171 MDXXIX, LUGLIO. 172 che per uno corador si intra di I’ una in l’altra. Erano prima nitrati gran quantità di cavalli di diversi signori, el infinità di bagaglio de la parte di madama regente. 103* Questa terra di Cambrai è di confini di Fiandra, e di la Franza, et è signor a sua posta il vescovo di la terra inedema, die ha il temporale et spiritual. Iddio prego che fazia che queste due donne concludano questa santa pace. Di qua se ne ha bona speranza, perchè questa maestà gli fa tuli li partili, ma però senza disturbo di la lega ; li dà danari assai, gli rende il reame di Napoli, prende sua sorella per moglie. Non sa ancora quello si farà, si sta aspetar da ogni banda risposta. Il re sta a 30 milia discosto da noi, a forte castello, et sa di giorno in giorno quello fa la maire con lo cousilio suo. El nostro clarìssimo oralor spera di esser a Venetia per luto octubrio, che me par bene rasone, perchè in questo paese si stenta senza premio etc. Se questa pace non si fa, questa maestà Ghristianissima è in ordine per venir subito in persona in Italia, con 50 milia persone, che così ha jurato dì far. Non è 4 giorni poi se sa le gran provision che ha fato. Non altro per bora. Missier Paulo da Porto è molto conosciuto a questa corte, et è molto favorito dal re et dal gran maestro, molto più che luti li altri che negocia. Da Cambrai, a dì 10 lido 1529. 104 Copia di una lettera di Franza, scrìtta per domino Zuan Francesco Taberna orator del signor duca di Milan, da Cambrai, a dì 8 di Imo 1529, directiva a domino De-nedeto da Corte, orator del ditto duca in Venetia. Molto magnifico signer compalre et fradello osservandissimo. Vostra signoria vederà, per quello scrivo a lo illustrissimo signor duca, quanto fin qui si è agitalo. Credo non sarà se non bene, che vostra signoria mollo ringratii quelli Signori del bono ofliliò fanno con questa maestà^per sua excellentia ; pur vi pro-meto che, se Dio non ce aditila, non possemo sperar firmamento ne li homeni, perchè ogniuno mira a fare el falò suo, et per quello compire non cura del compagno. Non voria già esser profeta, ma vedo, vedo et tremo non senza causa. A vostra signoria me ricomando. Data in Cambrai, a li 8 de julio 1529. Ho drizato el pacheto del signor duca in mano di vostra signoria, aziò vadi presto et sicuro, come so non mancherà eie. Lettera scritta al signor duca di Milano. Heri fossimo chiamali al consiglio regio, el magnifico oratore veneto, io, el fiorentino et di Ferrara, in quale erano il reverendissimo canzelier, monsignor gran maislro, 1’ arzivescovo di Borges, et el primo presoidenle di Parisio, Selva. Et el reverendissimo monsignor canzelier ne expose che il Christianissimo già ne Phavea ditto che in questo tratato di pace non era per far cosa alcuna senza intervento et saputa nostra, volendone sempre come si conviene per boni confederali et amici, et havendo rispeto non meno al particolar di ciascuno di nostri «ignori come al suo proprio; che il medesimo essi signori de volutila di Sua Maestà et ordine di la serenissima madama ne replicavano, et così faceano con effeto, perchè intendevano non far cosa alguna senza la inclusione di ogniuno de nostri signori ; che sin qui non era ancora ragionalo tra queste due serenissime se non sopra cose generale, pur havendose a proceder più avanti, gli pareva 104* conveniente che ciascuno de nui debba lassar uno, a quello che si rizerca in questo aponlamenlo, seguendo, aziò si possa trattar, et possale venire a qualche restreto, subiungendome che non maneariano di procurar che nui potessimo ragionar et tratar con essa madama Margarita ; ma questo forse se pur essa non volesse a ciò assentire. L’ orator veneto rispose che ante omnia havea in commis-sion da la illustrissima Signoria di non intervenire in Iratalo et acordo in quale si fosse ulla mencione di cosa preiudiciale al Signor turco, per boni rispeti, però non si resleria di tratar a parte et stipulare perfecto negotio. Et circa li affari di la illustrissima Signoria, che non sapendo sin hora li soi signori alcuna particular petit ione, che gli hanno dato ordine che, visto le conditioni, le mandi perchè con diligentia se gli satisfarà. Gli fu risposto che le di-mande fumo fate ultimamente in Spagna al Nava-giero et notificate a la illustrissima Signoria, quale fece sopra resolutione, ancora che poi il negolio sia stato interrolo. Pur dito oratore dice che già havea scrito in questa materia, et in breve aspectava risposta. Fu dito ivi, sopra questo passo, che non demandando ulla cosa, la Signoria venerà a la impresa ; quando il resto si acordasse, si polriano includer ne la pace lassando compromesso di le do-