191 MDXX1X, LUGLIO. 192 ne scampava capo de loro ; ma per esser pochi come eravamo, non habbiamo potuto far altro di quello habbiamo fatto. Il conte di Cautia. 115* Al spettabile messer Aurelio Vergerio, secretarlo nostro carissimo. A V'inegia. 116 Adì 27, la matina. La terra, di peste, beri, do novi, uno vechio, 19 di altro mal. Del capitanio generai, da Porto Figer fo lettere veehie, qual scrive di quelle cose da Sibinico, ut in litteris. Et nota. Fo porta il corpo di sier Francesco Malipiero di sier Zuane qu. sier Hironimo, era nobile sopra la galla soracomito sier Zaccaria Barbaro, el qual è sta amazato da uno archibusier, era sopra la dilla galla, venuto a custion ira loro. Vene l’orator di Mantoa, el portò ledere di Mantoa di suo fratello in la materia si tratta nel Conseio di X con la Zonta, intervenendo il proto-notario Carazolo, qual voi trattar accordo el puce fra l’imperatore et la Signoria nostra. Di campo, fo lettere di proveditori sene-rati di campo, di 25, drisate a li Cai di X. Nescio quid; ma fo materia di Cai di X, intervenendo le pratiche vano atorno. Veneno in Collegio l’orator di Franza, venuto novamente, qual è episcopo di Tarbe di nationgua-scogno, nome Gabriel de Agramont episcopus Tarbiliensis, et era di sora di domino Zuan Joa-chin P altro oralor di Franza, scompagnalo da 8 zenlilhomeni di Pregadi, che fo mandali a levar di caxa ; et presentale le lettere di credenza del re, mandati tutti fuora, restò con quelli inlrano nel Conseio di X. El qual orator parlò, et monslroe una istruzione del re Christianissimo, di 29 zugno, el poi disse del bon voler del re Christianissimo verso la liga et Italia, et voi venir in Italia in 4 eaxi ; il primo, non seguendo l’accordo et pace con Cesare: il secondo, seguendo et non lo ratificando: il terzo, se non lo vorà manlenir : il quarto, non volendo acordarsi con la Signoria nostra. Poi disse del bon animo di Soa Maestà verso Italia, et esser destinato a la Signoria nostra, al duca di Ferrara et a Fiorentini, et andarà a Roma, cosi volendo la Signoria nostra. Disse, volendo, faria nova capitulation zerca quello li promette dar la Signoria al re, venendo in Italia, per haver mandato dal re di farla, et cusì con Ferrara et Fiorenza, et altre parole. A le qual il Serenissimo li disse verba prò verbis; el voi partir presto. Fo ordinato farli un presente di mu-scatello, cere, confetion etc., per ducali 50; et cussi fo commesso a sier Matio Zantani, olìcial a lo Raxon vechie, lo facesse. Da Vdene, di sier Marco Antonio Contarmi luogotenente, di 24. Come manda ducati 1000 del scosso percolilo del subsidio da quelli castellani, etc. Scrive li spagnoli, erano sopra Caodistria, esser intrati in Trieste d’accordo con triestini; et come, per exploratori haveva fuora, era certificalo li ditti erano in ordinanza a sede per fila, file 85, che non arrivano in tulio a fanti 600, computali ragazi, tamburini, et qualche persona inutile, dei quali ne poteva esser da 200 archibusieri. A che fine triestini li habbino tolti dentro, non havendo alcun bisogno, nissun no!) lo può judicare con cer-teza ; molli stimano che debbano temporizare in 1 quel loco fin che zonzino li danari, quali scrisse ehano andati a rechiedere al principe. Io judico che sieno intrati lì per haver comodità di pasazo a qualche riva de le marine de Italia, perchè non pensano altro che di poter, per qualche via, andar in Italia, nòn volendo andar conira turchi. Scrive, stano vigilante, et ho scritto a Monfalcon slagino occulati etc. Scrive quelle nove ha da le bande di sopra, ancor che non li presta molla fede. Si ha un reporto di un prete ongaro, passò beri da Venzon, qual va a Roma, partì da Buda zà 12 zorni ; dice, avanti il suo partir esser zonlo gran numero di faste in el Danubio, sopra Belgrado, et esser andate fin presso Buda, quale hanno fatto danni infiniti, et menato via gran numero di anime. Et che lo exer-cito grosso de turchi se diceva esser a Belgrado, et facevano corarie per tutli quelli paesi, et che’l Vai-voda si atrovava a Lipa. Dice etiam, al suo partir haver visto zonzer lOuO lanzinech in Buda, et se diceva ne dovea zonzer altri 16000, ma lui non havea visto se non quelli 1000. Et è venuto per la volta di Vienna, et che tutto il paese era in grandissimo travaglio et spavento. Non scrive la presa di Xagabria per quelli di l’archiduca, per quanto si dice, excepto il castello et recuperation di essa, per haversi diversamente, et fra sé è contraria. Di brieve se intenderà la verità et aviserà il lutto. Di Caodistria, di sier Piero Gntti potestà et capitanio fo letto lettere. Zerca questi spagnoli, parie, zoè li più tristi, ha tolto la volta di San Servolo per andar a Trieste, dove haverano alozamento, et una parte, zoè la inior, è montali in barca per venir a Ven