DELLA LETTERATURA INGLESE. 55 Dopo la. Novella d'inverno (IVinler's tale) (i6o4), giugniamo alla grave composizione del Re Lear (i6o5), la quale mi sembra , almeno ne’due primi atti , la più drammatica. L’azione verso la fine si complica oltre ogni confine ; ma panni che non v’ha cosa che più profondamente commova quanto quel vecchio, quel re abbandonato da’ suoi figliuoli , cacciato dalla sua magione e forzato di esporre il suo capo incanutito a tutti i furori della tempesta. Quale originale e vigoroso concepimento non è quello di farlo seguitare dal buffone (fool), specie di maniaco che non sta bene in senno; ma eh’ è più riconoscente della intera corte del re! 11 contrasto di tutti i sarcasmi che questo onesta idiota , il quale vuol sempre bene al suo vecchio signore, scaglia con-tra gli uomini , quando la tempesta lo travaglia, mi è sempre parsa una delle grandi idee di Shakspeare. La morte di Cordelia è il colmo del tragico; ma quel ch’io trovo soprattutto di grande effetto si è di aver fatto nascere nel cuore del re i rimordimenti della miseria de’ sudditi suoi, quando la propria sventura lo iorza a riconoscerla , ed a parteciparvi. Ecco questa magnifica esclamazione : Poveri disgraziati, ovunque yoi siats! Voi