DELLA LETTERATURA INGLESE. IDI I care noi , Fortune ! what you me deny ; You cannot rob me offree Nature’s grace; You cannot shut the windows of the sky, Through which Aurora shews her brightening ( face , You cannot bar my constant feet to trace The woods and lawns, by living streem, at eve; Let health my nevers and finer fibres brace , Ant I their toys to the great children leave : Of fancy, reason, virtue, nought can me bereave■ No , io non mi dorrò , o fortuna , di ciò che mi li it i ricusato. A te non è dato di privarmi delle grazie di una prodiga natura ; tu non puoi chiude: e al mio sguardo le porte del cielo , ove 1’ aurora mi lascia vedere la sua fulgida fronte. Tu non puoi fermare i miei passi ne’prati e ne’ boschi , e all’ ora della sera sulla sponda de’ ruscelli. Sì , che la salute sia accordata al mio corpo sempre giovane , ed io lascerò ai grandi fanciulli i loro frivoli balòcchi. Non y’ è cosa clic possa rapirmi la immaginazione , l’intelligenza e la virtù. La rovina del Castello dell' Indolenza, abbattuto dal cavaliere e mago Salvag-gio, occupa il canto II, e presenta par- >o prendere per avventura questo canto per l’intero poema di Johnson. (*) (*) Trovasi il II canto del Castello dell’indolenza di Thomson nell’ edizione di Baynes and son , ec. London , 1823 , da cui ho trascritta questa celebre strofe■ Nota del T-##*