527 MDXXIX, settembre:. 528 del Signor turco anda\a a quella expedilione, et già era levalo da Bud.a, et caminava ver là. Che a Cili ha inteso, el signor archiduca havea mandali diversi messi a domino Nicolò da la Torre con ordine et grande instantia dovesse subilo andar a con-giongersi con lo exercito suo con le gente che se atrovava a Sagabria. Et cussi s’era levalo et caminava ; ma che credevasi non potrebbe coniongersi, imperochè IO milia cavalli de turchi erano venuti a Cozevia ; il che ha messo tulli questi confini in extremo timore. El dice esso relator, che venendo per il territorio del Cragno, ha veduti tutti fugire le robe con quanto hanno a le terre. Che si aflir-mava, lo exercito del signor archiduca non esser più di persone 20 milia. Del ditto, di 9. Sono capitali di qui dui, uno mercante l’altro soldato, vengono ambi da Vienna, l’uno partì a li 30 l’altro a l’ultimo del passalo, quali riferiscono in conformità, come a dì 28 del passato una banda di genie del signor vayvoda mescolata con turchi, potevano insieme esser persone CO milia, havea havuta a pali Albaregal, città, come dicono, fortissima, ove erano 500 fanti del principe. Dimandali ove era il principe al suo partir, dissero era con poca gente a Linz : et che molto se lemeria che se perderebbe Vienna, non vi hessendo alcuna provision. Bel ditto, a li 10. Son avisato beri da Goritia che sono ritornale (ulte le cernide di questi territori, che furono mandate ne li zorni passati a domino Nicolò da la Torre a Sagabria, et lui con le gente pagate, che dicono da 5 mila in G mila persone esser, se ne andava per coniongersi con il principe, qual era pur a Linz con poca gente. 340 Copia de arisi hauti da Piastrina del conte Paris Scotto, de 8 septembrio 1529, hore 22, mandati dal conte, Alberto Scotto suo fiol, di 10, da Brexa, a Zuan Jacomo de la Croce suo secretario. Gaiardamente si trata apuntamenlo fra Cesare et il signor duca di Milano, et si tiene debbi succeder, perchè il Leiva ne insta gaiardamente a Cesare a farlo. Che Cesare debba andar a Bologna per la incoronalion sua, conducendo con Sua Maestà so-lum le genie l’ha condulo con la persona sua di Spagna et uno colonello di italiani. Che’l signor Antonio da Leiva con la gente sua solita et li ale-mani, che novamente son venuti, debba andar a li danni di signori venetiani ; et si parla di la impresa di Bergamo. Pare ancora che Sua Maestà voria, per la via del marchese di Mantova, ancora che non partise mollo contento da la corte, dare suspello et danno a li prefali signori venetiani dal canto de suoi confini, et per haver Sua Maestà parlato mollo in longo con il suo orator, questa malina se tien li habbia rasonato di questo, tanto più perchè in dillo rasonamenlo li era il Leiva, al qual, per quel ve-desi, Cesare tutto li rimele. Die 11 septembris 1529. In Bogatis. 341') Ser Aloysius Gradonico, Sapiens Consilii. Ser Hironìmus Pisauro, Sapiens Terrae frmae. Ser Marcus Bembo, Ser Vincent i.us Bar osi, Sapientes Ordinimi. Havendosi inteso, da le lettere beri lette, la grave infermità ne la quale si ritrovava il diluissimo nobil nostro Hironimo da chà da Pexaro capilanio nostro generai da mar, la qual li potrà cussi continuar et perseverar che non poiria incumber et esercitarsi nel tanto et cussi importante carico a lui injonto, ultra che, hessendo cadaun mortale, li poiria etiam succedere morie, che Dio non lo voglia, si deve in 1’ uno el l’altro, de ditti casi far quella celere et necessaria provisione per il bon guberno di 1’ armala nostra che bora si pò fare, et rizerca un tale el cussi importante bisogno ; però L’anderà parte, che diman nel nostro Mazor Conseio sia eletto uno gubernator generai di l’armata nostra da mar, per scurtinio in questo Conseio et 4 man di elelion nel ditto Mazor Conseio, et possino esser tolti de cadaun loco el officio etiam continuo, et de rezimento sì dentro come fuori, dei Consieri et de cadaun altro, se ben havesse oftìcio con pena, non obslante parte alcuna in contrario, et quello sarà eleelo non possi refudar sotto tutte le pene contenute ne la ultima parte presa nel nostro Mazor Conseio eonlra i refudanli. Sotto le qual pene debba partir fra termine de zorni doi dapoi sarà eleclo, et in diligentia vadi a Corfù. El s’ el ritroverà il capifanio nostro generai vivo, ma in termine che’l non si possa exercitar et attender fi) La carta 340* è bianca,