sier Marco Antonio Contarmi luogotenente, di 11. Con avisi di le cose del Turco. La copia sarà qui avanti posta. Di Cividal di Iritti, di sier Gregorio Diramano proveditor, di . . . Con avisi etiam di le cose di sopra. Il riporto sarà qui avanti. Di campo da Cassati fo lettere di proveditori generali Nani et Dolfin, di 11, fiore . . . Come hanno, inimici voler andar a tuor Trevi, et questo per interomper il nostro esercito non possi andar a Bergamo; linde il capitanio zeneral ha mandato etiam in Bergamo 2 altre compagnie di fanti, zoò cl signor di Faenza et Antonio Roso da Castello ; et non si voi ancora mover il campo di Cassan. Di Verona, di sier Francesco Toscari podestà et sier Mronimo Zane capitanio, di 11. Con avisi hauti di sopra. Che a Trento si aspetava 10 mila fanti et 1000 cavalli, quali dieno zonzer, et si li preparava alozamenti, per calar in Italia. Et come il signor marchese di Mantos, posto in ordine per andar a Zenoa a far reverentia a I’ imperador, era sopraslato di andar ppr ditto moto di zenle. Scrivono, in Verona esser pochissimi fanti eie. Da Vicenza, di rectori, di heri. In conso-nantia di avisi ut supra di Trento. Di sier Hironimo da chà da Pexaro capitanio zeneral di mar vene lettere, date in galla a Liesna. Come per fortuna era partito di Puia con le galle numero .... el la fusta Marzella, et venuto de lì, et la galìa Salamona era smarrita. Sumario di lettere del capitanio zeneral da mar, date in galla uno mio apresso Trani, a dì 28 luio 1529. E1 zorno dapoi ch’io zonsi a Barletta, sollo lettere credential, veneno a me C oratori di la fedelissima università di Trani persuadendomi ad andar in quel loco per uno o doi giorni, et a uno a uno, iusla il suo costume, feno le parole laudando li portamenti di domino Vetor Soranzo loro governator. Li corisposi proludendoli non mi partir di queste bande che vero a visitar quella terra. Vene etiam uno secretario del signor Camillo Orsino con lettere credential, et mi rizercò di haver licenlia di trasferirsi a Venetia. Li dissi non mi pareva bene che sua signoria a questi tempi se partisse, et non li daria licenlia senza haver risposta di la Signoria, et lo conseiai aspetar venisse la risposta. Heri malina mi levai da Barletta et acostalo a questa città a dui in tre miglia mi vene ad incontrar il signor Camillo predillo con il magnifico go-vernalor, con molte di queste barche infrascade di palme di mandoleri, piene di citadini. Aco-slatosi ala galea fezeno lutti quelli segni di con* lenleza eh’ era possibile. Et visto’ il signor Camillo in esse barche, qual non ha ancora saldalo le piage di la peste ha hauto, fui in gran dubito si’l dovea lassar asender in gatea, et cussi li altri di la terra, per non amorbar questa armada. Tandem mi risolai, vedendo (anta comitiva di citadini, lassarlo