131 MDXXlX, LUGLIO. 132 nuli, per quanto dice per cosa certa, dinari da Por-tugallo in grandissima summa. Lo accordo Ira la Santità di Nostro Signore et Sua Maestà è certo. Dice che è tornato Ceco Cabanilia, che portò la nova a Sua Maestà di la presa di monsignor di San Polo, et è andato a Milano. Dice anche esser passato seco monsignor di Prato, quale va a Roma a la Santità di Nostro Signore con ampli mandati et molla autorità. Questa è la summa del reporto del signor Loiso. Se vi saranno altri particulari, ve ne daremo aviso. Sua signoria dice che a la corte se teuea per certa la passata di genie di Germania. Altro non havemo che avisarve al presente. Bene valete. Mantuae 18 julìi 1529. A tergo : Magnifico equi ti, oratori nostro carissimo, Joanni Battista Malalestae. Summario di lettere di Bergamo, di sier Justo Guoro, capitanio, di 18 luio 1529. Come de qui si sta su continue guardie, rispetto che inimici ogni giorno passano per più vie di qua di Adda a danno di queslo territorio. Beri di notte fo tratto artellarie grossamente nel campo nostro, et mandassemo subito in campo a veder quello era. Trovassemo era uno cavalier de inimici fatto novi-ter per batter il campo nostro et tirava al campo, et a l’incontro ne fanno doi, dove batterano essi inimici per testa et per fianco. Lettera del ditto ser Justo Guoro, di 19 luio. Bozi habbiamo da alcuni venuti dal campo inimico, come essi inimici non sono più di 4000 fanti, et che a Trezo, Monza et altri lochi lì convicini sono 1000 fanti, quali stanno per assecurar le villuarie li vanno al campo. Et dicono che Antonio da Leva, al partir suo di Milano cum il campo, non dele salvo soldi 40 imperiali per fante, et che se fra do zorni non li deva danari, che la inaiar parte de li fanti fuziriano, et li sarà forzo a lui di tornar in Milano, non li venendo altro soccorso. Item, che il conte Filippo Torniello si atlrova de là da Tesino, et dice non voler passar se non è pagalo le so zenle, et cussi fa il conte Lodovico Belzoioso, qual si altrova di là di Po ; et questo rispetto a la gran carestia vi è, perchè più non si trova da robar. Dicono etiam che’l ditto Leva dice aspettar 6000 lanzinech, quali dice dieno calar da la banda di Trento. Lettera di Bergamo, di 19 Juio, di domino Battista Martinengo a Zuan Maria di Negri suo canzelier in questa terra. • Beri sera tardo a Urbina passorno certi cavalli et fanti inimici là a la montagna ; avanti si sapesse del suo passar se ne rilornorono. llozi a Trezo sono passali cavalli 100 con 200 archibusieri, quali hanno baltudo la strada da Trevi, dove subilo feci metter in ordine la compagnia per spingerla fora, ma già li erano ritornali con botino di qualch& bestia, zoè 10. A Trezo si atlrova Cesare da Napoli, et el Pusterla che sono capi di colonnello, quali mina-zano de venir de qui. Li habbiamo fallo intender che pur vengano animosamente che li sarà risposto. Non si manca di sollecitudine a proveder a quel fa bisogno, ma havemo poco numero di guasladori, a quello che è da far ; non ne sono più de 50 over 60, et a l’opera si fà non ne voria manco de 1000. Si dice a Trezo che aspettano il Belzoioso, che noi credo, perchè più presto harà andar al campo, che venir a Trezo. Veneno li oratori del duca di Urbin videlicet : messer Zuan Jacomo di Leonardi et messer Oralio Florido, dicendo venendo queste zenle del Papa con colonesi et spagnoli, saria bono tuor li fanli, et nominò alcuni capi ai quali si poi far far fanli. 11 Serenissimo li disse, è stà scrillo al noslro, è lì a Urbino, fazi il voler de la duchessa. Prima si levono 4 Consieri et bona parie del Collegio per andar a Rialto a compagnar sier Mafio Bernardo, che lieva hozi banco. Restò adonca in Collegio il Serenissimo con sier Francesco Foscari consier, sotto resloe sier Francesco Renier, sier Zuan Francesco Salamoi) Cai di XL, sier Lunardo Mocenigo procuralor et sier Domenego Contarmi Savi del Conseio, et tre Savi a terra ferina ; tutti li altri si levono per Rialto. Vene in Collegio l’oralor di Frauza, domino Zuan Joacbin, et parloe zerca questa venuta dell'ina.* rador in Italia, el fece altri discorsi. Vene l’orator del duca di Ferrara, el qual parloe etiam di la pace fatta fra il papa et l’iinperador, et come il suo signor duca è di bon animo et non è per mancar. In questa mattina adunca sier MaGo Bernardo fo dal Banco qu, sier Francesco, vestilo di veludo