203 MDXXIX, LUGLIO. 204 Trento, il nome del qual non sa, et era venuto per far fanti 500 schiopettieri, et haveva portalo danari da darli uno teslon per uno, per condurli a Bolzano a far la mostra il giorno di sabato pro-ximo futuro. Et dice che era fama che voleano andar a Milano con quella gente. Et per quel che lui ha visto, a Bolzano non era alcuna adunatane di persone, né in altri loci ha visto preparatione alcuna, né sentilo dir che si desse danari. Et dice che cum difficultà trovano gente, et che haveano da far per le cose turehesche che li slrengono, et dice, il turco haverli dato gran danno. Et che ogni giorno per quelli loci si faceano provisione, et che a Trento fanno barche et cavi et rotte per far ponti, ma non scia a che effetto. Et che a li passati giorni fo comandato per li loci del contado di Tirolo a far la mostra a Bolzano, ma fin bora non è sta fatto alcun comandamento nome che l’è fama che a li 4 di avoslo voleno calar per andar a Milano. 121* Adì 29. La terra, heri uno, loco novo, ano, vechio; et 9 di altro mal. Dì Boma, fo lettere di V orator nostro, di 20 et 24. Il summario è questo. Del zonzer lì l’abate di Negri, come scrissi, con li capitoli di la pace fata con Cesare et il papa, la qual si dia publicar a dì .... Da poi è zonto quel • . . . da Prato, orator di Cesare, con ampia autorità di far la pace con tutta Italia. Et é stato col papa, subito zonto, ma non ha potuto negotiar molto, perchè li vene li soi soliti dolori al papa. Da poi esso orator fo dal papa; si allegrò di la pace fata con Cesare, dicendo voria fusse zeneral, et dubita questa non impedissa a farla. Il papa disse che non impediría, « imo saria principio de la generai, et che l’imperator voleva farla con tuta Italia et con la Signoria nostra, con li capitoli zà Iralati, et certa altra differenlia, qual la remete in nui ; sichè, si vorè, porè inlrar, et vi è slà resalvà loco. » Scrive, come il principe di Orangie partì a dì 13 da Napoli,’si dice ha 2500 lanzinech, G000 spagnoli et zerca 6000 italiani, et veniva verso l’Aquila. Scrive il suo zonzer lì in Roma il.... (duca) di Melfe (Amalfi) di caxa Picolomini, qual è stà honorato dal papa Item, il papa ha elecli tre cardinali legati contra Cesare di andar a incontrarlo a Zenoa, zoè di epi scopi il reverendissimo Farnese, di preti il reverendissimo Santa Croce, frate di zoeoli, spagnol, et di diaconi il reverendissimo Medici suo nipote. Et, per avisi hauti, si tien Soa Maestà sarà per di 12 avosto in Zenoa. Di la pace si trata in Cambrai ha inteso .... che fo mandati per Pranza alcuni capitoli a l’imperador, aziò li soloscrivesse, ch’era la pace fra loro reali, et che Cesare scoreva a so-toscriverli, ma poi che have intesa la rotta del campo et la presa di monsignor di San Polo fu contento di sotoscriverli, sichè si poi dir tra loro esser d’acordo. Scrive, il papa farà cardinali a re-quisition de l’imperalor; zonlo el sia a Zenoa, et .....Item, ha proposto in concistorio la cosa del divortio di Ingalterra: atenlo li do cardinali è slà allegati sospeti, Soa Santità ha voluto trar la cosa lì a Roma, et cussi di luti i voli di reverendissimi cardinali è slà expedì li brievi in An-glia. Fo leti alcuni avisi di Roma, di 20, drizati al marchese di Mantoa, qual il suo orator li porlo. La copia sarà qui avanti posta. Vene in Collegio l’orator di Fiorenza per tempo, et comunieoe li avisi di Fiorenza, hauti per lettere di soi Signori, di 24, in conformità di quel havemo nui, pregando la Signoria non voi mancar in darli aiuto, etc. Vene l’orator del duca di Milan, et comunicoe alcuni avisi hauti el suo duca, che Alexandria è ben fornita di fantarie el viluarie per un anno. In lettere di Fiorenza, di 24, scriteper li X al suo orator esistente in questa terra. Come si ha dal commessario di Romagna che il Saxatello ha hauto condula da l’imperatore, il che, benché non si habbi per certo, pur si crede, per esser un suo nepote a li stipendi di Antonio de Leva. .Che il principe di Oranges si aspeta di giorno in giorno a 1’ Aquila, dove si trovano i lanzinech, et apresso il colonello di Sarra Colonna.....Pier Luigi Farnese si era partito con le sue gente da Tivoli per venirne a Terni, dove si ha a far la massa di le gente per venir a danni di Perugia et nostri. Che in Perugia è tal presidio di le nostre gente, che poco se ne dubita, et .lutto il giorno se va sol-dando fanti insino a 10 milia, o quel numero che si potrà, trahendoli fuor del dominio più che si può, per non guastar le bataglie de T ordinanza per servirsene poi in un bisogno repentino. Che da Porlo Venere haveano aviso, come era arrivato in quel luogo un liuto, et diceva che in Riviera di Ponente s’ erano scoperte 40 vele, et si