DELLA LETTERATURA INGLESE. IQ genio per sentire in sè tutto il suo ingegno ; e al pari eli La Fontaine , il quale tanio piacevasi delle sue Favole , il poeta inglese ¡è rapito di se medesimo. Ecco due 'belle stanze , nelle quali descrive la immensa varietà del suo subbietto. I sentieri, pe’ 'juali io porto i miei stanchi passi in questo delizioso paese delle fate, sono si vasti o si spaziosi -r sono si riccamente sparsi di una piacevole varietà di quanto aggrada all’orecchio o agli occhi , eh’ io mi sento nel mio cammino inspirato da non volgari pensieri ; ed allora so porre in obblio ia mia opera avventurata e penosa. E quando sento in me stesso che le mie forze mi abbandonano, il mio subbietto mi dà il vigore , e viene ad alleggiare 1’ oppressa mia mente. Sì, tali sono ¡secreti soccorsi e i divini piaceri che voi compartite, o deità che regnate nel Parnaso; voi che serbate que’ dotti tesori, che vingono di pregio ogni fatta di ricchezze , che inspirano colante le anime de’movtali, e che comunicano loro un poetico furore. Venite a guidare i miei passi in questi campi misteriosi, che ninno visitò giammai, e che ninno può discovrire, se dalle dive muse non gli vengono mostrati-Libro vi , stanze i, 2. Nuli adimeno il poema di Spenser non è così chiaro e di sì buon gusto come le stanze or ora riferite. Sovente le sue allegorie sono forzate ed oscure ; spesso ancora ei frammischia i caratteri alle-