361 MDXXiX, ACOSTO. 362 Letera del dito, di 18 dito. Stamane il signor Antonio da Leva si è slogiato da Vaure con tulio l’esercito, et è ilo a Melzo. Domane deve partire a far allogamento a Mari-gnano, et dopo verso Santo Anzolo, sicome si ha ■ da persone degne di fede et maxime da dui venuti a trovarne, albanesi, compagni del Capuzimani, venuti di qui come hanno fatto molli altri ben armati et meio a cavallo. Dio grafia si è vinta questa pugna. Esso signor Antonio da Leva pensava con le sue arte spagnole farne slogiare da questo loco. Il pensiero suo non ha hauto effetto. Di la venula de l’imperator si fa quel conio come si fosse gionto uno homo privato, per dir meglio una persona in aiuto di Cesare. Nui non mancaremo dal debilo nostro, etc. 226') Et licenfiato la Zonta a bore 23, restò il Con-seio di X semplice con zonta del Collegio. Et stelo-no fin hore 2 di notte. Preseno di relenir una meretrice sta a S. Vido, nominala Cecilia Bragadin, fia naturai #di sier Piero Bragadin da san Severo. Item, 4 zentilhomeni, sier Fantin Pixani di sier Velor da san Fantin, sier Thomà Cocbo qu. sier (Zuan) Andrea, sier .... da Molin qu. sier Marco da santa Marina, i qual Molini non vien a Conseio. Item, preseno retenir sier Zuan Antonio Lam-bardo qu. sier Piero, per liaver straparlato che lo imperator venirà et lui sachizarà una caxa, et par habbi ditto questo in chiesia di Frari davanti alcuni milanesi. Et è sta esaminalo su questo alcuni nobili, udì dir tal parole. Et nota. Li altri è per causa....... Item, preseno che a Domenego Visentin capi-tanio grando del Conseio di X, qual ha 4 homeni con lui, nè toy altri 16 lui, i qual vadi alorno la noie. Item, a le barche è sta cresude 6 barche, videlicet do per capitanio, et questo per mexi 3 solamente, ut in litteris. In questo Conseio di X con la Zonta, fu posto una gratia di uno è scrivali in fontego di todeschi, fo scrivati sora la camera d’imprestidi, con ducali 60 a l’anno ; bora ha 40 ducati, voi donar ducati 200 et haver tutti 60. Et fu preso di no. Item, fo leto una deposition di un stalo in tera (1) La carta 225* è bianca. lodesca fino a Vienna. Dice, l’archiduca è a Viena con fanli .... milia, et che M Turco è a Belgrado con 30 milia persone et non più ; el altre cose non vere; et si contradisse in la deposilion, di la qual non fo fato conto. Noto. In quesla malina, venne in Collegio uno nontio di la comunità di Perosa, nominalo Zuan Balista Signorelli, con lettera di la comunità, et lettere del signor Malalesla Baion, di credenza ; el qual expose, atenlo la paxe fata a Cambrai et.che Fiorentini hanno electi oratori a l’imperador, i qual si acorderano, però loro si raccomandano et voria si scrivesse che le zenle et fanti nostri è nel sialo di Urbino, bisognando per defension di Perosa, li siano mandati. Item, voria 20 miera di polvere, certe arlellarie et altre cose, offerendosi esso Mala- 226* lesta venir, sempre che ’1 bisognasse, in aiuto del slado nostro di Ravenna et Zervia, con zente. Et altre parole. Et il Serenissimo li rispose saviamente, dandoli dolce risposta, ma negandoli quanto richiedeva, che non si podeva far ; ma, acadendo, non si manicheria di farli demostration verso quella lera di Perosa a nui carissima. Da Brexa, di rectori, fo letere, di 20. Come era zonto lì uno corier di Ferara, vien di Franza, parti di Cambrai a dì 6 ; porla ledere al duca, qual ha dato a esso capitanio uno pacheto di lettere dri-zale al signor Teodoro Triulzi, con letere di Lion del signor Pomponio Triulzi, di 13, al prefalo signor Teodoro etc. Et le fo mandale da missier Evanzelista Citadin, secretano del dillo signor Thodaro, che le aprisse, per esser heri il ditto signor partilo per andar a Verona. El qual mandò a dir erano in zifra, traria la zifra et veria da malina in Collegio. Di Marseia, fo letere di Zuan Negro secretano, di 4 di questo. Come a dì 2 scrisse il pasar di Tarmala de l’imperador, el con effetto la passò con il numero che scrisse. Ma perchè da poi restò alcune velie a le isole d’ Eres, le qual sono venute drio, sichè saranno da galìe 36 et nave da 60 in 70, il governator di Marseia era cavalcato a le rive aziò ditta armata restante non metesse in tera. Et su-plica, non havendo altro a far de lì, la Signoria or-deni se ’I dia star o levarsi. Da Cassan, del campo, di 18, del conte Alberto Scoto, vidi lettere. Qual manda uno aviso haulo da Piasenza, di 14, hore 14, del conte Paris suo padre. A bora è publicato in quesla cità crida, per nome del gubernalor nostro quà, che fra 8 zorni cadauno habbi fatto condure in la diade tutte le