I08 COMPENDIO DELLA STOBIA quale nemmeno si viene a capod’illustrar-le interamente. Egli è riguardato come l’inventore del verso eroico decasillabo, eh’ è stato sì sovente riprodotto dai poeti suoi successori ; e leggendo Chaucer si ravvisa ben tosto che questo genere di versificazione non fu in lui un’opera di stento ; ma che venne spontaneo alla sua facile musa. .Essendosi rese famigliali le produzioni dei poeti italiani del suo tempo . e soprattutto il Decamerone, il quale evidentemente i servito non già di modello , ma di tipo ai Racconti di Cantorbery (Talesof Cantorbery), ve ancor cagione da meravigliare come Chaucer sia statocotanto sohi iòdi strami ornamenti, dai quali il genio del poeta fiorentino non va forse esente. Allorché Chaucer accorda diritto di cittadinanza a parole italiane o francesi, il fa sempre con una moderazione ed aggiustatezza approvata dal buon gusto. La maggior parte dei suoi poemi, prima de’ Racconti di Cantorbery, furono composti su di modelli stranieri. Quindi ei mise in versi gran parte del romanzo della Rosa, di Guglielmo di Méun. Il suo poema Troilo e Cressida sembra imitato dal Filosirato di Boccaccio, ed il suo Paianone ed Arcila è preso dalla