DELLA LETTERATURA INGLESE. 5l ne è sopraccaricata d’iniziali designanti nomi propri , reca veramente poco onore a Pope. Qual trista gloiia per un genio della sua tempera è quella d’immolare al ridicolo alcuni poveri autori , i quali scrivevano per vivere, e vivevano assai miseramente, fra la noncuranza del pubblico e la rapacità degli editori ! Dopo i facili successi di questa'piccola guerra indegna di lui , Pope diè alla luce la sua più celebre opera, il Saggio sul-l’uomo (1735); e tale era agli occhi suoi il pregio di questo componimento , che andava ritoccando dopo otto anni da che i Primi canti furon pubblicati sotto il velo dello più rigoroso anonimo , per tema delle rappresaglie di tanti scrittori insultati nella Dunciade. È cosa ancora incerta se Bolingbroke somministrasse a Pope tutto il poema scritto in profa , o se Pope mise in versi particolari 'dee filosofiche che conosceva anticipatamente, e che avea attinte ne’ trattenimenti avuti col suo amico e proteggitore. I difetti di quest’opera, in quanto a teo-r'ca filosofica, sono evidenti, ed anco vivente l’autore aveanogià richiamata l’attenzione del celebreCrouzas, profondo pensatore , inchinevole al platonismo; ma sot-t° il punto di vista letterario, e a riguar-