377 MDXXIX, ACOSTO. 378 fece dir voleva prima andar a Cambra! et parlar a madama la rezente et poi torneria. Tamen la corte è parlila et si dice va a Paris ; sichè ne ba . . . . Et l’orator di Ferara, dolendosi che per il parentado l'ha con il re sia stato excluso in la paxe, si dice il re haverli ditto mandarà un personagio a I’- imperator in suo favor. 238 Sumario di la capitutatione fata a Cambraì. Che fra 1’ una et l’altra Maestà sia pace et con-ventione; amici degli amici et e contra. Che francesi diano a lo imperatore un milione et ducento milia scudi, et per 500 milia simili in pegno i beni de Vandomo et de certi altri, de entrata de 25 milia, nel dominio di Sua Maestà, che de 290 milia contentino gli inglesi. Che cedino a Cesare li 10 milia scudi de entrata nel slato de Bergogria, et così la superiorità de Fiandra et d’Arlois, et la dote de la regina Leonora, convertendoli ne li aiuti quali il re di Francia harà spesi ne li aiuti promessi a lo imperatore a Madrid per la incoronalione. Che redino Tornai, Ras, Napoli, Milano et le promisione de non recuperare Villa Duai et Orsi come potevano con 200 milia. Che fra 40 giorni poi la publicalione de la pace rendino Barlella, Trani, Monopoli et Aste; che si non seguisse pagino 30 milia ducati al mese fin che siano rihavuti, dandosene segurtà in Anversa. Che diano 12 galere, 4 nave, 4 gaiioni, pagati per sei mesi Che il processo di Anversa, a causa lo imperatore obligalo non sia de satisfar a successori di tal stato sopra Barhanza. Che l’altro processo de Barbone sia anullato et restituito al morto l’onore, che li eredi di Borbone succedano, et che il re di Francia li accordi de beni di Barbone persi. Che il principe de Orange ne habbia le sue terre et de Orange quale teneva nauti la guerra. Che la deferenza del marchese de Arestie si comprometta. Che li parlamenti et li stali del regno de Francia confermino tutto quello di sopra. Che il re di Francia, fatto che sarà quello che è dello, insieme recuperi li figlioli et consumi il matrimonio. Che il papa sii il primo compreso el contraente, prometendo Lor Maestà de conservarlo in sua auto- rità, et che prò posse proetirerano la restituitone delle terre occupale. Che li venetiani siano compresi, se fra tanti 238 giorni de la publicatione satisfaranno a lo Imperatore et al fratello. Che il medesimo s’intenda de Fiorenza de favorirli, satisfacendo a la dimanda prima. Che Ferara recorra a lo imperatore, prometendo li francesi de favorirlo. Che’l re de Francia non possa redurre nel suo li foraussiti del regno de Napoli i quali havesseno militato contra Cesare. Che de ditti foraussiti, nè de li cartelli, nè de quello che volle Ruberto de la Marcha et conte de Briera non se parli. Che a kalende de agosto si publieherà lo accordo, et il dì sequenle si dice verà qua el re de Francia. Che se intende essere stati certi ragionameli, infra le madame, de maritaggi tra il Delphino et la figliola di la regina Lionora, et fra monsignore d’Orliens et la primogenita Danimarch. Avosto 1529. Lettera di 8, di l’ orator 239 di Fiorenza, data a Crevacuor. Perchè fu publicata la pace dieta, tutti li oratori subito partirono, et io successive, per havere ricorso a questa Maestà, a quali fu expressamenle denegata l’audienlia excepto che a Ferrara, al quale furono date molto buone parole, dicendo che non dubitasse che mandavono uno homo a posta per rimediar a le cose sue con Cesare. Al viniliano fu fatto intender che, prima parlasse con madama sua madre, non li poteva dire alcuna cosa, et che il dì sequente, che fu ieri, ritornerebbe ; che lo aspetasse qui el li darebbe audientia, tale che resterebbe satisfallo. A me, subito che mi vide, mandò il baglio Rubertet a farmi intender che era con li speroni ai piedi per andar incontro a madama sua madre, et che io non mi partissi perchè di subito ritornerebbe, et che voleva parlar con meco a lungo. Et così havemmo una consimile risposta. El quando speravamo tulli il promesso ritorno, inlendemmo Sua Maestà esser per Iransferirsi più oltre et forse per insino a Cambraì per abboccarsi con madama Margherita, et che di poi per la più corta si trasferirebbe a Parigi. Non obslante che non si mancassi, comunicato colloquio con li altri, di mandare il suo segretario drietoli per intendere il vero, et li fu da li agenti di Sua Maestà affermato el ritorno per